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Massimo Leoni, il nuovo album è Le amanti. "Le parole muovono i pensieri non solo l'aria"

Musica

Fabrizio Basso

Giornalista politico di Sky TG24 e curatore della rubrica La Guida, con questo suo nuovo lavoro discografico ci porta a riflettere su quel concetto misterioso che si chiama esistenza. L'INTERVISTA

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Un viaggio cosciente sospeso sempre tra due opposti: la vita e la morte, Dio e la sua assenza, le storie e le riflessioni. Le Amanti, il nuovo lavoro discografico di Massimo Leoni, giornalista politico di Sky TG24, che con la sua rubrica La Guida porta nelle nostre case la vita politica aprendo una finestra che altrimenti resterebbe chiusa. Con queste canzoni ci traghetta nel fiume della vita attraverso figure reali e fantasiose, come l'Uomo Ragno e il Dottor Destino.

Massimo partiamo dalla storia dell’album: quando è nato e come ci hai lavorato?
Siamo stati in studio separatamente, una band che suona tutto dal vivo e contemporaneamente è molto difficile da organizzare. Io scrivo e arrangio fino a un certo punto nel mio studio casalingo, dove sono state fatte praticamente tutte le voci. Poi il materiale si confronta con Fabrizio Pigliucci, mio storico compagno di strada. Ci comprendiamo bene e siamo amici artistici. Infine arrivano i musicisti. Le Amanti è tecnologia e artigianato uniti da tanta passione abbinata a una urgenza espressiva.
Io sono parentesi è un luogo nella canzone o è quello che siamo nella vita? Mi ricorda un po’ il chi vuol essere lieto sia del doman non c’è certezza.
La canzone è l’invito a pensare al suo contrario e ha un compito importante, quello di dare la misura ai nostri progetti e ai nostri sentimenti rispetto alla vita. Quando sei vicino alla morte, quando attraversi un lutto o un pericolo grave, cominci a relativizzare tutto.
Disarmano il male che attacca di notte: attraverso le tue canzoni trovi pace? Ognuno ha i suoi demoni e tu li esorcizzi con la musica?
Un po’ serve anche a quello. Chi fa arte tira fuori cose che poi diventano meno offensive. Questa è la parte curativa ma c’è anche il fascino di raccontare storie emozionando e portando a riflettere.
Quando è l’ultima volta che hai provato una breve felicità?
All’uscita del disco, la più recente. Era pronto da tempo ma è uscito solo ora; poi quando è stato relizzato il video de Gli Amanti. In quel momento ho vissuto un surplus di emozioni.
Portati via da qui è molto melanconica: che rapporto hai con i ricordi? Archivi tutto o selezioni e dimentichi?
Mi rimane il colore emotivo dei ricordi ma ho una pessima memoria. E’ un omaggio a quello che resta anche se è necessario allontanarsene. E’ quello che rimane di un amore in modalità sana; più in generale certe cose non ci sono più mentre altre provo a mantenerle.
In Camminare il Mondo, come in altre canzoni, è presente il senso della solitudine: è uno stato dell’anima che ti spaventa?
Mi è famigliare, a volte lo ricerco. Mi spaventa se non è una scelta. Va resa feconda perché certe cose non si possono fare se non da soli. A volte la ricerco e altre mi trova lei e non sempre sono ben disposto ad accoglierla.
Lady Sings the Blues mi ha fatto pensare a Janis Joplin e Amy Whinehouse: dopo polvere bianca e zucchero marrone, il brown sugar dei Rolling Stones, davvero resterà solo una voce?
La protagonista è Billie Holiday. Che rimanga la voce è estramamente importante, nella voce c’è tanto delle persone. Quando lei cantava…in quella voce c’era tutto.
Voglio la chiave per avere i tuoi occhi: può essere l’evoluzione dei larghi occhi chiari che non piangono mai di Fabrizio De André?
Adoro Ivano Fossati e Peter Gabriel. Qui mi collego a un album dell’Uomo Ragno col Dotto Destino che aveva inventato una macchina per scambiare i corpi e dunque provare le sensazioni dell'altra persona. Provava dunque le stesse cose e anche la normalità che non gli era concessa per le sue menomazioni fisiche.
Il si è irrimediabilmente isole e la confutazione del nessun uomo è un’isola di John Donne?
Alla fine siamo abbastanza isole. Bisogna comunicare sempre ma non temere il limite del non comunicare.
La canzone è L’Ultimo Amore ma l’incipit e il finale sono per il primo amore: cosa mi è sfuggito?
Normalmente si evoca il primo amore e mai l’ultimo. Che è quello che porta con sé il compimento della tua storia e a volte giunge quando non credi che sia più possibile.
I tuoi sassi col foglio bianco mi fanno pensare ai sassi che il mare ha consumato di Gino Paoli: può esserci una correlazione?
E’ un ragionamento sulle parole quando hanno dietro e dentro vita. Il vissuto e l'autenticità colpiscono come i sassi ma rischiano di diventare solo aria spostata quando le pronunci. Se non hai vissuto il mondo a voglia a parlare…non arrivi da nessuna parte.
Sei credente? Preghi tutte le sere Dio?
No, ma ho immaginato che in certe situazioni si possa e debba fare. Prego tutte le sere Dio di trovarlo, non è ancora capitato.
Gli amanti, la ragazza che è stata comprata, quello che si guadagnava la vita ballando, la signora che canta il blues…mi sembra ci sia una importante galleria di gente vinta dalla vita nelle tue canzoni: ti affascina il mondo degli ultimi?
E’ vero. Quando scrivo sento intorno questo tipo di umanità. Ma sono ultimi che a volte hanno una scintilla di emancipazione da quella situazioni ed è importante. Le felicità brevi sono come i punti della settimana enigmistica che vanno congiunti.
Infine ti chiedo se prevedi di portare questo progetto live.
Costruire un live è più difficile che mettere insieme l’album. Mi piacerebbe trovare la possibilità di fare qualcosa in alcuni posti adatti, dove c'è la giusta attenzione.