L'artista napoletano pubblica il suo nuovo album e lo accompagna a una scelta di canzoni che sono suoi punti di riferimento
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Il testamento di Tito di De Andrè perché in Retrò si parla di Dio nel modo meno religioso e più naturale possibili, esattamente con la stessa naturalezza con cui Tito guarda all’uomo in croce al suo fianco.
L'animale di Battiato perché in retrò quando vi parlo del microcosmo che mi porto dentro sono gli archi a raccontarlo davvero, e ad accompagnarlo, m come il maestro mi ha insegnato a fare.
Piazza grande di Dalla perché se dopo l’usicita di Retrò non troverò “gente come me” ai miei concerti è proprio li che voglio morire. In piazza grande.
Parigi di Carella perché la pochissima elettronica presente in Retrò è ispirata da questo capolavoro che è in un album meraviglioso.
L’avvelenata di Guccini perché da quando faccio il professore di musica ogni mattina mi canto tra i denti “Mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più di un cantante”.
Bene di De Gregori perché per registrare le chitarre acustiche di Retrò io e il mio amico chitarrista Roberto Trenca abbiamo cercato di dare corpo e voce agli strumenti propri della canzone d autore, uno su tutti le chitarre acustiche, rifacendoci al mondo costruito da Renzo Zenobi che ha suonato in "Rimmel" ma anche a Roberto Ciotti, sicuramente le atmosfere della RCA degli anni 7'0 sono sempre state un punto di riferimento.
Non insegnate ai bambini di Gaber perché è una sorta di mantra. Da sempre mi dico che l’unica cosa che voglio domandare a me stesso è “Cosa vuoi essere” e mai “Cosa vuoi fare”. Questo concetto è uno dei fiammiferi che ha incendiato l’incendio che ha generato Retrò.
Way To Blue di Nick Drake perchè se Retrò traccerà per me finalmente la mia strada giusta, vi prometto che tornerò a raccontarvelo. “Verrò a dirvelo quando la troverò”.