In Evidenza
altre sezioni
Altro

Bluesman, la storia interrotta del musicista veneziano Guido Toffoletti

Musica

Fabrizio Basso

Il giornalista, critico e scrittore Giò Alajmo ripercorre la vita del visionario artista in un libro edito da Media & Books. È il suo modo per raccontare un personaggio che dalla metà degli anni Settanta alla sua morte, nel 1999, ha contribuito a cambiare la storia del Blues

Condividi:

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo

Quando una storia diventa narrazione significa che la scrittura avanza sul foglio bianco al ritmo della musica. Ed è un privilegio raro. Questo stato di magia si è ripetuto per oltre 220 pagine nel libro Bluesman - La Favola Interrotta di Guido Toffoletti Musicista Veneziano (Media & Books Editore, 18 euro) di Giò Alajamo, inviato, critico musicale e culturale che ha scelto di accompagnarci nell'epica di ribelle lagunare il cui nome è spesso dimenticato ma che in realtà è stato un riformatore del Blues dalla metà degli anni Settanta fino alla sua prematura scomparsa nell'agosto del 1999.

Giò Alajmo

Guido Toffoletti pedalava verso casa, con una sgangherata bicicletta senza luci. Albeggiava quasi la notte del 22 agosto. Ma quel quasi è determinante perché una automobile non lo vide e lo ha travolse e uccise. Tutto quello che accadde prima di quel tragico destino, a partire da quando nacque, il 20 giugno del 1951 a Venezia, e poi dai primi segnali di un animo ribelle e visionario (saltava la scuola per andare a suonare) ce lo racconta Giò Alajmo nel suo Bluesman, che riesce a essere poetico anche nei momenti analitici. Per chi non conosce neanche di nome di Guido Toffoletti ma si imbatte nel testo di Giò basti dire, come è evidenziato nella prefazione dell'autore, che Alexis Korner, considerato il papà del blues inglese, lo definiva l'ultimo suo allievo mentre il Rolling Stones Keith Richards lo chiamava ogni 31 dicembre per fargli gli auguri. Raccontare la vita di Toffoletti non è solo una questione bi(bli)ografica ma è anche un fare riemergere le emozioni che in tanti hanno provato al cospetto della sua musica. È dargli una seconda immortalità.