"Il Comandante" di De Angelis scritto con Veronesi. Nel cast Favino. La set visit

Cinema

Denise Negri

Una storia di guerra ma anche di coraggio, compassione e umanità. E' la storia del Comandante Salvatore Todaro le cui imprese verranno raccontate nel prossimo film di Edoardo De Angelis le cui riprese sono ora in corso

Set visit, a Taranto, per il nuovo film di Edoardo De Angelis, scritto insieme a Sandro Veronesi, con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni del Comandante Salvatore Todaro, leggendario eroe dei mari. La pellicola si intitola appunto “Il Comandante” e vede nel cst anche Massimiliano Rossi e Silvia D'Amico. Dalla sceneggiatur uscirà anche un romanzo il prossimo gennaio 2023 edito Bompiani.

Nell’ottobre del 1940, mentre il Comadante navigava nell'Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente e che apre improvvisamente il fuoco contro l'equipaggio italiano.

Mentre il mercantile belga affonda, colpito dai cannoni italiani che rispondono all'attacco, Todaro decide di salvare i 26 naufraghi.

Una storia che ci parla anche di attualità

 

SINOSSI

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo.

Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l'equipaggio italiano.

Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale il Comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, il Comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

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