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Cance: "Viviamo una quotidianità di amore fisico e imperfetto sognando quello Sublunare"

Musica

Fabrizio Basso

La cantautrice ligure col suo album d'esordio esplora l'essere umano e le sue imperfezioni senza mai dimenticare che aspiriamo alla perfezione. Canzoni visioniarie e carnali da ascoltare e respirare. L'INTERVISTA

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Sublunare è il primo album della cantautrice ligure Cance, all'anagrafe Giulia Cancedda. Racconta è il mondo che si trova sotto alla Luna, il mondo corruttibile, imperfetto, finito. Si contrappone al mondo astrale che, a partire dalla Luna salendo fino ai limiti dell’universo, è regolato da leggi permanenti e immutabili. E' un album visionario, di una profondità siderale. Giulia riesce, canzone dopo canzone, a portarci in mondi belli e ostinati, che come i muri a secco delle creuze liguri si gonfiano, si modificano ma non cadono. E' questa la sua forza che si traduce nel coraggio di osare. Nella vita e nell'arte.

Giulia partiamo dalla storia dell’album e dell’assioma che un amore va comunque vissuto, che sia Sublunare o astrale.
L’album nasce da un insieme di cose a partire da Ora Blu, il mio primo Ep del 2020, e dalla melanconia. Ho ragionato sulle parole che contengono blu e in sublunare c’è. Poi parlo in tutti i brani di amore terrestre anche se compare una visione più perfetta. Tutti miriamo all’amore spirituale e perfetto e invece facciamo i conti con quello carnale e imperfetto. Nella cover c’è la luna a ricordarci che l’amore più spirituale esiste anche se raro. Viviamo entrambe le cose ma per lo più viviamo quella più fisica e quotidiana.

Apri l’album con Mesopotamia, un brano che parla di salute mentale, tema oggi molto dibattuto. Mesopotamia era una terra di mezzo tra il Tigri e l’Eufrate. Lì è ambientato Le Mille e Una notte che è la storia di un sovrano che uccide la moglie adultera e poi molte altre. Ma il finale è positivo, sposa la donna di corte. Si redime…è così che immagini il futuro, una redenzione dal male?
Inizialmente volevo raccontare di chi soffre di malattie mentali ma anche di chi è troppo sensibile e assorbe troppo la vita, mi ero ispirata al telefilm Tutto Chiede Salvezza che narra di un ragazzo che fatica a sopportare il dolore. Diventa violento, picchia il padre, subisce un TSO e finisce in ospedale con altri pazzi o presunti tali: ma lui dice di non essere malato ma solo eccessivamente sensibile. A me capita di stare male per cose che per altri sono piccolezze. Le persone vengono sottovalutate nella loro sensibilità mentre andrebbe compresa. Mesopotamia è fertilità, dunque una persona che assorbe molto dalla vita.

In Dolce Venere restituisci a tua madre la vita che per amore materno non ha vissuto. Ti chiedo se hai mai percepito che “era stanca di fingere” e se non credi che oggi la maggior parte della gente vive vite che non vuole.
Percepivo, crescendo, quando fingeva di essere felice e invece era stressata per svariati motivi. Ho puntato sul lato più positivo. Non posso fare nulla perché le scelte le ha fatte ma nel mio piccolo posso prenderla per mano e restituirle un po’ di momenti che non ha attraversato. Mi chiedo se non ci fossi stata io se si sarebbe realizzata di più come donna. Certo sono scelte sue, col tempo me ne sono fatta una ragione ma nel mio piccolo vorrei farle ritrovare qualche sorriso in più.

Credi che ci sia una Giada dentro ognuno di noi? Credi ancora che le cose belle nascono per caso oppure rifletti sulle conseguenze?
Spero che non ci sia una Giada in ognuno altrimenti sarebbe un casino il mondo; magari c’è ma per fortuna non tutti la fanno uscire. Sono una donna che riflette ma le mie cavolate le ho fatte: un pochino può esserci questa componente ma sono empatica e non riuscirei a prendere in giro le persone come lei, anche il narcisismo è una malattia. Le cose nascono per caso e come un gioco il problema è se per una rimane un gioco ma per l’altra cresce.

Ha sempre un senso se “ci rotoliamo in mezzo a sogni che durano un istante e poi niente”?
Io sono una sognatrice per cui per me ha sempre senso ma crescendo a certe cose ci penso un po’ di più o non le faccio. Tendo a lasciarmi andare ma non come una volta.

Puoi, vuoi dirmi qualcosa di più di Massimo? E poi mi sfugge quando dici “lo so che potrei fare di più essere un padre migliore ed un marito eccezionale”: perché viri al maschile?
E’ come se mio papà parlasse al suo amico Massimo che è morto all’improvviso. Avevo la necessità di scriverne, ha segnato anche me quell’episodio. Ho interpretato il dolore di mio padre e lo ho raccontato dal suo punto di vista. Non se l’aspettava ma gli ha fatto piacere.


La dignità di Non Posso Salvarti stride col mondo di Giada: eppure quando dici che “ogni storia c’ha le sue ragioni” sembra siano due mondi sovrapposti.
Questo brano lo ho scritto per una mia amica: c’è un bene per tutto ma anche un limite. E’ una lettera di consolazione che ho fatto a lei, quando ha eretto un muro ho provato a parlarle con una canzone.

Boom Boom è amore ma è anche una visione un gettare il cuore oltre l’ostacolo quando scrivi “anche se il futuro è incerto lo guardo e mi sorride”: il messaggio è arrendersi mai?
Vivere l’attimo perché il futuro è incerto. Racconta di una relazione tra extra-comunitari che si baciano sulla barca perché non sanno come andrà a finire. Sotto c’è il filo di speranza. Nasce come una storia d’amore tra due persone in guerra poi è uscito Tananai con un brano su quel tema e per evitare sospetti di copiatura la ho cambiata. Invito a vivere l’attimo col sorriso, non c’è accezione negativa.

Cosa c’è scritto nel foglio bianco che tieni al petto?
E’ un riferimento al bambino che stringeva la pagella…è una parte del testo inserita con Maurizio Dinastia, che collabora con me in alcuni testi.

L’Amore cambia forma è accettazione o rassegnazione?
E’ accettazione. Il testo è di Maurizio, io ho fatto la musica. Rispecchiava situazioni che a volte ho vissuto. In venti minuti ho scritto la musica, è chitarra e voce come è nata con la sola aggiunta di un arpeggino elettrico sui ritornelli. L’amore cambia continuamente forma, l’importante è esserne consapevoli: non si può vivere solo di inizi.

L’Arrotino è un’arringa contro gli uomini che sono sempre più eterni Peter Pan?
Stavo facendo colazione ed è passato l’arrotino con la voce ritmica e sulla sua voce ho messo un bit. Mi ha dato l’idea di uno che passa e risolve: l’arrotino dice che è arrivato e la donna scende. Perché non urla “uomini non è arrivato l’arrotino”? Ho chiesto a Maurizio un intervento testuale per inserire la visione maschile. Il senso è: ho bisogno di una persona che mi completi e non solo per colmare il vuoto in un letto.

Inoltre parli di meritocrazia, tra l’uomo di successo e la donna che se ha successo viene sempre guardata con sospetto…chissà come ci è arrivata. Per altro tu frequenti un mondo maschilista. Hai la percezione che le cose stiano cambiando o sono solo parole? Già in Conosci? parlavi di precariato artistico.
Quest’ultimo, per altro il primo brano che ho scritto in italiano, era un testo ironico sul precariato e sulle raccomandazioni: in Italia per fare serate ti chiedono se porti gente, a Londra, dove ho vissuto, avevo conosciuto un altro mondo. Non parlavo comunque solo della musica. Sta cambiando la situazione? E’ difficile dire di sì, conosco l’ambiente da anni e ci sono i professionisti seri ma c’è sempre chi la battuta la lancia.

La sensazione finale è che sia un album di assenza. In ogni canzone manca qualcuno o qualcosa: è così la vita? Compensarsi mentalmente per non cadere?
C’è molto assenza anche per la mia melanconia ma non la vivo male, è un modo mio di elaborazione. Io le persone che sono state nella mia vita le porto nel cuore, l’assenza può anche essere positiva.

Cosa mi dici del tuo Lavagna Busking Contest?
Sto lavorando alla terza edizione e la manifestazione è nata dalla mia esperienza a Londra. Lì c’era una competizione gigante, avevo partecipato, ero arrivata in finale. Mi ha fatto sbloccare. Perché in Italia non è possibile? E allora ho cercato di dare coraggio a chi non ce l’aveva: se è un evento organizzato è più facile buttarsi. La strada non è un ambiente da sottovalutare. Può anche essere un punto di arrivo.

Alla fine possiamo dire che ogni giorno salirai su un trullo, aggiungerai due chianche e vedrai un po’ più lontano oltre a sentire cambiare il vento?
Sì, cerco di vivere così. Ogni giorno che scorre è un passo in avanti se vissuto con positività. Non sono sbocciata prima perché da giovane ero negativa e autocritica, mi sono svegliata tardi e ora cerco di recuperare. Mi sento cambiata e positiva e qualche soddisfazione me la sono tolta.

Cosa accadrà in questi primi mesi del 2024?
Sto cercando di portare il disco in giro in forma acustica in trio che è gestibile e mi sento di rendere al meglio. La gente mi comprende di più in acustico ma oggi è difficile farci un disco intero.

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