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Westworld 2, tutti i dettagli della nuova sigla d'apertura

Serie TV

Floriana Ferrando

Fantastici scenari western si mischiano ad esperimenti di laboratorio: la seconda stagione della serie targata HBO torna su Sky Atlantic, rinnovando i titoli di apertura. Scopriamo cosa cambia attraverso un confronto video pubblicato su YouTube. Continua a leggere e scopri di più

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Un paio di mani spettrali che pestano l’ebano di un pianoforte danno ai fan della serie HBO il benvenuto nella seconda stagione di Westworld, in onda su Sky Atlantic ogni lunedì alle 21.15: nuovi personaggi, nuovi mondi fantasy e pure una sigla di apertura rinnovata per Westworld 2.

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Westworld 2, la sigla
La sigla della seconda stagione è molto simile alla precedente, ma – pur mantenendo il medesimo sapore spettrale - non è la stessa. Tutta questione di piccoli dettagli, come l’introduzione in scena di alcuni animali o la comparsa di un misterioso cappello. Secondo Patrick Clair dello studio Antibody, che ha curato la sequenza, è stato importante rinnovare la sigla mantenendo invariati i temi portanti dello show: “Sono sempre diffidente delle seconde stagioni. Penso ad alcuni dei miei titoli di testa preferiti, come Mad Men, e vedo che sono gli stessi durante tutta la serie. Era qualcosa di fondamentale nel viaggio del personaggio, e credo non ci sia alcun senso nel fare dei cambiamenti per il puro gusto di farli. Tuttavia qui i titoli insistono sugli stessi tasti emotivi e utilizzano la stessa musica con una struttura simile, solo cambiando alcune immagini che riflettono meglio il cuore emotivo della stagione”.

Il video confronto

Online è comparso un video che mette a confronto le sigle delle due stagioni di Westworld, affiancando i titoli di apertura della prima e della seconda stagione, fotogramma dopo fotogramma. Come si può notare dalla clip che online ha conquistato oltre 3000 click in appena 24 ore dalla pubblicazione, alcune modifiche sono piuttosto evidenti, altre quasi impercettibili: “Alcuni cambiamenti sono ovvi – continua Clair - come il cavallo che diventa un bufalo. Ce ne erano milioni, e poi con l’espansione verso ovest erano quasi tutti andati. Quindi è anche una metafora per i nostri host, l’idea di una forma di vita che nasce per condividere il west con gli esseri umani, e il fatto che gli umani non sono riusciti a mantenere quella dinamica. Credo sia un’aggiunta perfetta. Poi, l’idea che questi esseri potessero essere così complicati da innamorarsi era davvero interessante, ed è stato un cambiamento interessante anche quello di poter prendere gli amanti – il cuore emotivo di ciò che stavamo cercando di fare con i titoli – e trasformarli in una madre con suo figlio”.



Westworld, prima e dopo
Nella sigla della prima stagione si vede una netta contrapposizione fra selvaggi scenari western e fredde immagini di laboratorio, dove le mani di un ospite che suonano il pianoforte, per poi rendersi conto che ogni tasto suona da sé. Vediamo anche la creazione di un cavallo ospite, poi più tardi, un ospite che cavalca proprio in sella a quel cavallo mentre impugna una pistola, spuntano inoltre la creazione di un bulbo oculare e due ospiti in atteggiamenti intimi. L'immagine finale è quella iconica ispirata all'uomo vitruviano: "Una delle cose che lo spettacolo rende al meglio è il corpo umano nudo – commenta Clair - Lo rende strano e alienante, freddo e meccanico, che ci fa pensare al corpo e al modo in cui la gente lo usa o lo sfrutta". Nei titoli di testa della seconda stagione, invece, c’è un toro, che vediamo caricare lentamente verso la telecamera. Compaiono, poi, una pipetta da laboratorio e alcune inquadrature ravvicinate di un genitore e di un bambino, al posto della coppia ospite che fa sesso. E poi fa capolino nell’inquadratura anche un misterioso cappello scuro: forse il genitore e il figlio si riferiscono alla ricerca di Maeve per sua figlia, e il cappello nero rimanda all'Uomo in Nero? Fra gli aspetti che restano invariati rispetto al primo Westworld ci sono le musiche scritte dal compositore Ramin Djawadi.