Fast Animals e Slow Kids, la vita come una conchiglia

Musica

Fabrizio Basso

fask

La rock band perugina pubblica il singolo Come Conchiglie. E' un brano sulla caducità dell’esistenza umana registrato in casa in tempi di quarantena. Ne abbiamo parlato con il frontman Aimone Romizi

Da Animali Notturni ad animali da casa. Chiusi come conchiglie. Protetti da un guscio. Sufficienti a se stessi. Per ora, almeno. Tornano i Fast Animals and Slow Kids col singolo Come Conchiglie che ci porta a riflettere sulla caducità umana, a prescindere dal Covid-19 (AGGIORNAMENTILO SPECIALE - LA MAPPA). Ne ho parlato con Aimone Romizi, frontman dei FASK.

Un brano profondo, che ti porta ad ampie riflessioni sulla vita.
Siamo circondati da un senso di straniamento collettivo ma se ti capita di provarlo in prima persona, ti arrivano cose impensate addosso e riposizioni tutto perché quello che sembra lontano è dietro l’angolo.
Ti riferisci al percorso del coronavirus?
All’inizio era in Cina, poi solo al Nord e poi ovunque e lo stesso lo hanno pensato altre nazioni. Il pericolo nei nostri pensieri è sempre lontano.
Andiamo su Marte e poi ci annienta un’influenza ignota.
Sono i limiti umani, la mente umana cerca di espandersi ma a volte non arriva a tutto. Dietro l’angolo si annidano pericoli inimmaginabili.
Tanta ansia?
Cerco di essere tranquillo. Continuare a spaventarsi in un periodo spaventoso di per sé è sbagliato, ti porta a sprofondare, bisogna processare le cose che non significa tenerle lontane ma affrontarle.
Ed eccoci a Come Conchiglie.
Siamo in una condizione molto particolare e si sono succeduti avvenimenti che hanno reso la situazione difficile da processare, ti siedi e pensi solo a respirare. Mi sono annotato cose viste dalla finestra.
Oggi le finestre sono sceneggiature.
E’ un film molto lungo che si ripete con colori differenti e con pochi personaggio. Io sto in campagna e c’è  un senso di solitudine maggiore per cui si è trasformato tutto in un film. Un po’ è la sensazione di tutti noi. Mi sono imposto di mettere fuori dei pensieri anziché tenerli in un angolo.
Riscontri?
Mi hanno scritto che tanti hanno visto un film nella finestra seppur un po’ lontano. Oggi il mare è tempesta e un continuo ondeggiare che mi porta fuori dalla rotta.
Resta una canzone ottimista.
Di base il senso di fare una canzone è creare una speranza.
La tua conchiglia è trascinata giù dal dalle correnti marine ma se la porti all’orecchio c’è il suono del mare.
L’eco ci deve essere ma resta un appiglio. Gli aspetti più interessanti della conchiglia sono integrità e difesa. Il mare la trascina giù, c’è la caducità, nasce già in modalità di difesa. Nascere con un guscio è bloccare quello che ti opprime: no ha gambe né testa, è tutta lì.
Sono giorni che i pensieri viaggiano. Il tuo come è arrivato in una conchiglia?
In questi giorni lunghi ho messo a posto il mio mausoleo, quello dei pianti perché colleziono tutto e ogni ritrovamento finisce in lacrime. Ho ritrovato un vasetto di conchiglie regalatomi dalle mie nipotine: volevo buttarle poi ho pensato che le hanno cercate per farne dono allo zio nel loro periodo di massima felicità. Le ho viste belle, mi piacciono perché sono resistenti e sono durezza.
Il pendolo del cuore dove sta tra la rabbia e il dolore?
Sta sul dolore, la rabbia è un sentimento veloce, la rabbia è quando non sai gestire qualcosa.
C’è qualcosa che non hai saputo gestire?
Io ho sbagliato a gestire il tempo anche se certe cose erano inevitabili. Ora puoi processare il tutto e convivere col dolore.
Anche la musica allevia il dolore.
La musica è ascoltata molto di più, io mi sono spaccato, sono finito su ascolti che prima non avevo il tempo. Hanno influenzato la composizione.
Scritto molto?
C’è tanto da parte e c’è un tour da ricostruire con 12 persone; avevamo già preparato scalette differenti, siamo un po’ matti. Vorrei poter risuonare.
Attese per il nuovo album: ne siete consapevoli?
Non ci abbiamo mai pensato. Non pianifichiamo così tanto, certo con la discografica parliamo. Di base suoniamo e quando abbiamo un po’ canzoni nella quali ci sentiamo dentro le registriamo a quel punto le migliori vanno nel disco.
Cosa è per te la felicità?
Sarebbe rivederla negli occhi delle persone che amo. E’ molto soggettiva, non riesco a definirla in assoluto.
La prima cosa che farai quando ti riprenderai la tua vita?
Viaggiare. Sto in giro anche due mesi. A breve spero di tornare a rampicare che mi piace. Poi il trekking ma questo si può fare e sono già tornato sui Monti Sibillini. A livello di Fask vogliamo suonare.
Ne usciremo molto cambiati?
Degli altri non saprei che dire, dall’essere umano mi aspetto tutto. Ma io sono molto cambiato e il primo elemento di novità sarà non dare per scontato il tempo.

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