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Kama, un viaggio Dalla certezza alla puodarsità con una playlist

Musica

Il terzo disco di questo artista accoglie un neologismo che vuole essere stimolo per gli ascoltatori a non fermarsi alle poche, spesso scontate, certezze quotidiane. E' un invito a inoltrarsi nella selva oscura dei dubbi, cercando di fare luce in quelle zone di vita che magari non abbiamo avuto voglia o coraggio di esplorare. Perchè spesso dal caos e dall'incertezza incontriamo le cose più belle e inaspettate della vita. Quindi le dieci canzoni sono scelte sul principio della “puodarsità”

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Kama - Banane

E' il secondo singolo del mio nuovo album intitolato “Dalla Certezza Alla Puodarsità” (Moquette Records). Banane è una canzone che non ha capito bene dove stare... Danza divertita tra il rap, il funk, il blues e il rock. A me piace considerarla una canzone d'autore. Insomma l'incipit perfetto per una playlist a tema “puodarsità”. L'ho definita “un goffo e inelegante freestyle attorno al concetto di repubblica delle banane”.

Caparezza – La Scelta

Tratto da Exuvia, ultimo lavoro dell'immenso cantautore di Molfetta. La canzone gioca tra le figure di Ludo (Beethoven), Mark Hollins cantante dei Talk Talk e lo stesso autore, affetto da un acufene che mette anno dopo anno a repentaglio la sua carriera di artista. E così la scelta è tra Ludo che nonostante la sordità precoce (pare soffrisse di otosclerosi) decide di proseguire la sua carriera di compositore e Mark che all'apice del successo con i Talk Talk decide di abbandonare la musica per dare la priorità alla famiglia. “Non serve nient'altro che fare una scelta, patetica o eroica” che sia.

Faith No More – Epic

Un pezzo iconico che contribuì a traghettare la musica dalla certezza dei generi musicali alla puodarsità della fusione tra rap, funk, heavy metal e musica classica. Anche il testo è tutto giocato sulla dicotomia tra desiderio e frustrazione, tra pulsione inconscia e comprensione, tra sconfitta e vittoria. Pare che Mike Patton abbia dichiarato che Epic parla di istinti sessuali, ma il testo si chiude con un inno alla puodarsità: “Che cos'è? E' quel che è”.

Bruno Lauzi – Il Dubbio e la Certezza

Sono assolutamente di parte. Adoro Lauzi e il suo genio libero, ironico. E' già lui una puodarsità, anche senza dire nulla: piccoletto, un po' comico, un po' chitarrista, un po' cantante, un po' (tanto) autore. Ed è altresì adorabile quel suo modo di usare l'ironia per rendere accessibili a tutti dei concetti che in realtà pesano come macigni. In questa storiella cantata il dubbio e la certezza (non avevo ancora coniato il

neologismo “puodarsità", del resto) fanno così a cazzotti che la certezza inizia a dubitare e il dubbio ad esser certo. La tragicomica scenetta si conclude con un naufragio: “E il dubbio e la certezza si riuscirono a annegare Per non aver saputo esser certi e dubitare”.

King Crimson – Elephant Talk

Una pietra miliare della musica e al contempo l'apoteosi della “puodarsità”. Anno 1981, Tony Levin imbraccia un “arnese” che è un po' un basso e un po' una chitarra e attacca con un riff ai confini dell'armonia. Intanto la chitarra barrisce (non scherzo, barrisce per davvero...). Il testo, nel frattempo, ci racconta di quanto sia inconcludente sfoggiare le nostre piccole certezze condensate in proclami, spesso urlati nel tentativo di prevaricare gli altri. La musica, eccentrica, con cambi di armonia e di ritmo accompagna questo caos. Un intenso ed emotivo racconto della complessità della comunicazione umana.

Tyler, The Creator – Foreword

Prende la musica, un po' tutta, la smonta a pezzi e la ricompone come piace a lui e inizia a rappare. Rappando prende delle domande, le smonta, le incastra e ci distrugge la cultura americana. E' il mondo intero a diventare puodarsità. “Quanti rap posso scrivere prima di comprarmi una catena? Quante catene posso comprarmi prima di venire considerato uno schiavo? Quanti schiavi possono esserci prima che Nat Turner torni in vita? Quante rivolte possono esserci prima che le vite nere importino davvero?”.

Daniele Silvestri – Illuso

Un giovane Silvestri nel 1995 inseriva nel suo secondo album una perla per chitarra e quartetto d'archi. Una delicata “Yesterday” perfetta nella sua semplicità la cui puodarsità si racconta da sola: “Illuso anch'io continuamente Confuso fra tante realtà Ma se scoprirò quella giusta, chissà Se poi l'illusione cadrà Se scoprirò che c'è una sola realtà Non credo che mi basterà”.

The Beatles – Tomorrow Never Knows

Il miglior Lennon psichedelico (aiutato da Albert Hofman e Timothy Leary) nel dettaglio racconta cosa bisogna fare per abbandonarsi alla puodarsità della vita e goderne fino in fondo. Come deporre i pensieri e arrendersi al vuoto, come splendere e trovare il significato delle cose dentro noi. La modernità dell'arrangiamento è palese, chiudendo gli occhi potrebbe essere tranquillamente Beck doi “Odelay”. Si tratta di avanguardia sperimentale ai massimi livelli, per l'epoca. Infinite le puodarsità aneddotiche, ne scelgo tre: è una delle prime canzoni rock ad utilizzare il “bordone” (la nota bassa e costante di accompagnamento tipica per esempio delle cornamuse o di alcume musiche orientali). John Lennon la cantò appeso a testa in giù e la voce fu fatta passare da un “leslie” per organo Hammond perchè voleva che sembrasse la voce del Dalai Lama. La prima canzone a utilizzare “tape loops”, ritagli di bobina incollati ad anello spesso fatti girare al contrario.

Giovanni Truppi – Lettera a Papa Francesco I

Una commovente lettera in cui Truppi affronta il tema della rivoluzione culturale. Un testo struggente, intimistico, sincero, diretto in cui tutto viene messo in discussione perchè “come in una storia d'amore, certe volte bisogna fare tabula rasa per potersi ancora scegliere”. E' un autore nudo col suo pianoforte e la sua dirompente creatività artistica. Una perla tutta da ascoltare. Ah giusto, quasi dimenticavo! L'incipit: “Francesco, scioglila!”. Più puodarsità di così...

Talking Heads – Once in a Lifetime

Come siamo arrivati fino a qui? Potresti tovarti a guidare un'auto bellissima, parcheggiarla in una casa bellissima, baciare una moglie bellissima e chiederti “come sono arrivato fino a qui?” Il monito di quel genio di David Byrne. Quello che fate è il risultato di un “pilota automatico”, di una vita frenetica che vi travolge e vi autocompiace o è frutto di una scelta? State lasciando che i giorni passino? Una delicata provocazione e un consiglio: abbracciate l'assurdità della vita. Mettete da parte le certezze e fate l'amore con la puodarsità, per restare vivi.