A 90 anni e 350 giorni il compositore è diventato ieri il più anziano nella storia a ricevere una nomination all’Oscar. Non si tratta nemmeno dell’unico primato di giornata, visto che con questa candidatura Williams batte se stesso e diventa l’artista vivente con più candidature (ben 53, solo sei meno del primatista assoluto Walt Disney). Una carriera piena di traguardi, che continua a essere impreziosita da lavori come la colonna sonora per l’ultimo film di Spielberg e che non sembra essere vicina a finire
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“Un giorno senza musica è un errore”, ha ripetuto più di una volta John Williams. Il leggendario compositore ha riempito i suoi ormai quasi cento anni su questa Terra di suoni e colonne sonore e non ha ancora voglia di smettere. Ieri, alla veneranda età di 90 anni e 350 giorni l’uomo che musicò Lo squalo è diventato il più anziano a venire mai nominato agli Oscar (escludendo i premi onorari). Non si tratta tra l’altro dell’unico record di giornata: Williams è infatti ora l’artista vivente con più nomination, un primato raggiunto battendo il precedente primato di… John Williams (sì, sempre lui). Ora il leggendario artista può puntare verosimilmente al record all-time per il momento ancora nelle mani di Walt Disney, capace di assommare nella sua esistenza ben 59 candidature a fronte delle “sole” 53 del compositore di fiducia di Steven Spielberg.
Un uomo da record in un film da record
Tutti questi traguardi sono arrivati per Williams proprio con un film la cui ragia è firmata dall’amico di una vita Spielberg. The Fabelmans è uno dei favoriti all’Oscar con ben sei nomination, tra cui quella per miglior attore protagonista a Judd Hirsch (anche qui si tratta di un record, essendo arrivata a 42 anni dalla prima per Gente comune di Robert Redford). Sei potrebbero essere anche le statuette di John Williams dopo la cerimonia, qualora riuscisse a spuntarla sull’agguerrita concorrenza,. Quest’anno in lizza con lui ci sono diversi nomi nuovi e qualche collega già piuttosto famoso come Justin Hurwitz, che ha seguito Damien Chazelle nell’ambiziosa avventura di Babylon. Da sempre i compositori creano d’altra parte rapporti speciali con i registi, basti pensare a Ennio Morricone e Sergio Leone o a Federico Fellini e Nino Rota, senza dimenticare il legame quasi simbiotico tra Tim Burton e Hans Zimmer. Nella sua carriera, Williams ha creato temi indimenticabili per nomi come George Lucas (sua la musica di Star Wars) o Chris Columbus, solo per dirne un paio. La sua partnership più fruttuosa resta tuttavia quella con Steven Spielberg, con cui si è creato nel tempo un rapporto anche umano molto forte, che va ormai oltre le fortune professionali.
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Ben tre dei cinque Oscar sulla mensola di casa di John Williams nascono dalla collaborazione con Spielberg (Lo squalo, E.T. - L’extraterrestre e Schindler’s List). Un sodalizio formidabile che ora potrebbe venire ulteriormente certificato con un premio per The Fabelmans. Non è un caso che, appena ricevuta la notizia dell’ultima nomination, il compositore ne abbia approfittato per rendere omaggio anche all’amico di una vita: “Sono molto grato all’Academy per il loro gentile riconoscimento, e sono enormemente grato a Steven Spielberg per avermi offerto l’opportunità di comporre la colonna sonora di questo film molto speciale e personale“, ha detto Williams all’Hollywood Reporter. Il legame tra i due è talmente speciale da spingere di recente Spielberg a decidere di produrre un documentario interamente dedicato al longevo maestro delle colonne sonore. Proprio qualche mese fa, John Williams aveva reso omaggio al cineasta cui ha spesso regalato un po’ della sua arte, chiarendo quanto forte sia ciò che li lega: “Steven è un sacco di cose. È un regista, un produttore, un responsabile dello studio, uno scrittore, un filantropo, un educatore. Una cosa che non è, è un uomo a cui poter dire ‘no’”. Una dichiarazione simile sembrava lasciare aperta la porta a un nuovo incontro professionale tra i due e non a caso, proprio qualche tempo dopo durante un’occasione in cui erano entrambi presenti, Williams ha chiarito che non pensa affatto alla pensione. Il compositore ha al contrario pubblicamente eletto come suo rifermento proprio il padre di Spielberg, che ha lavorato fino a quasi 102 anni alla Shoah Foundation: “Mi restano ancora 10 anni per essere come Arnold”, ha detto tra il serio e il faceto sotto lo altrettanto sorpreso sguardo dell’amico cineasta. Sono passati 55 anni dalla prima candidatura agli Oscar di John Williams per La valle delle bambole ma lui non sembra aver ancora alcuna intenzione di dire basta. A questo punto non resta che augurargli davvero cento di queste… nomination.