Le Vele Scarlatte, il trailer ufficiale del film di Pietro Marcello

Cinema

Il lungometraggio, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore russo Aleksandr Grin, arriverà al cinema dal 12 gennaio. Il cast comprende Juliette Jouan , Raphaël Thiéry , Noémie Lvovsky, Louis Garrel e Yolande Moreau

 

Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia. Liberamente ispirato a Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo pacifista del XX secolo, il film di Pietro Marcello è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico.

Le parole del regista Pietro Marcello

"Non avevo in programma di adattare Le vele scarlatte [Leningrado, 1923, ed.it Editori Riuniti, 2020]. Mi è stato proposto, insieme ad altre cose, dal produttore Charles Gillibert e dal suo collaboratore Romain Blondeau. Aleksandr Grin è uno scrittore d'avventure nato sul finire dell'Ottocento. Aderì al socialismo rivoluzionario, e cominciò a scrivere le prime novelle dopo la rivoluzione del 1905. Fu arrestato varie volte per questa sua attività politica. Le sue opere più importanti, compreso Le vele scarlatte, furono scritte durante la guerra civile che seguì la rivoluzione del 1917. Nonostante il successo, il tono antimilitarista e romantico imbarazzava gli editori dell'epoca che cominciarono a rifiutare di pubblicarlo. Divenne un reietto e morì in povertà dopo essersi trasferito in Crimea. Come tanti dissidenti di quell'epoca, vittime del dispotismo di sempre.

L'elemento che mi ha fatto vedere un film in quel romanzo è il rapporto tra il padre e la figlia. La madre muore, ed è il padre a prendersi cura della bambina. Questo rapporto mi interessa in sé, e ancor più nel momento in cui si spezza. Lui muore e lei diventa una donna indipendente. Ora, nel romanzo, lei passa da un uomo, il padre, ad un altro uomo, il giovane avventuriero  che entra nella sua vita come un principe azzurro. Nel film le cose vanno in maniera diversa. Un uomo arriva. È un aviatore. Ma non è il principe azzurro. Jean [Louis Garrel] rappresenta per me l’uomo moderno. Tutto diverso da Raphaël, che è una roccia antica. Jean è un uomo fragile, instabile - come tanti uomini di oggi - non sa qual è il suo posto nel mondo moderno. Ama il gioco, è uno scavezzacollo. Juliette non si lascia salvare da lui, come una damigella in pericolo. Al contrario, è lei a prendere l'iniziativa, a baciarlo, a curarlo, e infine a lasciarlo andar via. L'altro elemento del romanzo che mi intrigava era quello della strana famiglia allargata che accoglie Raphaël quando ritorna a casa dalla guerra. Era un elemento inaspettato del libro che ho trovato molto moderno. C'era il potenziale per creare una piccola comunità matriarcale, che poi è diventata nel film la «corte dei miracoli» formata da un gruppo di reietti del villaggio: la padrona della fattoria caduta in miseria [Noémie Lvovsky] il maniscalco con la moglie, a cui infine si aggiunge Raphaël, il falegname che ha perso la moglie. Tutti sono stati esclusi, per una ragione o per l'altra. Mi è molto piaciuto questo aspetto matriarcale e comunitario."

 

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