E' il primo progetto interamente in italiano di questo artista di origini italo-svizzero-americane nato a San Diego. L'INTERVISTA
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Un disco come un passe-partout che apre le porte della lussuosa e misteriosa Villa Tatum. Ad accoglierci c'è Tatum Rush, artista cosmopolita di origini italo-svizzero americane che ha lavorato al suo primo album in italiano affiancato alla produzione da Ceri. Dodici canzoni, di cui una in feat con Frah Quintale e altre in collaborazione con Jacopo Planet e Lulu, che viaggiano senza paura, avventurandosi in un giro intorno al mondo che annulla ogni confine esplorando immaginari e sound variegati, rivestendosi di sonorità pop fresche e contemporanee che in alcuni passaggi si tingono di r’n’b, di disco, di trap, di techno, di groove futuristici.
Giordano partiamo dalla storia dell’album e dalla scelta di affrontare la lingua italiana
L’italiano è nato come una sfida da parte di Ceri, il mio produttore. Aveva già prodotto le mie cose in inglese e riteneva interessante raccontare il mio immaginario in italiano e appena ho iniziato a lavorarci mi si è attaccata addosso la voglia di realizzare il progetto. Mi piace di più anche perché il testo è più centrale nell’ascolto, l’inglese si perde in un po' troppa musicalità; con l'italiano ti senti più sotto pressione ma ottieni più soddisfazione. Questo è un lavoro di cristallizzazione che nasce almeno due anni fa, ho scritti molti più pezzi e ho selezionando il meglio del meglio.
Il tuo album è un po’ come entrare nella macchina del tempo e muoversi tra varie epoche: tu che rapporto hai con il tempo?
Per me è la ricchezza più grande e infatti la mia vita è organizzata per avere tempo per viaggiare e fare musica senza doverlo bloccare per sopravvivere. Il tempo è un equilibrio di compromessi. Poi io vivo a cavallo di diverse epoche, ascolto molto jazz, musica brasiliana…ascolto per cercare una atmosfera e non per una fruizione diretta.
Sempre mi dicevi non mollare: ci sono stati momenti della tua vita dove hai tentennato?
Tentennato proprio no ma ci vuole ostinazione a seguire la strada di una carriera musicale. Ci sono giorni che ti dici che sto a fare? E se non dovesse funzionare che faccio?
Stringiti a questo mondo zingara è una citazione di Zingara di Iva Zanicchi? Sei affascinato dal mondo gitano…c’è anche Gipsy Queen per altro? E Valentina è la stessa di Ornella Vanoni?
Valentina è riferito a quella di Crepax. Il resto nasce dall'ossessione di mio nonno per la musica sudamericana e per i Gipsy King che io ho riscoperto nella mia vita adulta.
Mettere Uccellacci Uccellini di Pasolini vicino a Gianluca Vacchi non è un azzardo? Meglio Herzog con Carla Bruni!
Mi sarebbe piaciuto vedere Vacchi analizzato da Pasolini. Era un commentatore della cultura del suo tempo e avrebbe trovato qualcosa di interessante da dire su Vacchi come fenomeno sociale ed emblema di un tipo di cultura oggi esistente.
A me Big Drama più che un De Chirico ricorda il dripping di Pollock: come è nata una canzone così tagliente?
È l'unico pezzo prodotto interamente da me. È un esperimento di suoni e ritmo, è un qualcosa di tribale, quasi techno all’inizio che poi sfocia in qualcosa di più esotico. Racchiude una abbondanza femminile accompagnata da una attitudine più sfrontata. Se in futuro mi produrrò da solo non so dirtelo, mi piace lavorare con gli altri, c’è una casualità che mi stimola. Mi piace sporcare le mie influenze con quelle degli altri.
Meglio uno Chardonnay nel garden o uno Champagne?
Sono un amante del Rosé col ghiaccio a Sud della Francia. Quindi nessuno dei due in questo momento.
Chi è Lulu? Più una santa o un mito greco?
È una canzone misteriosa pure per me, è uscita a Parigi con un amico che suonava il piano. Ora si è incarnata in una persona che è al fianco e che è mia complice in Hydra, brano che chiude Villa Tatum.
Quale è quel pezzo di Dalla?
Balla balla Ballerina. Lucio Dalla mi piace, lo ho ascoltato a tratti e mi ha fatto scoprire la musica italiana.
Se non sbaglio, giunti a RingFlash New York è stata citata almeno tre volte: è l’asse di rotazione del tuo mondo?
Non ci avevo fatto caso. Ci sono stato una volta da adolescente ma l’idea di New York è legata a un mio immaginario di una certa atmosfera, penso a Lou Reed e alla Factory di Andy Warhol. È un buon luogo per evocare una certa idea di cultura.
Sotto la Luna Nera come è l’amore? Ascoltando il brano mi sembra in…movimento.
È una luce, è una Gotham City, è la visione di una città che si muove di notte con un cielo violastro abbracciata da una atmosfera sensuale.
Vuoi continuare a perderti nel mezzo di questa vita oppure è il momento di avere un porto sicuro?
Deve restare avventurosa la vita. Può essere in molti posti e in movimento, ecco la immagino come un porto in movimento.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Dal 10 di novembre inizia un tour italiano che durerà fino a gennaio (le prime date annunciate sono il 10 novembre a Torino, l’ 11 a Perugia, il 12 a Montelupo Fiorentino, il 25 a Bologna, il 2 dicembre a Santa Maria a Vico, il 3 a Roma e il 18 gennaio a Milano, ndr). Poi partirò per il Brasile dove avrò poco riposo e cercherò nuove idee.