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Luca Mazzieri canta un Lunapark visto dalla provincia: il video

Musica

La canzone nasce con le chitarre distorte e la voce un po' sguaiata a coprire un cuore crudo, spogliato di tutto

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA

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Dopo vent’anni sulla scena indierock, che per me ha voluto dire tanto essere  trasmesso da John Peel su BBC one con i Marla o aver aperto agli Arcade Fire con gli A classic Education, quanto aver suonato in uno strip club a New York o alla festa di compleanno della nonna di un amico, ho preferito abbandonare ogni pseudonimo e riappropriarmi del mio nome. Quasi Mai è il mio primo disco solista, che uscirà il 19 ottobre per La Barberia Records e LaPOP. Sono 7 canzoni d'amore, storie da bar e di provincia, registrate a la Falegnameria Studio e masterizzate da Maurizio Biancani (Vasco Rossi, Lucio Dalla) negli storici studi della Fonoprint a Bologna. Lunapark è il secondo singolo estratto.

Quando abiti in provincia e in montagna, tutto è sempre un po’ lontano. Vedi e vivi le cose con intensità. Le luci della festa sembrano più incandescenti. Il Campari più amaro e gli amori più struggenti. Lunapark è una canzone da bar che parla d'amore. Lunapark è una canzone d'amore che ho scritto al bar. L'ho scritta in un pomeriggio di maggio seduto al tavolino dell'unico bar di Pompeano, un piccolo borgo di 29 anime dell'Appennino Modenese che dista circa 10 minuti a piedi da casa nostra. Perdendomi ad origliare le mirabolanti avventure narrate al tavolo a fianco, che crescevano di intensità con l'aumentare dei bianchini, mi sono immaginato il più bullo della tavolata alle prese con la fine di un amore.
 

Che ci abbiate fatto caso o meno, l’innamoramento per i narratori, siano essi musicisti, scrittori, registi, è direttamente proporzionale alla loro capacità di dirti, faccia a faccia, chi sono davvero. Intravedere e sgamare la forzatura, la velleità di essere altro, fa prendere le distanze. Con questo disco e in particolare con Lunapark ho voluto scrollarmi di dosso le aspettative e il romanzare la vita, per poter raccontare chi sono oggi.

La canzone nasce con le chitarre distorte e la voce un po' sguaiata a coprire un cuore crudo, spogliato di tutto. Poi una sera, dopo aver visto un concerto di quel cantautore che ti dice di non aver paura di sbagliare un calcio di rigore sono tornato in studio e le chitarre hanno lasciato il posto al piano di Gianmarco Mancinelli e al solo di tromba di Enrico Pasini. Il video è stato montato e post-prodotto da Annalisa Botti assemblando video fatti con il mio iPhone, per una scena ho anche chiesto ad un passante di filmarmi, al Lunapark della Festa dell'Unità di Modena. Era appena terminato il concerto con la mia band all'Arena Del Lago in apertura agli svedesi Shout Out Loud. Eravamo brilli, felici e spensierati. Le luci sembravano davvero incandescenti come i nostri cuori. Il montaggio è stato affidato ad Annalisa Botti, non è semplice lavorare su immagini girate da altri senza conoscere l’intento con cui vengono filmate le cose, ma quando ha cominciato a mettere insieme i pezzi è andato, quasi subito, tutto al posto giusto. È stata magistrale nel mettere in sincro con la canzone le riprese dei momenti in cui la cantavamo senza avere una base sotto ad aiutarci. Devo dire che ci siamo divertiti.