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Marcello Gori, c'è una intera esistenza nel singolo Troppi (ok boomer): il video

Musica

Il brano racconta una vita che ha troppo spesso l’aspetto di una gara a cui non si voleva partecipare e la danza come unico antidoto alle nefandezze del mondo

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Mi chiamo Marcello, ho quarantaquattro anni, vengo da Genova e vivo fra la mia città e Milano, che mi ha adottato dal 2004. Sono un teatrante: lavoro, a volte, come drammaturgo e, più spesso, come musicista e compositore. Nella mia vita sono abituato a vedere i frutti del mio lavoro durare per pochi minuti e poi sciogliersi nella stessa aria sottile della sala. Con le canzoni cerco una mia personalissima strada per restare nell’immaginario di chi mi ascolta. Certo, la mia indipendenza totale non mi aiuta a emergere, ma quando vedo che qualcuno mi ascolta dall’altra parte del mondo sono sempre grato e pieno di stupore: magie dell’epoca ipertecnologica in cui viviamo…

La mia ultima canzone, Troppi (ok boomer) nasce da un giro suonato al pianoforte a casa dei miei genitori; una di quelle cose con gli intervalli di semitono che mi fanno gasare (come la mia vecchia canzone Disperato entusiasmo). Sopra ho cominciato a cantare suoni senza senso, e nel ritornello mi è uscito qualcosa che somigliava al coretto “oppi oppi oh”. Pensavo a una canzone che descrivesse la vita di chi, come me, ha quarant’anni suonati ma è ancora senza figli, a volte fa quegli aperitivi che poi finiscono con la chiusura del locale, e si chiede ancora spesso se per caso non abbia sbagliato tutto nella vita. Quel coretto improvvisato è diventato la risposta alla parola “troppi”, e dentro c’è finito un po’ tutto: il mondo sull’orlo della catastrofe, il tempo che trascorriamo sui social a scrollare video inutili, quella voglia matta e irrefrenabile che ci prende, a volte, di fare un video pure noi. Sullo sfondo, ma sempre presente, una vita che ha troppo spesso l’aspetto di una gara a cui non si voleva partecipare e la danza come unico antidoto alle nefandezze del mondo. Ho sentito da subito che questo pezzo aveva qualcosa di speciale, e ho lottato contro i miei auto-sabotaggi per andare a registrarla in studio al più presto; e ho fatto bene, perché quando il mio collega danzatore Luis Colombo mi ha chiesto se avessi qualche bell’inedito nel cassetto da proporre per un videoclip, gli ho risposto entusiasta che avevo il pezzo perfetto. Ecco finalmente pubblicato il frutto di quella congiuntura del destino: il bellissimo videoclip girato dagli studenti del corso di Naù Germoglio alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano, per la regia di Gabriele Redaelli, e con il lavoro di una numerosa, bellissima e giovanissima troupe. Godetevelo, e condividetelo!

Crediti

Regia Gabriele Redaelli, Direttore di Fotografia Alessia Gargano, Operatore Lorenzo Masci, 1 AC Gaetano Pierno, Gaffer Silvia Olivetto, Data Manager Lorenzo Minini, Elettricista Catleia Lanfranchini e Nicola Inderle, Direttore di Produzione Martina Serlenga, Aiuto Regia Andrea Bichisao, Responsabile Artista Francesco Occhionigro, Montaggio Matteo Radaelli e Federico Chiapella.