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C'è ancora domani di Paola Cortellesi trionfa allo Haugesund Film Festival norvegese

Cinema

Camilla Sernagiotto

©Webphoto

La pellicola dei record ambientata nell'Italia del dopoguerra continua a collezionare successi. Il film sta ottenendo tantissimi premi, gli ultimi dei quali arrivano dalla Norvegia. L’opera ha ricevuto due riconoscimenti alla kermesse targata Haugesund: il premio del pubblico e l'Eurimages’ Audentia Award, quest'ultimo accompagnato da un premio in denaro di 30.000 euro destinato a promuovere una maggiore uguaglianza di genere nell'industria cinematografica europea

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Nuovo trionfo per C'è ancora domani di Paola Cortellesi: la pellicola dei record ambientata nell'Italia del dopoguerra continua a collezionare successi, gli ultimi dei quali arrivano dalla Norvegia.
Il film ha trionfato allo Haugesund Film Festival norvegese, dove ha ricevuto due riconoscimenti: il premio del pubblico e l'Eurimages’ Audentia Award, quest'ultimo accompagnato da un premio in denaro di 30.000 euro destinato a promuovere una maggiore uguaglianza di genere nell'industria cinematografica europea.

 

“C’erano molti film belli, sorprendenti e diversi che dovevamo guardare, ma uno in particolare si è distinto”, hanno detto di C’è ancora domani i giurati della kermesse targata Norvegia, Martin Mentzoni, Olav Andre Åserød Myklebust, Torunn Steensnæs, Lidia Fyllingsnes e Ingvild Konstanse Bentsen. “La storia è toccante e intensa: devi vedere come finisce. E proprio quando pensi di sapere, ti rendi conto lentamente, con una lacrima agli occhi e un sorriso, che ti eri sempre sbagliato”.

Un “capolavoro moderno”

I loro colleghi dell'Audentia Award – Iram Haq, Ståle Stein Berg e Benedicte Danielsen – hanno concordato, definendo il dramma firmato da Paola Cortellesi un "capolavoro moderno”.

 

“Siamo rimasti affascinati dalla straordinaria precisione formale del film, dal suo gioco cinematografico e dalla sua capacità unica di fondere un melodramma classico con temi seri e umorismo […] Non sapevamo che una brillante rivitalizzazione del neorealismo italiano fosse esattamente ciò di cui avevamo bisogno oggi”, queste le parole congiunte di Iram Haq, Ståle Stein Berg e Benedicte Danielsen.

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