Ilaria, da X Factor a Sala Blu: "Ho fatto pace con l'orgoglio e fatto volare i desideri"
MusicaQuesta grande protagonista del talent show targato Sky nel 2014 torna con un nuovo album che è prima di tutto libertà mentale. L'INTERVISTA
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Ilaria ci porta nella sua Sala Blu dove troviamo otto nuove tracce. Brano dopo brano questa giovane artista protagonista di X Factor 2014 (GUARDA LO SPECIALE) descrive spaccati di vita quotidiana che, raccontati con una semplicità disarmante e sincera, coinvolgono l’ascoltatore all’interno di un viaggio sonoro composto da melodie gentili e parole che si uniscono perfettamente tra di loro. Un sound eterogeneo, una cifra stilistica unica e una straordinaria capacità introspettiva caratterizzano il nuovo album, ricco di atmosfere oniriche e sognanti. Il nuovo disco è frutto degli anni di disparati ascolti, studi e sperimentazioni portati avanti da Ilaria, ormai pronta a tornare per raccontarsi al pubblico, con passione ed entusiasmo, grazie a una rinnovata consapevolezza personale e maturità artistica.
Ilaria quando nasce “Sala Blu” e cosa ti ha portato verso suoni più Pop e testi più intimi, quasi ritratti di quotidianità?
Il passaggio dalla scrittura in inglese a quella in italiano mi ha fatto riflettere sulla penna che volevo avere, l’inglese agevola la creazione di un pezzo. In italiano è più divertente scrivere, la lingua è difficile ma molto interessante per vastità di parole e per tanti piccoli significati. Anche musicalmente c’è stata la stessa trasformazione, in primis la volontà di trovare cose più mie e personali nel mare delle tante influenze musicali che ci sono. Un processo creativo lungo e figlio della casualità perché non c’era una esigenza discografica, ero solo io che volevo completare un processo. Tutto è germogliato in modo naturale e fluido, eravamo liberi di sperimentare essendo auto-prodotti.
Apri l’album con una Intro, concetto oggi un po’ desueto. Tu però fai un passo oltre perché la tua intro è una canzone che trasmette un senso di smarrimento “verso un confine che non si raggiunge”.
L'ho voluta perché il disco è un racconto per capitoli e dunque serviva, è proprio la porta di accesso a un vortice di pensieri e paranoie, che è la mia sala blu. Nel testo parlo di un triangolo, ne conosco i confini ma non ho ancora la forza per superarli.
Amami la interpreto come una canzone di solitudine e di speranza, con una persona “nel letto sola”: in quei momenti i desideri e i pensieri sono davvero più veri?
Rappresenta la sensazione di essere compresa solo da te stessa cui si unisce l’invito a prendermi comunque. Qui non c’è un finale positivo ma solo l’illusione. Poi mi fa piacere che ascoltandola ci si vedano più significati.
L’allenamento che supera il talento è il successo fatto di like?
Sono cresciuta in un contesto dove non vince l’idea bensì la realizzazione, l’impegno. Per una parte della mia vita sentivo di avere un talento ma ero frenata dai giorni che si ripetevano: tutto evolveva ma il mio sogno no. Poi mi sveglio e torno nella realtà dove conta l’impegno. Occorre un equilibrio tra dote e talento.
Nella vita sei una dreamer nonostante i “giorni nefasti da mattina a sera”?
Assolutamente. Ho i piedi per terra ma la testa per aria. Sono concreta ma le ambizioni vanno oltre il possibile ed è ciò che mi spinge a fare questo lavoro, senza una visione lontana non fai neanche il passo più piccolo.
Anche Mare, un po’ come Amami, declina lo struggimento dell’amore: quanto la paura di aprirsi è nemica dell’amore?
Tantissimo. Io faccio molta fatica a esprimere emozioni e sentimenti a parole. Poi si riflettono anche in altri contesti. Mi esprimo di più nella musica che nel dialogo.
Qual è la ragione che non hai che non solo ti spaventa ma è diventata la Sala Blu, la title track dell’album?
È il primo brano che ho scritto. Il blu è il colore dell’arte che mi ispira. È anche il nome del primo teatro dove ho studiato musica. Blu è il colore degli occhi della persona cui mi riferisco nel testo: entrare in quegli occhi era entrare in un mondo a sé anche se intorno c’era buio. È una ragione mia che non è reale e ciò mi spaventa.
Giriamo nel letto parla di pensieri e problemi di persone normali: ti chiedo chi è oggi una persona normale. E perché nell’ultimo verso i pensieri differiscono?
Io sono una persona normale. Comprendere le leggi che governano il nostro mondo ma anche sapere che talvolta puoi non seguirle è normale. I pensieri personali a volte sono condivisi inconsapevolmente, tipo andare contro regole.
Ascoltando anche Vai è sempre più netta la sensazione di un cambiamento non solo di direzione artistica, ma anche umana. Quanto l’uno ha inciso sull’altra?
C’è un distacco tra la prima parte e la seconda, il confine è proprio Sala Blu. Subentra un senso di movimento e qui ammetto a me stessa che mi muovo, affronto l’altra persona e arrivo alla chiusura. Chiusa nel mio mondo mi sentivo la causa dei problemi ma se sono tra quattro mura è perché qualcuno le ha costruite con me ma io voglio uscirne da sola.
L’anno prossimo sono i dieci anni dal tuo X Factor, era il 2014: quando pensi a quell’Ilaria provi tenerezza oppure è una parte del tuo passato e basta?
La ricordo con tantissima tenerezza ma anche con ammirazione. Oggi non mi metterei così tanto in esposizione, all’epoca ero ingenua e inconsapevole di ciò che sarebbe accaduto. Il brano di allora ho ripreso da poco ad ascoltarlo, è stato accompagnato da un periodo di down. Oggi ti dico che c’è stato un avvicinamento tra le due Ilarie.
Oggi possiamo dire che hai fatto pace con l’orgoglio? E che i distanti desideri sono un po’ meno distanti?
Esattamente. Era il momento, bisognava farlo.
Dopo la presentazione a Firenze di Sala Blu che accadrà?
Spero in una estate in concerto. Comunicheremo presto le date ma ne abbiamo già a maggio e giugno. Voglio tornare sul un palco. Il fatto che esce l’album mi dà più libertà mentale. E intanto scrivo nuova musica.