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Luigi Strangis, tra passato, libertà e identità canta Voglio la Gonna

Musica

Fabrizio Basso

Credit Gabriele Gregis

L'uscita dell'album è accompagnata da un instore tour che porterà l'artista in alcune città per incontrare i fan e presentare il suo nuovo lavoro e da due concerti, a Milano e Roma, rispettivamente il 16 e il 20 novembre. L'INTERVISTA

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Arriva domani, venerdì 14 ottobre, Voglio la Gonna, il nuovo album di inediti di Luigi Strangis, il giovane cantautore e polistrumentista di Lamezia Terme vincitore dell’edizione 2022 di Amici. Il disco (etichetta 21co e distribuito da Artist First) è già disponibile per il preorder a questo link, in versione autografata su Amazon e in versione limitata bundle cd autografato e felpa su musicfirst.it. Già dall'immagine sulla cover, che lo rappresenta con la gonna, Luigi Strangis lascia capire che ognuno di noi deve essere libero di poter esprimere al meglio sé stesso, la sua indole e i suoi sogni e poterli perseguire senza l’ingabbiamento degli stereotipi; la sua generazione, insomma, si sente libera e non fa distinzioni.

Luigi parliamo dell’origine dell’album: quando hai cominciato a ragionarci e come si è sviluppato il progetto?

L’idea è arriva subito dopo Amici, all’inizio era solo un pensiero ma poi con i giorni ha preso concretezza. Trasmette una carica potente perché risente di un periodo intenso, tutti i pezzi sono nati tra luglio ed agosto tranne Tracce di te che comincia a prendere forma durante Amici.
I testi oscillano tra la spensieratezza dei vent’anni e la voglia di essere se stessi, liberi dalle convenzioni sociali: posso considerarlo un manifesto generazionale?
Può esserlo anche perché io, come tutti i miei coetanei, voglio essere me stesso e riprendere a vivere dopo i due anni di chiusura: dobbiamo ritrovare la normalità, cerchiamo la semplicità.
Partiamo da Parole di Plastica: tu mi hai già cancellato…ma cosa si può cancellare un amore al tempo dei social?
Basta solo bloccare i giusti contatti, ammetto che è molto difficile ma se vuoi farlo lo fai; se ci pensi capitava anche con le lettere: potevi tenerle o gettarle vie o addirittura bruciarle.
Le tue parole di plastica possono essere l’evoluzione di quelle di burro di Carmen Consoli?
Perché no? Occhi lucidi è un brano che mi ricorda il dirsi delle parole in una macchina ma che non valgono nulla. E comunque l'accostamento a Carmen è un onore.
Ti piace essere chiamato rubacuori?
Dipende, con moderazione.
Sempre in Chissenefrega parli di andare una notte in America: per la tua generazione esiste ancora il sogno americano o i sogni ora sono in altri luoghi?
I sogni oggi sono ovunque, certo l’America è quella che tra i giovani muove più curiosità e dunque dico che qualcuno lo coltiva ancora.
I tuoi due biglietti per non ritornare che destinazione hanno?
Racchiudono quella voglia di scappare ma non solo fisicamente, anche dal contesto in cui vivi; quando trovi la giusta persona, ma che sia quella giusta, entri già in un mondo tuo ed è già scappare.
Vestito a fiori e bacio nel fango è una cartolina reale di Woodstock: ti sarebbe piaciuto avere vent’anni a cavallo tra gli anni Sessante e Settanta?
Ho sempre detto che avrei dovuto viverli, ci sarebbe stato molto divertimento. Se avessi la macchina del tempo tornerei a Woodstock. E poi mi vedrei un po’ di concerti pesi.
C’è la camera piccola a casa dei suoi di Chissenefrega, poi c’è la tua come una discarica in Strano: nella tua vita esiste una stanza a misura di…Luigi? Oppure è proprio per questo che hai iniziato a disegnare le pareti con le mani?
La mia cameretta esiste ed è una realmente una discarica. Ma le disegno anche con mani: quello che c’è in testa va su un muro ed è come se costruissi qualcosa di nuovo e di mio.
Ti senti davvero più sicuro con le spalle al muro? E porti davvero la nonna a ballare?
E’ un testo strano quello che citi. Le mie nonne sono molte attive e le porterei a ballare, magari il liscio. Poi è meglio con le spalle al muro, ti senti più sicuro, è uno stato mentale.
Com’era un tempo quando c’era tempo: la velocità di questa epoca hai la sensazione che ti rubi la bellezza della lentezza? Oppure è un inconveniente di una vita senza regole che però può regalarti 40 gradi a Natale?
Sarebbe bello rallentarci un po’, non ci vedrei nulla di male, ma il mondo va così e bisogna seguire l’onda. Certo che sono belli i 40 gradi a Natale!
Hai mai attaccato un lucchetto con un nome affianco al tuo?
Una sola volta, ma non voglio ricordarlo.
Un tema che a mio avviso è ricorrente quello della distanza, sia fisica che interiore: ti capita spesso di sentirti in ritardo o troppo in anticipo?
Sì, mi sento spesso un po’ in ritardo. Vorrei tornare indietro nel tempo, te lo ho detto, magari non sarebbe meglio ma sarebbe figo viverlo. Comunque in anticipo non sono mai.
Partiamo con gli occhi lucidi e finiamo con le lacrime distorte: almeno abbiamo cancellato un po’ di cicatrici?
Difficilmente si cancellano ma le puoi coprire. E un po' di sassolini dalle scarpe me li sono tolti ma sempre con rispetto.
Che accadrà ora: gli instore, i concerti a Milano e Roma e poi?
Non ci si ferma mai, più avanti capiremo come organizzare un tour, ora voglio fare le due date di Milano e Roma, tanto suonate e tanto rock e aggiungerci qualche brano in acustico: il bimbo in camera apre le porte della sua stanza!

Calendario Instore
14 ottobre MILANO  h 15 Mondadori Store / Duomo
15 ottobre ROMA  h 15 Mondadori Store /Cola di Rienzo
17 ottobre PADOVA h 15 Mondadori Store / Piazza Garibaldi
17 ottobre BOLOGNA h 18.30 Mondadori Store / CC Vialarga
18 ottobre TORINO h 17.30 Mondadori Store / Monte di Pietà
19 ottobre PONTECAGNANO (SA) h 18 Mondadori Store / CC Maximall
20 ottobre PALERMO h 17.30 Mondadori Store / Mercato San Lorenzo
23 ottobre CURNO (BG)  h 14.00 CC Curno