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Alibi, un Assaggio rock della nostra quotidianità: il video

Musica

Le immagini sono state girate in un vecchio hotel di lusso abbandonato, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DEGLI ARTISTI

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Ciao, noi siamo gli Alibi un duo rock formatosi durante il lockdown, in uno scantinato vicino alla Stazione Termini di Roma, un posto non proprio tranquillo, un po' come la nostra musica. Uno di noi era reduce da due anni di Erasmus e si era appena trasferito a Roma, l’altro stava terminando i suoi studi accademici di batteria. Dopo le prime esperienze poco stimolanti con altri gruppi, sentiamo inaspettatamente, la prima volta che suoniamo insieme, un feeling immediato, istintivo, che riusciamo a trasmettere soprattutto sul palco. Perché nei live ci piace sudare, mentre cantiamo i fatti nostri, che poi sono i fatti di tutti e questo ci aiuta a creare un legame con il pubblico.

Descriviamo il nostro sound come un giovane punk che fa a pugni con un vecchio bluesman, giocando a chi ce l’ha più distorto. Singolarmente abbiamo gusti musicali quasi opposti: Guglielmo si sveglia la mattina con i Bee Gees, Gabriele prende il caffè ascoltando i Sex Pistols, e questo influenzarci a vicenda ci ha arricchito musicalmente, oltre a scatenare litigi sulla scelta della musica in macchina (che puntualmente terminano coinvolgendo le rispettive madri, che salutiamo). Il nostro modo di scrivere è molto semplice: uno sputa riff e versi dopo aver ingerito un torto, l’altro ci batte sopra, e succede la magia.

Il videoclip del singolo lo abbiamo girato in un vecchio hotel di lusso abbandonato, all’interno del parco nazionale del Vesuvio, di Napoli. Armati di un Fiat Ducato, un videomaker, un divano blu rubato sul pianerottolo della vicina e mille altri oggetti di casa nostra, ci siamo avventurati sull’autostrada del sole, per arrivare ai piedi del Vesuvio, e poi all’hotel. Il listino ci racconta che passare una notte lì, costava 20 lire, oggi costerebbe un infarto, dato il suo stato tetro e decadente, e la somiglianza al set di un film horror che l’abbandono ha provocato. Dopo aver coperto varie scritte sui muri con i quadretti presi a casa dei nonni, abbiamo arredato il posto con tutto quello che avevamo, ma sapendo che ben poco sarebbe sopravvissuto all’ira del videoclip, ci siamo prevenuti; sarebbe stato un peccato spaccare bottiglie ancora mezze piene di liquori e spiriti vari, quindi la sera prima di girare, ci siamo gustati tutta la dispensa, tranne la sambuca, quella è rimasta sul terrazzino dell’hotel, non ne siamo fan, e probabilmente due amanti clandestini ci avranno brindato sotto le stelle con quella.

Tra i tanti graffiti sui muri, è possibile cogliere qualche citazione, come “we can be heroes” sotto la finestra nella scena del risveglio, o messaggi rivolti alla persona che ha ispirato il brano (quelli li può cogliere solo quella persona). La grande villa malconcia e che cade a pezzi in cui ci svegliamo, è il desiderio di una vita agiata, che crolla di fronte la nostra instabile incertezza. Nel video raccontiamo semplicemente le nostre giornate tipo: sveglia tardi, caffè, suonare, un bicchiere di vino, e alla fine travestirsi per andare a lavoro, tornare, e distruggere tutto, per poi ripulire. Una routine conosciuta a molti, e che raccontiamo a modo nostro, quindi, non prendetela troppo sul personale…