Avanza il buio, avanza il male, ma il male è molto più concreto e molto meno metafisico di quanto non possa sembrare. Il male non è solo Bad Cooper, il Cooper cattivo, ma è anche Richard Horne, e Steven Burnett. In attesa dei prossimi appuntamenti con la serie - ogni venerdì alle 21.15 per gli episodi doppiati in italiano, e ogni notte tra domenica e lunedì alle 04.00, subito dopo gli episodi della nuova stagione de Il Trono di Spade, per quelli in versione originale sottotitolata -, leggi la recensione del decimo episodio
di Gabriele Acerbo
(@gabace)
“L'elettricità fa brusio. Lo senti tra le montagne e nei fiumi. Lo vedi ballare tra i mari e le stelle e risplendere intorno alla luna. Ma in questi giorni il bagliore si sta affievolendo. Cosa ci sarà nell’oscurità che rimane?”
Lo dice la signora Ceppo, lo ripete Rebekah Del Rio nel finale della parte 10, cantando 'No stars', scritta da lei, John Neff e David Lynch: “Vidi le stelle ma ora non ci sono più.” Avanza il buio, avanza il male.
Il cerchio si stringe intorno a Twin Peaks e pare che non ci sia scampo. Tutto è male, sin dall'inizio dell'episodio dove l'odioso Richard Horne prima uccide senza tanti scrupoli la testimone che lo accusa di omicidio, poi rapina con una brutalità degna di Arancia Meccanica la nonna Sylvia, la moglie di Benjamin Horne. E fa ancora più soffrire sapere ora con certezza che il cattivissimo Richard è figlio dell’indimenticabile Audrey (e c’è chi sospetta che il padre sia Bad Cooper, che venticinque anni prima l’avrebbe violentata mentre la ragazza era in coma).
Il male lo vediamo anche in una breve scena tra Becky e il marito Steven Burnett: lui, probabilmente strafatto, riversa tutta la sua ira sulla moglie, ripetendo la dinamica di coppia che intercorreva tra la madre di lei, Shelly, e il marito Leo Johnson. “Smettila con quel cazzo di sguardo da innocentina” urla lui alla terrorizzata mogliettina. “So esattamente cosa hai fatto!”
Il male insidia anche Diane: Albert trova la prova che lei e Bad Cooper si stanno scambiando sms, e non sono messaggi d'amore, ma rivelazioni confidenziali di come procedono le indagini dell'FBI. “Hanno Hastings. Hanno intenzione di portarlo lì!”
Il male si sta avvicinando sempre più a Dougie Jones: ha salvato la pelle dall'attacco del nano killer ma adesso è Bad Cooper che ha ordito una trappola per farlo fuori definitivamente, facendogli mettere contro i mafiosissimi fratelli Mitchum, che lo vogliono morto.
Il male è anche in un'apparizione improvvisa di una Laura Palmer in lacrime a uno sconvolto Gordon Cole. E nella rivelazione che Bad Cooper ha qualcosa a che fare con la misteriosa Glass Box vista nella parte 1 e il relativo duplice omicidio di New York.
Ovviamente in Twin Peaks il registro non è mai uno solo, e quindi a far da contrappunto alla sempre più incombente aria di morte e di apocalisse che aleggia sulla serie ci sono le assurdità della coniglietta Candie alla corte dei Mitchum (esilarante la sua performance di cacciatrice si mosche, per schiacciarne una impugna il telecomando e lo sbatte in faccia al suo boss-amante), la scena comica di sesso tra Dougie Jones e la moglie, le elucubrazioni sul tempo di Lucy Moran, lo strambo orsetto parlante di Johnny Horne. Ma è indubbio che l’atmosfera resti sospesa, come se dopo la sconvolgente parte 8 lo spettatore si aspettasse presto qualcosa di altrettanto impressionante da farlo schizzare sulla poltrona. La semina è stata tanta, adesso ci si aspetta un abbondante raccolto.
Intanto in rete le illazioni, suggestioni e tesi varie si rincorrono in modo sempre più frenetico. Particolare fascino suscita la teoria, pubblicata su Reddit e supportata da elementi concreti, che ipotizza che la coscienza di Cooper, al momento della sua trasformazione in Dougie Jones, sia rimasta bloccata nel futuro, il che spiegherebbe la ‘demenza’ di Coop\Dougie Jones, il cui corpo risulta così essere fuori sinc rispetto alla sua mente. Secondo i sostenitori di questa interessante teoria, c’è una data precisa in cui mente e corpo di Cooper si ricongiungeranno: il 1° ottobre. Non a caso la data individuata 25 anni prima dal Maggiore Briggs nel messaggio lasciato allo sceriffo Truman per la “caccia al tesoro” al Palazzo di Jack Rabbit.
Per sapere se questa riflessione ha qualche fondamento, non resta che aspettare la parte 11, il cui titolo è “There’s fire where you are going” (c’è il fuoco dove stai andando). Ma comunque il consiglio è sempre quello: abbandonatevi e lasciatevi trascinare dall’ipnotica bellezza creata da Lynch e Frost.
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