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Oppenheimer è uscito anche in Giappone (accompagnato da critiche di spettatori giapponesi)

Cinema

Camilla Sernagiotto

Alla fine la pellicola vincitrice del premio Oscar ha debuttato in Giappone, l'unica nazione che ha vissuto sulla propria pelle l'orrore di ciò che il progetto Manhattan capitanato da Robert Oppenheimer ha creato. Dopo aver visto il film, gli spettatori giapponesi si sono rivolti ai social media per esprimere sentimenti contrastanti, tra chi ha atteso ore per vedere una scena della distruzione che non è arrivata e chi invece ha apprezzato la scelta di non spettacolarizzare tanto orrore e dolore

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Venerdì 29 marzo 2024 la pellicola di Christopher Nolan Oppenheimer, vincitore di numerosi Oscar tra cui quello per il Miglior film, è uscito in Giappone a distanza di otto mesi dall'uscita nel resto del mondo.  

 

Il motivo per cui in questo Paese il debutto è stato ritardato di così tanti mesi c'entra con la Storia: il Giappone è l'unica nazione ad aver vissuto sulla propria pelle l'orrore di ciò che il progetto Manhattan capitanato da Robert Oppenheimer ha creato. Le uniche due bombe atomiche impiegate per uso bellico nella storia dell'umanità, infatti, sono state sganciate ed esplose su Hiroshima e Nagasaki, città giapponesi.

 

Dopo aver visto il film, otto mesi dopo la sua uscita iniziale, gli spettatori in Giappone si sono rivolti ai social media per esprimere sentimenti contrastanti.
Gli otto mesi che hanno separato la visione del film del resto del mondo e del Giappone sono stati a fronte di preoccupazioni su come sarebbe stato accolto nell'unica nazione ad aver sperimentato direttamente l'orrore delle armi nucleari. Come ricorda in queste ore la CNN, il blockbuster premiato con l'Oscar del regista britannico Christopher Nolan è stato uno dei film di maggior successo del 2023.

Oppenheimer non mostra nulla di tutto ciò che hanno dovuto vivere sulla loro pelle i giapponesi

“La mattina del 6 agosto 1945, a Hiroshima, mia nonna guardava il cielo azzurro. Poi quel lampo, il boato, la pioggia nera. Prima di morire, la nonna mi ha raccontato di quando portava in spalla mio padre, ancora bambino, sulla terra bruciata di Hiroshima, tra il fumo e l’odore dei corpi bruciati. Oppenheimer non mostra nulla di tutto questo”. Queste sono le parole di Ujo Noboru, giornalista giapponese del quotidiano Mainichi. Noboru esprime turbamento per la mancanza di empatia rivolta al Giappone della pellicola che è stata scritta, diretta e co-prodotta da Christopher Nolan.

 

Il film sul padre della bomba atomica, colui che con il progetto Manhattan cui era a capo ha progettato e costruito le due bombe a uso bellico, dette Little Boy e Fatman, che tra il 6 e il 9 agosto del 1945 distrussero due città, incenerendo all’istante oltre centomila persone (e altrettante morirono nei mesi successivi), segnando la resa incondizionata del Giappone.

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Il fenomeno "Barbenheimer" è tra i motivi per cui in Giappone non è uscito il film lo scorso luglio

L’uscita di Oppenheimer fissata per lo stesso fine settimana d’esordio di Barbie (per ciò che riguarda gli Stati Uniti, dato che in Italia le due pellicole non sono uscite assieme) ha creato un fenomeno cinematografico globale che è stato ribattezzato con la parola-macedonia "Barbenheimer" (termine che fonde i due titoli cinematografici).
“Questo quadro ha fatto sentire molti giapponesi a disagio, così come il contenuto doloroso di un film che si concentra sulla tecnologia devastante scatenata da J. Robert Oppenheimer e il suo team di scienziati”, si legge su un articolo pubblicato nelle scorse ore sul sito web della CNN, a firma di Chris Lau e Moeri Karasawa.

 

Alcune persone in Giappone hanno ritenuto che la campagna di marketing non ufficiale che va sotto l’hashtag di “Barbenheimer” abbia banalizzato gli attacchi nucleari del 1945 ad Hiroshima e Nagasaki. Anche per questo motivo, lo studio cinematografico Universal Pictures ha optato per non includere il Paese nel lancio mondiale dello scorso luglio.

 

Il Corriere della Sera nelle scorse ore ha parlato di una vera e propria “débàcle del marketing di Barbenheimer, con la bambola Mattel accostata alla bomba atomica”, specificando che lo scorso luglio il “marketing considerato offensivo in Giappone” aveva portato al tempo la divisione di Warner Bros. Japan ad attaccare la casa madre americana, distributrice di Barbie”.

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Un sopravvissuto a Hiroshima ha detto di aver “atteso per ore una scena che non arriva mai”

Intervistato dall’Associated Press, Toshiyuki Mimaki, 82 anni, sopravvissuto a Hiroshima quando ne aveva 3 e oggi condirettore dell’associazione delle vittime Nihon Hidankyo, ha detto di aver “atteso per ore (il film dura tre ore, ndr) una scena che non arriva mai”.

 

Si riferisce a una scena della distruzione avvenuta in Giappone dopo l'esplosione della bomba atomica da parte degli Stati Uniti, una scena che non è stata contemplata nella sceneggiatura del film di Nolan.

 

“Se vogliamo un futuro senza armi nucleari, è importante mostrare tutto ciò che accadde”, ha detto Toshiyuki Mimaki.

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“Un film giapponese sull’atomica, un film che sconvolga il mondo: quello sì, lo vorrei vedere”

Kazuhiro Maeshima, professore di politica americana alla Sophia University di Tokyo, ha detto: “Non è un film contro la guerra. Però è espressione di una certa coscienza americana. Un film del genere sarebbe stato impensabile qualche decennio fa, quando negli USA imperava la giustificazione delle armi nucleari”.

 

Ujo Noboru, giornalista giapponese sopracitato del quotidiano Mainichi, ha lavorato a reportage sull’atomica per più di vent’anni, trascorsi per buona parte proprio a Hiroshima, dove ha ascoltato le testimonianze di centinaia di sopravvissuti. “Vero, Oppenheimer è stato molto criticato per non aver mostrato le immagini del disastro”, ha scritto Noboru. “Ma d’altronde il punto di vista è quello dello scienziato americano, quindi che senso avrebbe avuto inserire scene che descrivessero gli orrori delle bombe atomiche? Avrebbe più senso che a farlo fosse il cinema giapponese. Un film giapponese sull’atomica, un film che sconvolga il mondo: quello sì, vorrei vedere”.

“Volendo riordinare le mie emozioni, ho attraversato il Parco del Memoriale della Pace di Hiroshima. L’iscrizione sul Monumento alle vittime recita: ‘Non ripeteremo i nostri errori’. Penso che questa frase senza soggetto sia un monito per l’umanità intera”, ha aggiunto Noboru.

 

Secondo la stampa giapponese, sono altri i titoli cinematografici che bisogna guardare per apprendere davvero ciò che è accaduto a Hiroshima e Nagasaki.  Il Japan Times ne elenca alcuni, tra cui citiamo Rapsodia in agosto di Akira Kurosawa (1991), Black Rain di Shohei Imamura (1989), il docudrama Hiroshima (1953), il primissimo Godzilla (1954), l’anime Barefoot Gen (1983), il documentario White Light/Black Rain: The Destruction of Hiroshima and Nagasaki (2007), Si alza il vento di Hayao Miyazaki (2013).

“Ma forse il film definitivo su quanto accadde ancora non c’è”, scrive Costanza Rizzacasa d’Orsogna sul Corriere della Sera, che aggiunge: “Non a caso Takashi Yamazaki, regista di Godzilla Minus One, altro film con un forte rimando al nucleare, ha ipotizzato, in una conversazione online con lo stesso Nolan, un film giapponese su Hiroshima e Nagasaki”.

 

Yamazaki ha detto: “I tempi sono maturi. E credo che serva una risposta giapponese a Oppenheimer”.

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Altri spettatori giapponesi hanno invece apprezzato la decisione di non mostrare nulla della devastazione

Parecchi hibakusha, i sopravvissuti al disastro, si aspettavano di vedere le immagini della distruzione, tuttavia c’è anche chi ha apprezzato la decisione di non mostrare nulla, “interpretandola come scelta di proteggere la dignità delle vittime e resistere così alla tendenza hollywoodiana di trasformare qualsiasi tragedia in intrattenimento, svilendola”, si legge sul Corriere della Sera.

 

Molti hanno condannato il ritratto simpatetico ed empatico che esce del protagonista, Roberto Oppenheimer. C'è poi chi critica la narrazione americano-centrica, ma ci sono anche spettatori giapponesi che nel film hanno letto un chiaro messaggio anti-nucleare.

Oppenheimer è il film di maggior incasso ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale

Il biopic di tre ore dedicato al fisico americano Robert Oppenheimer ha infranto diversi record dall'uscita lo scorso anno, diventando il film di maggior incasso ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, secondo Universal.

 

In Giappone, è arrivato quarto al botteghino dopo l'uscita di venerdì 29 marzo, secondo l'indagine di settore di Kogyo Tsushinsha, incassando 379 milioni di yen (2,5 milioni di dollari) nei primi tre giorni.

Universal ha cercato i pareri del sopravvissuto alla bomba atomica

Come parte della sua campagna promozionale, Universal ha cercato i pareri del sopravvissuto alla bomba atomica Tomonaga Masao, presidente di un gruppo di "hibakusha" con sede a Nagasaki (hibakusha è il nome con cui i sopravvissuti si definiscono) e presidente onorario dell’ospedale della Croce Rossa per le vittime della bomba su Nagasaki, come spiega il Corriere della Sera in un articolo pubblicato nelle scorse ore.

 

In citazioni pubblicate sul sito web ufficiale giapponese del film, Masao ha detto di poter percepire la lotta del personaggio principale nella parte finale della pellicola, quando Oppenheimer inizia a opporsi alla corsa agli armamenti nucleari che emerge dopo la guerra.

 

"Questo è... collegato al problema fondamentale del mondo oggi, dove un mondo libero dalle armi nucleari sta diventando sempre più lontano", viene citato come dichiarato da Tomonaga Masao.
"Qui percepiamo il messaggio nascosto di Nolan di perseguire la responsabilità dei politici", ha aggiunto Masao. Tomonaga, che ha trascorso la vita a studiare gli effetti delle radiazioni, afferma che secondo lui “Oppenheimer è un film anti-nucleare e lo shock del personaggio Oppenheimer davanti alla realtà delle bombe è evidente”.

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L'ex sindaco di Hiroshima definisce Robert Oppenheimer come "un uomo pieno di contraddizioni"

Tra le varie persone giapponesi che vengono citate nella campagna promozionale intrapresa dalla Universal in Giappone, c'è anche l’ex sindaco di Hiroshima, Hiraoka Takashi, 96 anni.

 

Colui che è stato il primo cittadino della prima città giapponese colpita dalla bomba atomica ha parlato del fisico americano Robert Oppenheimer definendolo "un uomo pieno di contraddizioni", il cui lavoro scientifico è stato militarizzato dallo Stato e il cui avvertimento contro il minimizzare la minaccia della guerra nucleare è stato in seguito ignorato dalle stesse autorità.

 

"L'atmosfera di quei giorni riempie ancora il nostro mondo oggi", ha detto Takashi, aggiungendo: "Vorrei guardarlo di nuovo e riflettere su cosa significhi una nazione che crede nella deterrenza nucleare”.

 

In maniera molto critica, poi, Takashi Haraoka ha sottolineato come non solo l’orrore delle bombe non sia “stato descritto a sufficienza, o a dirla tutta per niente”, ma che “il film è scritto e diretto in modo da convalidare l’idea che le bombe atomiche fossero state adoperate per salvare vite americane”.

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Oppenheimer, il dietro le quinte del film di Christopher Nolan. VIDEO

Le critiche del Giappone per quanto riguarda i meme di "Barbenheimer"

Lo scorso luglio, i social media erano pieni di meme non ufficiali fatti dai fan del fenomeno ribattezzato come "Barbenheimer”, dato che i due film blockbuster sono stati rilasciati lo stesso giorno.

 

Warner Bros. Film Group ha suscitato polemiche in Giappone per aver abbracciato i meme per il suo film Barbie sul suo account X (ex Twitter), motivo per cui successivamente si è scusato.

 

Un hashtag rivale, #NoBarbenheimer, è emerso sui social media in Giappone all'epoca dell’uscita delle due pellicole così lontane tra loro. Immagini condivise online mostravano cartelli posti all'ingresso di diversi cinema di Tokyo che avvertivano che il film conteneva immagini di test nucleari che potevano evocare i danni causati dalle bombe.

Gli spettatori giapponesi hanno espresso sentimenti contrastanti

Dopo aver visto il film, otto mesi dopo la sua uscita iniziale, gli spettatori in Giappone si sono rivolti ai social media per esprimere i propri sentimenti contrastanti.

 

"Quando sono stati menzionati i nomi del Giappone, di Hiroshima e Nagasaki, ho provato emozioni contrastanti", ha scritto un utente giapponese di X. "Ma sono rimasto affascinato dalle scene descritte splendidamente dei test atomici”.

Un altro user nipponico ha descritto il film come "pesante, doloroso, straziante, triste e fragile... ma anche bello".

 

Rishu Kanemoto, uno studente di 19 anni, ha visto il film venerdì 29 marzo, il giorno dell’uscita in Giappone: “Hiroshima e Nagasaki, dove sono state sganciate le bombe atomiche, sono certamente le vittime", ha detto Kanemoto a Reuters. Ma ha anche espresso simpatia per Oppenheimer: “Credo che, anche se l'inventore è uno degli autori, è anche una vittima coinvolta nella guerra", ha detto sul conto del fisico americano che è stato il “padre putativo” dell’atomica, suo malgrado.

Oppenheimer, la pellicola che ha stravinto agli Oscar 2024

Il biopic su Robert Oppenheimer ha fatto strike agli Oscar il mese scorso, dove ha vinto nelle principali categorie (tra cui Miglior film).
La pellicola di Nolan segue Robert Oppenheimer, fisico americano figlio di un importatore tessile tedesco che ha lavorato con il governo degli Stati Uniti per ideare una bomba per fermare la minaccia della Germania nazista e dei suoi alleati.

 

L'invenzione di Oppenheimer è stata utilizzata per la prima volta a livello bellico il 6 agosto 1945, quando un bombardiere statunitense B-29 chiamato Enola Gay ha sganciato una bomba atomica su Hiroshima. Gli effetti sono stati devastanti.

 

Tre giorni dopo, un altro B-29, chiamato Bockscar, ha sganciato una bomba atomica su Nagasaki. Almeno 110.000 persone sono state uccise istantaneamente nei due bombardamenti.

 

“Si crede che centinaia di migliaia siano morte a causa di ulteriori effetti collaterali, come il cancro, nei cinque anni successivi, secondo la storia del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti sul Progetto Manhattan”, riporta il sito web della CNN. “I bombardamenti hanno finalmente spinto il Giappone alla resa, ponendo fine alla Seconda Guerra Mondiale. Ma rimane un momento intensamente doloroso per il Giappone e fonte di un enorme dibattito etico fino ad oggi, il che spiega in parte perché i meme ‘Barbenheimer’ dello scorso anno sono stati accolti in modo così diverso in Giappone”, conclude la CNN.