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Willie Peyote in concerto a Modena, una serata per riconnetterci con l'umanità

Musica

Fabrizio Basso

L'artista torinese ha portato sul palco del Vox di Nonantola la data zero del tour che debutterà il 6 novenbre a Venaria Reale. Lo abbiamo visto in anteprima, il NOSTRO RACCONTO

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La nostra storia, gli eccessi, le timidezze, l'ironia, le preoccupazioni, la poesia e il sogno...tutto in un concerto. Willie Peyote ha terminato l'allestimento e tenuto la data zero del suo tour, che debutterà ufficialmente lunedì 6 novembre al Teatro della Concordia di Venaria Reale (per terminare, dopo avere girovagato per la penisola, il 2 dicembre a Napoli), nello storico Vox Club di Nonantola. Questi concerti sono stati ribattezzati Non è (ancora) il Mio Genere Club Tour 2023. Cosa bisogna aspettarsi? Una festa con musicisti meravigliosi e con un artista che ogni sera riesce a creare uno spettacolo diverso grazie a una dialettica e una capacità di anticipare la realtà uniche. Al Vox ha modificato il testo di una suo pezzo per inserirci una barra su Andrea Giambruno (poco dopo sono arrivare le strofe su Fabrizio Corona), ha cantato Glik come fosse in campo e C'era una Wodka ha assunto toni punk, al punto che il suo salto ha ricordato la cover di London Calling dei Clash. Oltre un'ora e mezza senza sosta, con un pubblico scatenato e appassionato. Solo una nota negativa, ma è un concorso di responsabilità che coinvolge tutti gli artisti e i promoter: iniziare il concerto alle 21.45 quando l'orario di partenza è le 21 è mancanza di rispetto per chi arriva puntuale, magari mollando al volo i figli dai nonni o investendo su una baby sitter; o prendendo un permesso dal lavoro. Passi per il proverbiale quarto d'ora accademico ma oltre è un incentivo a delinquere su meridiano della musica.

Willie Peyote ci accompagna in un viaggio lungo oltre dieci anni, iniziato tra il 2011 e il 2012 con la pubblicazione in streaming della trilogia di Ep intitolata Manuale del giovane nichilista e che ha delineato la sua idea di musica cui è seguito, nel 2013, il debut album Non è il mio genere, il genere umano. L'ultimo capitolo si chiama Pornostalgia. La scaletta scelta per il Vox dovrebbe essere la stessa dell'intero e si apre con Glory Hole poi arriva il disincanto di Quando Nessuno ti Vede con "questa storia sembra bella da lontano a mano a mano che poi ci avviciniamo non lo è più". Guglielmo, questo il suo nome anagrafico, è da subito padrone del palco e se lo mangia insieme ai suoi musicisti, dei veri fenomeni. Non è usuale trovare on stage, in un live di questo genere, un trombettista: ebbene, in alcuni momenti sembra una voce aggiunta; a loro va aggiunta la regia occulta ma fondamentale di Nicolò Tacconella e di Concertielementi. Ovviamente per riuscire a proporre più pezzi possibili ricorre a dei medley, che sono strutturati come canzoni vere, non un copia e incolla di porzioni di testi come fanno molti suoi colleghi. Tra le altre canzoni ci sono Frecciarossa con i suoi pensieri che "al buio nascono per fotterti" e TmVB che affronta il tema delle aspettative che parenti, amici e società hanno su di noi, un vero manifesto alla libertà artistica e umana. Ironia caustica anche in Io non sono un razzista ma.. .dove Willie ci ricorda che "tanto ormai lo sappiamo è palese, tutto il mondo è paese…parla di equità, ce ne fosse la metà". Accenni di pogo per Aglio e Olio, brano che parla di amicizia e identità e invita a quel piccolo gesto che può cambiare il senso di una giornata. La tua Futura ex moglie, C'era un wodka e Mai dire Mai (La Locura) chiudono il concerto ammonendoci che "questa è l'Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c'è la morte". Saggio e rispettoso ci risparmia la pantomima dell'attesa per i bis, e riappare sul palco in un nano secondo per la trilogia finale che prevede Sempre lo Stesso Film, Semaforo e Che Bella Giornata le cui ultime parole sono la summa di quella che dovrebbe essere la nostra esistenza ovvero "se c'è qualcosa ti da fastidio qualunque cosa sia, smetti di sopportare, e vai". E si va a casa col sorriso e con la gioia eredita da un artista, da un uomo che il genere umano sa accarezzarlo con la forza della parola.