Hell Paradise è il singolo di Makepop: racconta i due volti di una relazione, il continuo alternarsi di inferno e paradiso. In anteprima il video accompagnato da una introduzione esclusiva dell'artista
Ho scritto la canzone Hell and Paradise molto tempo fa, raccontando dei due volti di una relazione, dell'ambivalenza di un rapporto, di un amore. Il male e il bene si alternano a ogni frase in una struttura ciclica sia a livello testuale che musicale. Il bello e il buono che può scatenare il relazionarsi ad un' altra persona vengono raccontato attraverso metafore e analogie a partire dal titolo, inferno e paradiso, che si sviluppa poi in giusto e sbagliato, consapevolezza e inconsapevolezza, forza e debolezza e attraverso immagini contrastanti come quella di un'aquila che vola. Le strofe si susseguono fino ad un brusco cambio nella parte centrale del brano, dove parlo dell'infinito oceano di storie e canzoni d'amore di cui siamo soltanto una piccola goccia e di cui forse non siamo nient'altro che un' invenzione e una rappresentazione. Dopo questo momento sospeso, la canzone riprende il suo incedere iniziale tirando le somme nelle frasi finali:
Possiamo vivere nel dolore o nella gioia, costruendo e poi distruggendo, possiamo provare a cambiare per sopravvivere insieme o possiamo dividerci per essere/vivere per sempre.
Il brano, in fine, si conclude con Hell is Paradise, ovvero l'inferno è paradiso, perché ci tengo a sottolineare che voglio, e sono felice, di provare il male e il bene, parti indissolubili del tutto e sempre mescolati uno all'altro. Sono pronto a perdermi tra razionale e irrazionale, dove tutto è concesso, in uno strano connubio tra la filosofia zen e il concetto di "sublime" romantico. La tematica di questa canzone è stata riportata a livello visivo in modo semplice e immediato: l'intero videoclip è composto da una sola inquadratura e da un solo movimento circolare della macchina da presa, che richiama appunto il testo e la musica del brano. Nella prima scena due ragazzi, una coppia (un doppio), dormono uno accanto all'altra in un letto. Uno dei due si sveglia e esce di scena, entra un'altra persona che si mette al posto suo e si addormenta. A questo punto sarà l'altro a svegliarsi e ad essere a sua volta sostituito, in un continuo alternarsi di coppie, sonni e risvegli interrotti solo dal mio arrivo nella parte centrale, dove la musica vive quel brusco cambiamento di cui accennavo prima, e in cui la macchina da presa interrompe il suo movimento circolare. Dopo aver asserito le mie verità da vero deus ex machina, la videocamera riprende il suo moto assieme alla musica, le coppie continuano ad alternarsi nel letto, finché nel finale non ritornano i due ragazzi della prima scena che si svegliano e si guardano. Probabilmente stavano sognando, mentre milioni di storie d'amore prendevano il loro posto nel loro letto e nei loro sogni. L'addormentarsi è fisiologicamente il momento della separazione dagli altri e anche dalla nostra parte cosciente. Forse questa non è altro che la rappresentazione onirica della loro crisi e di una possibile risoluzione al risveglio.
Ora che non ho lasciato spazio alla vostra fantasia siete liberi di odiarmi. Ora che vi ho detto anche di odiarmi non so più cosa dirvi.