Il suono distopico e digitale vede anche la partecipazione del violinista Danilo Florio e la preziosa collaborazione di Paolo Benvegnù
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA
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Il rimando al celebre romanzo di Wallace è una conseguenza inevitabile se si fa un'osservazione oggettiva e realistica di una società sempre più schiava dell'apparire, dei mezzi di informazione e dei fili invisibili manovrati dal santo capitalismo della sorveglianza. Infinite Jest è anche il titolo del primo inedito del progetto N.o.D.o.
Il progetto N.o.D.o. nasce in Abruzzo con l'intento di mescolare la canzone d'autore alla psichedelia dalle smaccate radici anni '90. Un primo singolo in cui affrontiamo il tema dell'alienazione sociale: una critica aspra e poetica allo stesso tempo, dentro cui è un'allegorico Dio che si rivolge al piccolo uomo inchiodato alle responsabilità come nel famoso saggio di Wilhelm Reich. Il suono distopico e digitale che vede anche la partecipazione del violinista Danilo Florio e la preziosa collaborazione di Paolo Benvegnù. “Infinite Jest” nasce dalla decadenza e dalla solitudine a cui la pandemia ci ha costretti. Nel tempo peggiore che sembra non avere ancora una fine, che anzi si rinnova in tal senso, abbiamo assistito ad una spietata quanto oscena dimostrazione della stupidità che ognuno di noi ha saputo mettere in campo e, allo stesso tempo, è stato costretto a combattere per la mera sopravvivenza. L'omologazione e la sufficienza in ogni ordine e grado sembrano una facile ancora di salvezza per quel famoso tirare a campare. Molto di tutto questo l'abbiamo ritrovato nel prezioso disco “Dell'odio dell'innocenza” di Paolo Benvegnù e dunque ci sembrava inevitabile coinvolgerlo.
Questo video che qui vi presentiamo in anteprima è una clip altrettanto concettuale dentro cui i protagonisti, persone del quotidiano, vivono nell'alienazione, nelle abitudini, nella lentissima morte della propria felicità... sfuggire da essa oggi è possibile con la liquidità di un click ed è questo quello che accade a tutti loro. Abbandonano la realtà per voler apparire nella “televisione”, emblema dell'esposizione mediatica di cui oggi siamo letteralmente schiavi. Come nel romanzo di Wallace anche qui si è scelto un mezzo “antico” come una televisione a tubo catodico. Come nel romanzo di Wallace, anche il video (in chiusura) inneggia alla dipendenza (anche fisica) che ormai abbiamo di questi mezzi che a tutti gli effetti non solo sostituiscono la realtà, ma in definitiva rappresentano la vera nuova realtà senza la quale siamo letteralmente perduti. Esageriamo? Pensiate sia possibile concepire un solo giorno senza internet e cellulari? Noi non lo crediamo affatto... vince il capitalismo e la sua sorveglianza a cui affidiamo il nostro tempo e la nostra totale attenzione.
E poi uno sguardo a N.o.D.o.: acronimo di Nobody Outer Dervish Over. Quattro parole che a loro modo significano altro, altrove, rappresentano cioè un'alternativa al consueto percorso categorizzato e catalogato di questa società. Quanto meno sono parole che nella loro dimensione visionaria instillano la curiosità e la ricerca in una direzione simile. Almeno lo speriamo...anche per questa ragione il progetto non ha profili social. L'esistenza per noi è a prescindere.