Vale LP: "Ora mi lascio abitare dall'euforia e so che la vera pazzia è essere me stessa"
Musica Credit Silvia Violante RougeUn lavoro, "E sono felice", di rara sensibilità e di una trasperanza unica. L'artista campana ci porta nel suo mondo e ce ne trasmette le sensazioni, affinché anche noi che la ascoltiamo possiamo assaporarne i frutti. L'INTERVISTA
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Vale LP, dimenticata protagonista di X Factor 2021 (GUARDA LO SPECIALE), incanta con “E sono felice” , il suo primo EP. L’immagine è quella di un vero e proprio diario di viaggio, che racchiude pensieri e consapevolezze che, brano dopo brano, sosta dopo sosta, cambiano, maturano e crescono. La ricerca, non solo di un genere o di un’identità musicale, ma anche di noi stessi, è la prerogativa principale per essere veri ed in pace con il proprio Io, con la propria passione e il proprio lavoro. L’EP include le quattro tracce già pubblicate “Porcella”, “Giardino”, “Saliva” feat. Tripolare e “CHÉRI”, a cui si vanno ad aggiungere i due inediti “Nessuno scopo” e “Cosa mi fai?” feat. VillaBanks.
Valentina partiamo dalla storia di “E sono felice”: un lavoro molto intimo e in alcuni momenti sofferto visto come vai in profondità di te stessa. La sensazione è quella di una navigante che non si stanca di andare sempre al prossimo orizzonte: è così?
Assolutamente si, c’è un viaggio che parte da un brano, “Nessuno scopo”, dal sapore melanconico, di resa. Ho scelto il titolo per la sensazione di libertà del viaggio e non del peso della valigia. E’, nella mia testa, un diario di viaggio, un album fotografico costruito nei due anni che precedono la pubblicazione. Sono andata alla scoperta di me stessa, tra sperimentazione e incontri con persone. Ho trovato musicisti che mi hanno fatto compagnia. Un aspetto meraviglioso è stato trovare persone, con le quali ora lavoro, che si rispettano e trasmettono stimoli. Musicalmente mi ha aperto finestrelle su di me che mi hanno dato consapevolezza. Ora la musica la prendo per mano.
Oggi il tuo sonno è migliore?
Assolutamente sì. Non mi riempio le giornate, faccio ciò che mi va e dormo serena. Spesso ci assumimo troppe responsabilità e molte non sono nostre. Io per la musica ho lasciato andare delle cose e dunque ora andare in profondità è stata una liberazione, ho mollato dei galleggianti. Sto sott’acqua per più tempo.
Se i veri coraggiosi sono pazzi, tu quanto sei pazza?
Assai. Lavoro su come far navigare questa energia che ho fin da piccola, tra miei ricordi e quello che mi ricordano gli altri. Devo liberarmi, mi lascio abitare dall’euforia e la canalizzo nel modo migliore. La vera pazzia è essere me stessa.
Il tuo posto sicuro resta una ossessione oppure lo hai trovato?
Forse non mi va di risolvere la questione. Una parte di me pensa che la musica delinei emozioni forti e profonde che non voglio controllare e ora ci sto lavorando per avere posizionamenti sani; ma per natura la musica mi travolge e resterà una ossessione.
Quando è l’ultima volta che hai sorpreso te stessa?
Quest’anno in tantissime occasioni. Poche volte mi dico “brava Vale, ben fatto”: ho dinamiche caratteriali che mi portano al born out. Oggi mi sento al posto giusto con le persone giuste e non corro e dunque sento di stare bene e mi sono sorpresa. La soddisfazione è la sorpresa più grande. Sto in confidenza con me e i mie pensieri e conviviamo bene.
“Responsabilità dei sentimenti”: cosa significa per la tua generazione?
Spesso, almeno per me, è un riferimento al flusso dei pensieri legati alle posizioni emotive che sovrastrutturano cose che non dovrebbero essere tali. Cerco sempre motivazioni, significati e invece dovrei lasciarmi andare perché i sentimenti non si spiegano. I sentimenti sono quello che senti in un preciso momento e lasciarsi andare è coraggioso. Ma va fatto.
Ti senti una che va sempre di fretta oppure hai imparato l’arte della lentezza?
Mi piacciono le sfumature. Dipende dai momenti, a volte la corsa mi pressa, a volte la lentezza mi rilassa altre meno. Ho smesso di prenderli come fattori determinanti della mia personalità. Voglio farmi abitare in modo sano dalle sensazioni.
“Se sei impegnato io non mi innamoro”: è una regola che ti sei data o oppure se la passione si accende va comunque assecondata? E ci si cerca solo per illudersi?
C’è un collegamento tra i vari brani. “Porcella” è provocatorio e provocante soprattutto per me. Le cose che succedono non devono determinare certe cose, quello che accade può e deve cambiarmi anche ogni giorno. E’ un giocare con posizioni di vita sempre in movimento.
Non sei contenta di quello che vedi eppure fuori c’è lo spettacolo più bello del mondo: c’è una formula per allineare i pianeti? Per essere contenta guardando lo spettacolo più bello del mondo? Oppure non essendo fatta di logica tutto è lecito?
Il claim del brano è che il limite si può superare. Penso che trovare la formula sia difficile, forse inarrivabile, perché la ricerca costante è il motore che muove le persone. Io lo trovo nelle sfumature, quindi nella mia musica ci sono ambiguità. Tutto è lecito nel momento in cui ci rispecchia e c’è il rispetto. A volte fa bene anche sedersi e guardare. Lasciare la manopola del super io e essere semplicemente se stessi.
“Cherie” è la canzone che trasmette più inquietudine: tu sei così? Perennemente inquieta?
Si. Ma vivo l’inquietidune con serenità. E’ un brano di paure, è la prima cosa che ho scritto che si avvicina a una canzone quando non era ancora la mia scelta di vita. Ora convivo con cose di me che mi facevano stare male. Cronologicamente segna un momento di partenza, di una me con tanta paura.
Infine se il seme lo hai trovato, ora che germogli ti aspetti?
Tanti frutti ma in realtà che siano gustosi per gli altri. Mi sento un artigiano, un contadino che per un anno vede l’orto e sa che i frutti dovrà coglierli e donarli. La musica nasce come una cosa mia e che ora è degli altri. La musica è per me un atto di condivisione.
Che accadrà nelle prossime settimane?
In estate ci saranno un paio di date e in autunno arriverà il tour. E settembre, col suo venticello autunnale, porterà sorprese.