Tra dei che se ne vanno e arrabbiati che restano, Patrizio Fariselli fa gli Area

Musica

Fabrizio Basso

Patrizio Fariselli
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Warner Music Italia ripropone 1978 gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!, l'ultimo disco degli Area con il cantante Demetrio Stratos. Ne parliamo con un membro storico della band, Patrizio Fariselli, uscito anche col suo album da solista 100 Ghosts. In attesa delle date del tour, vi annunciamo due importanti appuntamenti dal vivo: il 18 aprile al Blue Note di Milano e il 18 maggio al Città Club di Kawasaki in Giappone. L'INTERVISTA

(BassoFabrizio)

Mettere le mani nella storia non è facile. Soprattutto se vai a toccare quella tratta di storia che tu hai controbuito a costruire. Patrizio Fariselli ha deciso di raccontare chi sono stati, ma soprattutto chi sono gli Area, una delle band più innovatrici, più rivoluzionarie nella storia della musica italiana. Lo abbiamo incontrato per farci accompagnare nel suo mondo, i cui ultimi capitoli sono la ripubblicazione del disco degli Area del 1978 Gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano! e del suo lavoro da solista 100 Ghosts.

Fariselli come è stato rientrare nel mondo Area?
Emozionante. I nostri lavori si difendono bene. Va detto che questo è forse uno dei più temerari.
Vi sentite legati agli anni Settanta?
La storicizzazione è l'ultimo dei nostri problemi anche perché noi volevamo uscire dalla storia.
Anarchici?
Facevamo quello che volevamo, coglievamo tutto il nostro talento. Entrare nel gruppo non era facile. Ci ritenevamo un collettivo abbastanza anarco-libertario.
Politicamente?
Schierati da subito. Confidiamo di avere allargato l'area delle coscienze. L'arte che offri ti qualifica in uno spazio politico.
Voi siete stati un esempio di attivismo.
Eravamo per il partecipare. Andavamo ovunque si levasse un grido di dolore.
La vostra rivoluzione, quella della vostra generazione, non è però andata a buon fine.
Siamo i primi a essere rimasti delusi per non avere cambiato il mondo: ci abbiamo creduto.
Che è successo?
Siamo rimasti schiacciati da un repressione mai vista prima. Io dico che hanno suicidato il movimento.
La reunion degli Area?
Portiamo la nostra musica ai giovani con un tempo taumaturgico. oggi siamo bombardati di plastica prefabbricata più che negli anni Sessanta. Intrattenimento non è inglobare tutto. La musica non è solo cose leggere e intrattenimento
Come sceglie oggi la musica da ascoltare?
Cum grano salis. La musica è arte, a volte la musica colta serve a gratificare il proprio ego. Poi ascolto la radio: mi piace farmi stupire. Ascolto molto volentieri i giovani
Quindi con le major bisticcia.
Assolutamente no. Anzo sono grato a Warner che è sensibile a progetti complessi quali i miei.
Ha pubblicato anche il suo 100 Ghosts.
I dischi nascono quando si sedimentano i processi creativi. Il materiale si accumula e quando senti nell'orecchio un...din...il disco è nell'aria e comincia a dargli una forma, un abito.
La sua curiosità porta in musica temi affascinanti.
In questo lavoro faccio confluire tre mie passioni: astronomia, antropologia, archeologia. Nelle mie composizioni si trova materiale arcaico, si va da oltre 3500 anni fa a influenze provenienti dalla Tracia. Non lavoro in chiave filologica ma creativa e artistica.
Cosa la affascina?
La mente umana

 

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