Sena si affida alla canzone "Toni Servillo" per dare casa all'anima: il video
Musica Il brano è centrato sull’interdipendenza che si crea spesso in una coppia artistica, così come nelle relazioni personali
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA
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L’ispirazione del pezzo è nata mentre guardavo il fillm “Loro” di Paolo Sorrentino (anche se il mio film preferito di Sorrentino con Toni Servillo in realtà è “Il divo”). Subito dopo averlo visto ho riflettuto sull’interdipendenza che si crea spesso in una coppia artistica, così come nelle relazioni personali; da qui è nata l’idea di fondo del brano e mi sono appuntata i primi versi del ritornello: “E allora dillo, come farebbe Sorrentino senza Toni Servillo…”. La canzone parla anche della ricerca nell’altro di squarci di ferite simili in cui riconoscersi, in cui potersi sentire a casa perché sono anche i nostri, in cui potersi perdere e confondersi fino a diventare uno. Sia nell’arte, sia nelle relazioni, ogni addendo di questa somma plasma l’altro e dall’altro è plasmato nella ricerca di una salvezza su misura per evadere dalla fortezza della propria solitudine, e spesso soltanto in questa dimensione di necessità reciproca ci sentiamo di aver messo in scena la nostra vita, come un’opera compiuta, per rimanere in tema cinematografico.
Fra i pezzi che ho in cantiere fino ad ora è l'unico per cui non avevo un'idea molto chiara di arrangiamento, la versione che mi piaceva di più era in acustico, piano e voce, e mi sembrava funzionasse già così. Ho avuto la fortuna di farla produrre dal maestro Taketo Gohara e suonare da musicisti eccezionali: Alessandro Asso Stefana, Niccolò Fornabaio e Francesco Colonnelli. Il brano è rappresentativo della mia poetica ironica-onirica come mi piace definirla visto che sono appassionata di anagrammi. È una ballad pop dal gusto retrò in cui una melodia romantica si fonde con immagini ironiche e agrodolci, all’interno di una tessitura musicale che crea un sound morbido e senza tempo.
Trovo molto calzante il vestito che ne è uscito fuori in sede di produzione con una linea di basso quasi motown e un sound molto aperto. Nel video del brano una vera signorina buonasera, la “fatina” Maria Giovanna Elmi ci catapulta negli anni ‘80, annunciando in tv la messa in onda del videoclip di “Toni Servillo”. Io, quindi, intono la canzone come fossi una anchorwoman che dà le notizie da dietro la scrivania di un TG, alternandomi in alcune scene alla mia “omologa annunciatrice”. La parte che mi ha divertito di più è la scena della pioggia, anche se era fine marzo e sono morta di freddo, i registi l’hanno realizzata magistralmente, pensate un po’, usando un tubo dell’acqua collegato a una fontanella. Ho scelto questo pezzo come singolo di esordio perché è fra i primi che ho scritto, ormai quattro anni fa, e perché lo trovo un ottimo biglietto da visita rappresentativo della mia produzione, anche se presto ne usciranno altri che raccontano sfaccettature e anime anche molto diverse.