La verità sul caso Harry Quebert: chi è il regista Jean-Jacques Annaud

Serie TV

Floriana Ferrando

Patrick Dempsey e il regista Jean-Jacques Annaud.

Esponente di spicco del cinema d’autore francese, durante la carriera il regista ha conquistato diversi riconoscimenti, compresi due premi Oscar. Per la prima volta alle prese con una serie tv, Annaud porta sul piccolo schermo il romanzo di successo di Joël Dicker. Dal 20 marzo su Sky Atlantic.

Dopo l’ultima fatica cinematografica del 2015, L'ultimo lupo, il celebre regista francese torna in scena, per la prima volta sul piccolo schermo, firmando la trasposizione televisiva del romanzo di Joël Dicker, “La verità sul caso Harry Quebert”.

La serie tv andrà in onda alle 21.15 su Sky Atlantic dal 20 marzo: scopriamo la grande carriera di Jean-Jacques Annaud.
 
La verità sul caso Harry Quebert: il trailer in italiano

La verità sul caso Harry Quebert secondo Jean-Jacques Annaud

Dopo avere firmato importanti progetti del cinema d’autore francese, Jean-Jacques Annaud approda in tv. Per il regista quella con La verità sul caso Harry Quebert è la prima volta alle prese con una serie televisiva, dopo una lunga esperienza in campo pubblicitario negli anni Settanta, “al fianco di Ridley Scott”, come racconta lui stesso alla stampa francese. Quel che affascina Jean-Jacques Annaud del piccolo schermo? La libertà che la tv offre in termini di riprese e movimenti di scena: “Con La verità sul caso Harry Quebert ho avuto un’enorme libertà di scelta, final cut incluso, ed è raro che al regista spetti l’ultima parola oggi”. Per la serie in onda su Sky Atlantic dal 20 marzo, il regista ha scelto come location delle riprese il Maine e il Canada, e non il New Hampshire, lo stato in cui si svolge il romanzo.
 
LO SPECIALE SULLA SERIE

Jean-Jacques Annaud, dalla pubblicità all’Oscar

Dopo una brillante carriera in campo pubblicitario nel corso degli anni Sessanta e Settanta (che prosegue tutt’oggi: ha recentemente diretto lo spot di Dior, “J'adore”, con Charlize Theron come protagonista), Annaud esordisce dietro alla macchina da presa nel 1976 con Bianco e nero a colori, un film impegnato che tocca i delicati temi del colonialismo e del razzismo, che gli vale l'Oscar al miglior film straniero nel 1977. Ma non è l’unica volta che il regista francese conquista la giuria dell’Academy: fra i suoi più grandi successi ricordiamo La guerra del fuoco, un film d’avventura dall’ambientazione preistorica, tratto dall’omonimo romanzo di J. H. Rosny aîné. La pellicola, venuta alla luce dopo quattro anni di lavoro, è il quinto maggiore incasso stagionale in Francia nel 1981, e vince l'Oscar al miglior trucco, ottiene una nomination ai Golden Globes come miglior film straniero e, a fronte di 6 candidature, vince il Premio César come miglior film e  miglior regista.
 
La verità sul caso Harry Quebert: le prime FOTO

Il nome della Rosa, dal libro al cinema

Durante l’intera carriera, Jean-Jacques Annaud si diverte ad affrontare la difficile impresa di dare vita ad un grande successo cinematografico partendo da un soggetto letterario. La sfida più ambiziosa? Reinterpretare per il grande schermo uno dei titoli cult della letteratura mondiale: Il nome della Rosa, di Umberto Eco. Costato 19 milioni di dollari, il film approda nelle sale nel 1986, incassando oltre settanta milioni di dollari nel mondo. Anche la critica lo acclama: la pellicola vince il Premio César per il miglior film straniero, quattro David di Donatello e tre Nastri d'argento. Uno dei momenti più difficili della lavorazione? I casting per il personaggio principale, Guillaume de Baskerville, ruolo poi assegnato a Sean Connery: all’epoca la star non stava vivendo un periodo fiorente sotto i riflettori di Hollywood, ma appena Annaud l’ha visto interpretare alcuni passaggi della sceneggiatura non ha avuto dubbi.
 
La verità sul caso Harry Quebert: la trama della serie tv

Gli altri successi di Jean-Jacques Annaud

La scalata al successo di Annaud procede fulminea: nel 1988 esce L’Orso, un film con pochissimi dialoghi che mette a segno nove milioni di dollari di incasso in patria, vincendo un secondo Premio César come miglior regista. Seguono L’amante (1992) e Sette anni in Tibet (1997), interpretato da Brad Pitt. La produzione del regista prosegue a gonfie vele negli anni Duemila, quando porta in scena il titolo bellico Il nemico alle porte (2003), Due fratelli (2004), Il principe del deserto (2011) con Antonio Banderas, e L'ultimo lupo (2015), ambientato in Cina e tratto dal romanzo autobiografico Il totem del lupo di Jiang Rong, best seller del 2004.
 
 “La verità sul caso Harry Quebert”, ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic dal 20 marzo.

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