Comprendere la propria debolezza e farla propria è uno degli obiettivi più grandi e complessi che una persona possa cercare di raggiungere
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DEGLI ARTISTI
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo
La fragilità pensiamo possa essere attribuita come caratteristica o condizione originaria ad ogni forma di vita, che sia microscopica, mastodontica, in cima o in fondo alla catena alimentare. Basta poco per determinare un cambiamento radicale per la sua esistenza. E noi forse siamo le creature più fragili dell’universo in questo senso, dati i nostri comportamenti eccentrici rispetto al nostro habitat. Per cui pensiamo che rivelare la propria fragilità possa essere sinonimo di rivelare la propria forza, l’essere consapevoli di ciò che si è prendendone atto. Ma sia chiaro che la canzone non è stata concepita a priori con l’intento di raccontare della fragilità in maniera così universale, bensì è nata spontaneamente dalla nostra creatività.
Il rif iniziale è nato per caso da un “mantra” canticchiato sotto la doccia “oh ma ti immagini se tutti i fragili fossero più abili ad essere se stessi?!”
Dopo pochi minuti aveva preso vita lo scheletro della strumentale per cercare di dare una forma ritmica e un colore a quelle parole. Dopodiché, in modo così naturale da sembrare che l’idea fosse nata da entrambi contemporaneamente, abbiamo terminato il concetto iniziato in quel mantra, in maniera incredibilmente semplice, spogliandoci di ogni barriera e raccontandoci in tutta trasparenza. Comprendere la propria fragilità, accettarla, e farla propria rendendola uno strumento di espressione e di liberazione, penso che sia uno degli obiettivi più grandi e complessi che una persona possa cercare di raggiungere. Ma ancora più complesso è scegliere di esserne all’altezza. Il nostro Io spesso si sente molto fragile, e come è scritto nel brano, anche molto piccolo. Più di quanto lo fosse anni addietro. Forse perché il mondo in cui viviamo oggi spesso ci fa sentire un po’ troppo semplici, ma in un attimo anche troppo complicati.
Pensando a questo brano la fragilità potrebbe voler dire sentirsi fuori posto, come sentirsi a proprio agio nel disagio. Dipende da chi sei nel momento in cui affronti questa tematica. Crediamo che la fragilità non debba essere rimossa ma affrontata, cercandovi una soluzione. Come una persona che vuole comunicare con gli altri ma trova molta difficoltà per via della sua timidezza. Una soluzione potrebbe essere il cominciare a scrivere ciò che si vorrebbe dire, per poi arrivare a parlare. Trovare il modo più adatto a noi per andare oltre. Alla fine, è quello che facciamo con la musica e come hanno fatto molti dei grandi artisti che ci fanno emozionare. Il videoclip ha preso vita grazie all’intuizione del nostro amico Yari Saccotelli che, dopo diversi mesi dalla realizzazione del brano, ha sposato la nostra “fragilità musicale” raffigurandola visivamente. Volendo riassumere il concept in poche parole, il video vuole semplicemente evidenziare la fragilità e il labile confine tra rapporti di potere e fiducia tra le persone.
Un uomo con un rasoio affilato in mano alle spalle di un altro. Se ci pensate bene ha due scelte plausibili: prendersene cura (facendogli la barba) o fare l’esatto opposto (tagliandogli la gola come potrebbe accadere in uno dei migliori film di Tarantino).
Metaforicamente ognuno di noi potrebbe essere il barbiere o il barbuto, come il carnefice o la vittima di noi stessi e/o di chi abbiamo vicino. Sta a noi scegliere come utilizzare i nostri strumenti, forze o debolezze che siano, determinando chi e come saremo una volta scelto cosa fare e come farlo.