Il brano affronta il tema della questione femminile sotto diverse prospettive, sottolineando che sono tutte facce di una stessa medaglia
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Mi piacerebbe poter dire che questo video è stato girato in tempi non sospetti ma, purtroppo, non esistono tempi non sospetti quando si parla di violenza sulle donne. Il tema è, ahimè, sempre di attualità. Ho fortemente voluto nel video la presenza di Atha Monfared, la mia amica iraniana, perché si potessero collegare le due cose: la questione delle donne in Iran e i femminicidi in Italia, che sono due facce di una stessa medaglia. Nel video infatti ci sono due piani: quello orientale, rappresentato da Atha e quello occidentale, rappresentato da me. Lei porta l’hijab ed è vestita in modo tradizionale mentre io posso esibire i miei lunghi capelli neri in primo piano e il mio abito è apparentemente più emancipato, ma entrambe siamo “prigioniere”: lei di una rete di corde invisibili tessute da una feroce burocrazia teocratica, io di visibili corde rosse, metafora di una cultura ancora improntata al maschile.
Il simbolismo è accentuato dai colori nero e rosso, riferimenti ormai famosi per l’argomento in questione. Atha estrae una lunga serie di cose rosse dalla custodia nera di una chitarra e la scelta del contenitore non è casuale; il messaggio che abbiamo voluto dare è che la musica è salvifica, sempre e in ogni circostanza.
E anche gli oggetti non sono casuali: i palloncini sono la leggerezza; le candele, che bruciando se stesse illuminano, sono immagine allegorica del sacrificio; le scarpe sono il simbolo per antonomasia del femminicidio; il libro rappresenta l’emancipazione culturale e la capacità di evolversi; gli occhiali la possibilità di guardare oltre se stessi: quando Atha li indossa è come se si rendesse conto di quello che sta succedendo, che ha intorno una realtà ben più complessa di quanto le apparisse in precedenza e che accanto a sé c’è un'altra donna che, come lei, sta lottando.
Ed è proprio questa consapevolezza, di non essere sole, che ci permette alla fine di reagire, lei togliendosi l’hijab e io sciogliendomi dalle funi che mi tenevano legata.
E brindiamo alla nostra sorellanza, finalmente libere. É un messaggio di speranza ma anche di consapevolezza, poiché siamo certe che, prima o poi, le cose cambieranno in meglio. La lucciola è una creatura luminosa e poetica, che tutti accolgono con gioia.
Ciò nonostante la sua esistenza è minacciata; non a caso l’autore l’ha scelta per rappresentare questo particolare aspetto della condizione femminile.
Il video è stato realizzato da Stefania Cocozza con la collaborazione di Aldo Coppola Neri. I due fondatori di RadiciMusic Records si sono rivelati eccellenti film-makers, assecondando le mie richieste ma anche proponendo un editing che ha portato a un risultato finale esattamente come lo desideravo. Che il brano sia stato scritto da un uomo, il musicista Bob Mangione, è un valore aggiunto, perché significa che non è vero che gli uomini sono tutti uguali e che sono il nostro nemico ma, anzi, significa che insieme dobbiamo trovare una strada da percorrere che ci allontani definitivamente da questo ormai evidente problema sociale. “Lucciola” è il brano scelto per presentare il nuovo disco in uscita a breve, intitolato “Ho un piano B”, edito da RadiciMusic Records, che si apre proprio con questa canzone.