Marlene Kuntz, ecco Karma Clima: "Temiamo l'indifferenza e l'ignavia della gente"
MusicaNove tracce, prodotte dalla band con Taketo Gohara, alle quali ha voluto prestare la sua voce anche Elisa con un featuring nel brano Laica Preghiera. L'INTERVISTA
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Karma Clima è il progetto itinerante dei Marlene Kuntz che ha portato la band da ottobre 2021 in tutta Italia, alla ricerca di quelle realtà che sono un modello in materia di eco sostenibilità e in nome del dovere etico di creare un senso di responsabilità verso il mondo che abitiamo. Ho condiviso il progetto con Cristiano Godano e Luca Lagash.
Partiamo dal progetto che non ha precedenti, almeno in Italia: natura, arte e sostenibilità finalmente possono concorrere a fare stare bene il mondo e l’umanità. Con che spirito avete lavorato all’album vista la missione?
Cristiano Godano: Il mio obiettivo è stato fare la mia parte al meglio soprattutto per i testi per i quali ero più concentrato che per la musica. Mi sono rifugiato sui monti per un intenso e poetico approccio in quanto toccando certi temi non è difficile cadere in banalità e frasi didascaliche. Le canzoni sono tappe di un viaggio. Ci abbiamo lavorato con dedizione e ci arrivano complimenti non solo per il disco ma per la sua spiritualità. Ai ragazzi ho chiesto di sperimentare il suono quanto volessero mantendo però intensità e tensione.
Luca Lagash: Sottoscrivo quanto dice Cristiano e ci aggiungo che un processo così complesso e variegato ha sicuramente portato le condizioni migliori affinché tutta questa intensità potesse emergere prorompente e senza argini. Ora si riflette su come portare avanti nel nostro paese i progetti culturali, su come favorire scambi e confronti urgenti che portino risultati…noi a questa domanda rispondiamo così, con Karma Clima.
Uno dei temi de La Fuga è il senso crescente, ed erroneo, dell’auto assoluzione: restarsene oltre la meschinità non credete possa essere letto come un senso di superiorità, Che possiate essere visti come stiliti 2.0? Ci aggiungo che laggiù oltre la città ci sono i guai dell’umanità: è responsabile osservarli in solitudine tra soffi e sibili?
Cristiano Godano: Esprime quel sentimento che vivevo in quel momento. La fuga può anche essere vile e codarda ma in quella canzone desideravo mettere in scena la sovrana disillusione. Il mondo appare brutto anche se la natura continua a darci cose bellissime, basta andare a incontrarla. Non può essere sorprendete un sentimento di disaffezione radicale.
Luca Lagash: E’ curioso che alcune interpretazioni dinamizzano ciò che ascoltano e non per cambiare la valenza di quello che ci sta intorno.
Anche in Tutto Tace percepisco una idea di estraniamento dal reale obnubilando la ragione e tornando all’antropocene: la pace è solo in fondo al nero? Non si può fare riemergere e portala nelle nostre giornate?
Cristiano Godano: La penso in contrapposizione al La fuga. Lo spazio aperto è fuga, puoi avere la sensazione di prendere il volo: qui si va nella direzione opposta, si va al centro della terra. Ci sono la parte del sé che fugge e quella che resta in superficie a farsi permeare dal chiacchiericcio. Mettiamo in scena lo scavo metaforico nella terra.
Luca Lagash: La Pace nel nostro mondo? Ma prima chiediamoci cosa è la pace? Capire come possiamo costruire modelli alternativi, anche se costruirli è fatica e muoversi fuori dai parametri dominanti quella per me è pace. Andando verso il centro della terra si impatta con questi prototipi marginali e si trovano dinamiche giuste per attraversare la vita in modo pacifico.
Quali sono le connessioni che possono metterci in contatto con un qualcosa di superiore?
Cristiano Godano: Stare nelle nostre resistenze a creare. Se accogli la natura che a sua volta ti accoglie, lì il superiore lo senti, che sia Dio o una potenza fertile e creativa. C’è una spiritualità molto forte.
Luca Lagash: Bisogna solleticare una dimensione carmica-cosmica. Lo misuriamo sulle azioni e sulle conseguenze dell’agire e del pensare. Vieni assalito dalle condizioni di essere parte di qualcosa accaduto millenni prima e di pensare a che accadrà tra qualche millennio entrando in una dimensione meta-umana.
Perché è così difficile godere di noi e così facile vedere il mondo che brucia?
Cristiano Godano: Il mondo è quella cosa lì. Nel brano i due protagonisti si estraniano dal mondo per una giornata di intenso amore ma non riescono a eliminare in modo definitivo il pensiero che sua solo una parentesi effimera. Io ho paura di quello che sta accadendo, dell’ignavia e dell’indifferenza della gente. Non lo dicono più solo gli scienziati quello che accade ma lo vediamo intorno a noi. Tra 15, 20 anni in alcune città non sarà più possibile vivere in estate senza aria condizionata. Chi potrà permetterselo.
Luca Lagash: E’ un grande atto di coraggio ritagliarsi momenti e provare a sentire una profonda e preziosa consapevolezza delle esperienze meravigliose che possiamo fare.
Partendo da Laica Preghiera spostiamoci in un ambito più sacro: si dice che in montagna ci si senta più vicini a Dio. Come vi rapportate con la fede? In fin dei conti portare il suono dell’origine del mondo e degli uomini ha una sacralità molto forte.
Cristiano Godano: Ho una razionale impossibilità di avere fede che è anche un limite perché porta una speranza. Chi muore e ha fede spera. La canzone cerca un dialogo con una musa che noi affidiamo a Elisa. Gli dei sono tanti come nella tradizione politeista. Non so cosa si chiede alla musa se non l’intercessione per arrivare agli dei e avere una chiarificazione.
Luca Lagash: E’ una sintesi per esprimere la legge della causa e dell’effetto. E’ la sola cosa in cui io credo. Cristiano narra che un ipotetico che un fattore cosmologico fuori da noi può comunque connettersi con noi: è un modo intelligente per affrontare la fede basti non si scappi dalla relazione causa/effetto.
Che rapporto avete col tempo che non si ferma, fugge ed è lampo? Se poteste fare una sola telefonata per dire che l’acqua mancherà chi chiamereste?
Cristiano Godano: Gioco con quelle parole e la consapevolezza che non ho strumenti per una disputa filosofica e fisica. Carlo Rovelli dice che il tempo non esiste e non è facile accettare che non esiste; la filosofia da secoli cerca di definirlo. Non abbiamo tempo: è questo il messaggio forte. Chiamerei qualcuno di molto potente ma non un politico.
Luca Lagash: Chiamerei mia nipote, la più giovane della famiglia. E sarebbe una drammatica telefonata. Tempo non ne abbiamo più tanto per sostenere il nostro modello di vita perché il pianeta va avanti e probabilmente ci espellerà.
Mi piace questo viaggio che vada all’infinito…al di là dell’ironia sareste pronti ad affrontare un viaggio senza orizzonti e senza nostos, senza ritorno? Per altro l’essenza di Karma Clima trasmette netto il senso del viaggio, anche non si misura in chilometri ma di consapevolezza. Una via di non ritorno.
Cristiano Godano: L’anelito al viaggio di non ritorno è ne La Fuga. Noi seguiamo Karma Clima che spieghiamo nella sua fascinosa complessità. Non otterremo nulla ma almeno facciamo.
Luca Lagash: Anche se senza ritorno è un viaggio, perché è illusorio pensare di tornare a quello che era prima la pandemia. O si inizia un viaggio diverso e si va altrove o si accetta che non si stabiliscano più condizioni soddisfacenti.
L’Aria e l’Anima ci riporta al concetto di tempo, anzi tempus fugit. Mosé separava le acque mentre noi dovremo fermarle e poi renderle potabili: se nulla andrà bene cosa possiamo fare per farcela andare bene? L’immagini del nonno mi ha fatto pensare a Il Vecchio e il Bambino di Guccini.
Cristiano Godano: Sono come Jonathan Frenzen che parla della sua frustrazione rassegnata: ormai non si ferma un processo, la questione è come si argina. Mi risulta, informalmente da Parigi, che ci si rassegni ai due gradi in più del pianeta mentre dovremmo fermarci a 1,5. La guerra è una manifestazione radicale che evidenzia idiozia, la guerra nucleare è possibile: è l’idiozia dell’uomo.
Primi in assoluto avete suonato nella Domus Aurea e ora c’è il tour. Come è strutturato e come avete ragionato sulla scaletta? Darete voce e visibilità ad associazione come avete fatto nelle residenze montane?
Cristiano Godano: Ci piacerebbe. A Milano abbiamo avuto le ragazze dei Guanti Rossi che parlano il linguaggio dei segni: è stato un momento intensissimo di compartecipazione. Dovremmo ospitarle in un’altra tappa. Karma Clima per essere suonato al meglio deve andare nei teatri, nei palazzetti non è del tutto esaustivo dunque io credo che saremo al meglio tra febbraio e marzo. Per ora ci sono 4, 5 i pezzi col nuovo sound.
Luca Lagash: Essere i primi suonare alla Domus Aurea è un ulteriore segno che il nostro processo apre a dimensioni ancora non percorse. E a quello aspiriamo, a esternazioni non consuete. Ogni esperienza di questo tipo produce nuove suggestioni e noi lavoriamo per realizzarle.