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Cance, da una fotografia nasce una storia di libertà Dolce Venere: il video

Musica
Credit Kristel Pisani

Una riflessione sul rapporto madre e figlia, su come la vita sarebbe potuta essere diversa

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Dolce Venere è il singolo che ha anticipato il mio primo album, Sublunare, uscito lo scorso 13 dicembre per Musa Factory/Officine 33 giri e realizzato grazie al contributo di Nuovo Imaie. L'ispirazione per il brano è arrivata un giorno mentre osservavo una vecchia foto di mia mamma in riva al mare in Calabria, la sua terra d'origine. Aveva diciotto anni. Sono rimasta folgorata dalla sua bellezza: in quello scatto ho riconosciuto una ragazza che sapeva sognare e nel suo volto ho visto una serenità che non vedevo da tempo. Guardando quell’immagine sono iniziati anche a sorgere però in me alcuni pensieri; ho pensato a come sarebbe stata la sua vita senza di me, senza i sacrifici e le rinunce che ha dovuto fare, mettendo davanti a tutto il mio bene, la realizzazione dei miei sogni. Da donna libera che sa bene cosa significhi inseguire i propri sogni e volerli realizzare, mi sono chiesta perchè lei non abbia fatto lo stesso e se io possa esserne stata in qualche modo la causa.

Questo mio travaglio interiore è stato reso bene, nelle immagini del videoclip del brano, dal regista Frè. Lo abbiamo realizzato a Varcaturo, in provincia di Napoli, ed è quasi tutto come in quella vecchia foto: la spiaggia e il vestito che indosso, che è esattamente quello che aveva mia madre. La storia però è leggermente diversa, il cielo è meno sereno e ci sono nuvole, che rappresentano i miei troppi pensieri, che verranno però finalmente spazzate via dal vento, nella seconda parte del brano, per lasciare spazio al sole, a quello che ci riserverà il futuro.

"Su prepara il tuo bagaglio, questo è solo il primo viaggio, io ti porterò dove non sei stata mai"

 

Mi sono posta l’obiettivo di farla tornare a risplendere di quella stessa luce, di farle vivere quella parte di vita che probabilmente immaginava per sé ma non ha mai vissuto e ritrovare la stessa serenità di quello scatto, che ho rivisto solo qualche anno fa nella nostra prima vacanza mamma e figlia, in Puglia.

"Se saliamo sopra a un trullo, non vedremo tutto il mondo ma qualcosa in più, qualcosa in più e tu riderai"

Ho scritto questo brano chitarra e voce; quando una canzone è spoglia le parole arrivano in modo più diretto e avevo paura che in fase di arrangiamento, caricandolo di elementi, potesse perdere in parte la sua potenza emotiva. Devo invece ringraziare il producer con cui ho lavorato, Joe Santelli, perchè ha saputo dare la giusta veste al brano, fondendo elementi acustici ed elettronici che ne valorizzano l'intimità, rendendolo ancora più evocativo. In tutto l'album, Sublunare, parlo di ciò che l’amore, sentimento etereo e spirituale, diventa quando cade sulla terra e si adatta agli uomini, ai sublunari appunto. Racconto storie di chi ha subito l’amore mercificato, privato della sua spiritualità, ma anche di chi ha vissuto quello romantico, puro, che non chiede nulla in cambio, come quello tra una mamma e la propria figlia appunto.

 

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