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Hotel Monroe, per combattere l'omologazione serve Aria: il video

Musica

Il brano è un vortice di immagini che trasmette tutta l'urgenza, tutto il senso di disagio che si vuole esorcizzare con la musica

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO IRGINALE DELLA BAND

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Siamo una rock band emiliana. Suoniamo un rock classico contaminato da una vena di musica elettronica. Il risultato è un sound che a noi piace definire electro-rock padano. È ormai da molto tempo che suoniamo insieme… quasi vent’anni fa, come molti (forse come tutti), abbiamo iniziato in un piccolo garage, giocando a fare le rock star. Da allora, non abbiamo quasi mai smesso di suonare, e di sognare. Un percorso lungo e bellissimo, a volte decisamente faticoso, che ci ha portato fino a qui, dove tutto è come allora e, allo stesso tempo, diverso. Oggi ci stiamo preparando all’uscita del nostro nuovo disco. Lo abbiamo aspettato a lungo, lo abbiamo creato pazientemente. Oggi, è il nostro nuovo inizio. E vogliamo ripartire proprio da Aria, che sarà il nostro primo singolo estratto dall’album.

Aria
è un brano che in qualche modo ha fatto da ponte tra quello che eravamo e quello che siamo diventati. È il classico brano energico degli Hotel Monroe, con chitarre elettriche, synth e sonorità elettroniche che si fondono nella nostra tipica firma sonora. Ma allo stesso tempo inizia a tingersi di quella sottile vena di malinconia ed inquietudine che sta emergendo sempre di più nella nostra scrittura.

La sua genesi è relativamente lontana nel tempo… inizia nei mesi terribili della pandemia, quando, sull’onda dell’uscita del nostro primo disco ‘Corpi Fragili’, si cominciava a suonare con una certa regolarità. Le serate, il pubblico, le trasferte, quella sensazione crescente di familiarità con il palco…poi, all’improvviso, il buio…ci eravamo persi in quel senso di irrealtà, la musica ci mancava come l’aria…E la musica era l’unica cosa che ci avrebbe potuto (di nuovo) salvare.

Le primissime parole scritte per il brano sono nate proprio da quella sensazione, per poi dilagare verso un concetto più ampio, che stiamo scoprendo essere centrale nella nostra poetica. L’alienazione e la solitudine dell’individuo, amplificate in particolare da questo stato perenne di iper-connessione ad un mondo all’apparenza libero e sconfinato, ma che è solo una bolla, un eco irreale del proprio io, una gabbia…Un artefatto che ci circonda e che ci dà assuefazione. L’omologazione che impedisce all’anima di bruciare. Aria è il grido di chi percepisce tutto questo, e che si sente soffocare. Che cerca, disperatamente, una boccata d’ossigeno. Quando abbiamo immaginato il video volevamo provare a ricreare queste sensazioni. Abbiamo cercato a lungo una location ideale. La risposta era vicina a noi…Una vecchia e immensa struttura abbandonata nel nostro paese. Stanze enormi, vuote, spogliate di ogni oggetto e di ogni ricordo, dove le voci e i passi risuonano come fantasmi. Pallide ombre di quello che erano e di quello che avevano significato per qualcuno. Inquietante? A noi è sembrato semplicemente perfetto. Abbiamo creato un vortice di immagini di noi stessi, ci siamo illuminati di una cupa luce rossa per trasmettere tutta la nostra urgenza, tutto il nostro senso di disagio, che noi vogliamo esorcizzare con la musica. Il nostro ossigeno, la nostra Aria.