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Avatar 2, alcuni costumi hanno richiesto 200 ore di lavoro

Cinema
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La costumista Deborah Lynn Scott ha lavorato con James Cameron fin dai tempi di Titanic e, per i due film di Avatar, si è dovuta dare molto da fare con il suo team

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Dopo aver lavorato insieme per Titanic e il primo Avatar del 2009, la costumista Deborah Lynn Scott e James Cameron hanno collaborato anche per i costumi di Avatar: La via dell’acqua, il secondo film del franchise al cinema dal 14 dicembre. “Non avevamo controllato se il cappello di Rose passasse dalla portiera della macchina, quindi eravamo un po’ nervosi” ha detto Scott ricordando i giorni sul set dell’epico dramma Titanic con Kate Winslet e Leonardo DiCaprio. Durante un’intervista per Variety entrambi hanno ripensato ai costumi del film del 1997 come un lavoro “snervante” perchè “entrare in una mentalità edoardiana dopo giacche di pelle e stivali per Terminator era una novità” come ha sottolineato Cameron, ma poi si sono resi conto che sono due creativi che si trovano a loro agio fuori dalle loro comfort zone e quindi il lavoro è stato fatto nel migliore dei modi.

La sfida di Avatar

Per Avatar il discorso è diverso poiché serviva pensare a un look per l’acqua al passo con la tecnologia e le caratteristiche di questo nuovo mondo creato dall’ambizioso regista. “I costumi del primo Avatar sono così dettagliati che sembrano una mappa delle texture a sé stante” ha spiegato Deborah Lynn Scott, seguita da Cameron che ha sottolineato: “Ricordo di aver attraversato il tuo laboratorio al piano di sopra, e avevi tutti questi incredibili pezzi di conchiglia, tessuto, materiale intrecciato e cose fatte di pelle”. Hanno visto insieme una serie di disegni dei vari look dei personaggi che poi sono passati alla WETA e alla squadra degli effetti CGI per fare dei test e vedere come i vari costumi si muovessero e si adattassero ai Na’vi e al mondo subacqueo. Infatti gran parte delle scene di Avatar 2 sono girate sott’acqua e questo influisce su quello che indossano i personaggi.

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Gli accessori femminili

Per le donne Na’vi la costumista ha dovuto pensare anche agli accessori poiché le indigene tendono ad adornarsi i capelli, le braccia e il collo, lasciando il seno nudo. “Deborah ha inventato questa corazza che inizia sotto il mento ed è chiaramente ornamentale o una firma del rango del personaggio” ha spiegato Cameron. E a completare questa asimmetria ci sono i tatuaggi che coinvolgono anche i Na’vi uomini. “L'asimmetria nei costumi doveva essere compensata da un'asimmetria nei tatuaggi. Ma ricordo che ci è voluto molto tempo prima che fosse piacevole alla vista” ha affermato Cameron, mentre Scott ha comunque precisato che ogni tatuaggio doveva avere un significato per ogni personaggio.

Un trionfo di colori

Per i costumi di Avatar: La via dell’acqua sono state sperimentati materiali diversi valutando la galleggiabilità e cercando di capire anche come sistemare i capelli dei Na’vi, sciolti o legati, ricci o lisci, asciutti o bagnati. E poi ci sono i colori da non sottovalutare. “I gialli e i rossi luminosi giocavano bene sott’acqua e facevano risaltare la barriera corallina” ha detto Cameron, aggiungendo: “Abbiamo usato rossi primari, arancioni e gialli come colori di avvertimento e colori di salvataggio nel mondo umano”. “Abbiamo seguito l'impronta del direttore della fotografia Russell Carpenter e quello che stava facendo. Il tramonto ha dettato i colori rossi, rosa e dorati che sono emersi” ha spiegato Scott. Senza dubbio il film è ricco di paesaggi mozzafiato dalle tonalità suggestive, sia nelle ore del giorno che in quelle notturne. In particolare le notti si tingono di colori fluorescenti che aumentano la magia del film.

I costumi “umani”

Il mondo umano non ha molte possibilità di creatività per i costumi in un film come Avatar, tuttavia le maschere respiratorie, per esempio, sono state progettate per adattarsi a ogni personaggio. “Se eri in costruzione, la tua maschera doveva adattarsi al tuo casco. Se eri un soldato, la tua maschera doveva adattarsi come un oggetto integrato. Quando si trattava di Spider la sua maschera doveva funzionare. Doveva respirare sott'acqua, scendere e tuffarsi senza mai toglierla” ha raccontato il regista, facendo presente che Scott ha lavorato con John Garvin per realizzare questi accessori.

Circa 200 ore di lavoro

Deborah Lynn Scott, parlando dei tempi di lavorazione dei costumi di Avatar 2 ha detto che per il mondo Na’vi ci sono volute in media circa 200 ore per ogni capo, dalla ricerca alle scelte e quindi alla realizzazione pratica. “Abbiamo scoperto la magia della stampante in 3D che comunque non è paragonabile a qualcosa fatto a mano come i pezzi su misura” ha detto la costumista. 

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