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Torino Jazz Festival 2021, al via la nona edizione. Il programma

Musica

Il ricco cartellone recupera in parte quello programmato per l’edizione 2020 rinviato a causa dell’emergenza Covid-19. Sono 9 i giorni di festival che proporranno al pubblico 15 concerti, 4 incontri (Jazz Talks) e 2 mostre fotografiche. Dal 19 al 27 giugno 

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La nona edizione del Torino Jazz Festival, in programma dal 19 al 27 giugno (con una seconda tranche nei pub e bei club ad ottobre) "è davvero un'operazione jazz - dicono i direttori e musicisti Giorgio Li Calzi e Diego Borlotti - intendendo per jazz la massima espressione di libertà, capacità di adattamento, anche improvvisando, e bisogno di condivisione". La nuova edizione del Tjf, che recupera in gran parte quello programmato per il 2020, poi cancellato causa Covid, è stato presentato lunedì 24 maggio a Camera - Centro Italiano per la Fotografia, una delle sue sedi insieme al Circolo dei Lettori, il Conservatorio Giuseppe Verdi, le Ogr, l'oratorio di San Filippo Neri e il Teatro Vittoria. 


Un'edizione dalle mille facce, dalla musica alle mostre

 

9 giorni con 15 concerti, 4 conferenze sul jazz e sulla ricerca, 2 mostre e 150 musicisti coinvolti, che ha voluto spargere la sua comunicazione e il suo entusiasmo sulla città: si pensi alla mostra fotografica 'Jazz è ricerca' di Massimo Forchino, nelle stazioni della metropolitana, a favore di Fondazione Molinette, alle sculture del collettivo The bounty killart e al teaser di Donato Sansone. Inoltre a Camera, dove è in corso la mostra Street Life di Lisette Model, c'è una stanza dedicata ai suoi scatti di grandi personaggi jazz, con accompagnamento musicale. Il calendario apre il 19 con Gianluca Petrella Cosmic Renaissence e termina con l'unica data italiana di Salif Keita, esponente della world music più conosciuti al mondo. "Il Tjf - dice la sindaca Chiara Appendino - è una vera macchina di cultura e musica che non si è mai fermata neppure nella pandemia sostenendo la comunità jazz. Presentarlo oggi, in queste giornate che guardano alla fine del coprifuoco, è un grandissimo segnale". 

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Andare a un concerto di jazz significa partecipare alla storia

“Tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri” Gustav Mahler. Il jazz esalta l’individualità innovatrice invece di mortificarla in nome della cultura ufficiale, ha una grande memoria statica ma è votato al guizzo dinamico verso il futuro, sublima nel gioco culturale la lotta generazionale. Il jazz e il TJF sopravvivono alla sventura planetaria grazie alle donne ed agli uomini che lo creano, lo mettono in scena e l’ascoltano. Andare a un concerto di jazz significa partecipare alla storia, spesso sofferta, di migliaia di uomini e donne che hanno scelto un percorso più monastico che mondano. È stato rivoluzionario per Billie Holiday intonare Strange Fruit al Cafè Society di New York nel 1939 così come lo è oggi resistere e mettere in scena il meglio della propria arte in ogni festival sopravvissuto. Diego Borotti - Direzione artistica

Il jazz come terra di confine e libertà di espressione

Il jazz è sempre stato sinonimo di terra di confine e libertà di espressione. E mai come oggi, anche la parte fortunata del pianeta, il nostro mondo occidentale, ha compreso l’importanza di poter varcare un confine per sentirsi liberi, una piccola cosa rispetto a chi fugge dalla disperazione per migliorare la propria condizione e quella dei propri figli. Il jazz rappresenta nella musica quella libertà che nasce dall’imprevisto della vita, elemento destabilizzante che genera anticorpi e adattamento insieme alla speranza e alle condizioni di poter creare una nuova società e un nuovo linguaggio. Fondamentalmente i cicli della storia si ripetono, ma per fortuna i mutamenti creano nuove forme di vita. Vi aspettiamo al TJF 2021, un festival contemporaneo fortemente ancorato al terreno e pensato per una collettività che ha voglia di conoscere tutto ciò che sta intorno a sé e tutto ciò che sta al di fuori di un semplice concerto. Giorgio Li Calzi - Direzione artistica

 

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