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Sylvester Stallone critica i film d’azione moderni

Cinema

Camilla Sernagiotto

©Getty

Il leggendario attore è la cover story del magazine statunitense Hollywood Reporter. Durante una lunga intervista concessa a James Hibberd, ha parlato della sua carriera e dei suoi progetti futuri. Ha anche detto che oggi gli action movie non si basano più sulla fisicità degli attori. Un tempo il cinema action non era “nulla di esagerato. Niente di sovrannaturale. Era qualcosa che poteva essere ottenuto da un normale essere umano”, ha detto il divo

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Sylvester Stallone ha criticato i film d’azione moderni, definendoli troppo finti e troppo legati alla computer grafica e al sovrannaturale.
Il divo statunitense, considerato un'icona proprio del genere action, si è espresso in maniera critica durante una lunga intervista rilasciata al magazine americano Hollywood Reporter (di cui Sylvester Stallone è l’attuale cover story).

Il leggendario interprete di Rambo ha parlato al giornalista James Hibberd della sua carriera e dei suoi progetti futuri, toccando anche il tema del cinema d'azione. Un tasto dolente, così possiamo definirlo, dato che Stallone l’ha criticato per il fatto che non tiene più conto della fisicità degli attori.
Un tempo il cinema action non era “nulla di esagerato. Niente di sovrannaturale. Era qualcosa che poteva essere ottenuto da un normale essere umano”, ha affermato Stallone. E con “un tempo” non si riferisce alla preistoria: sta andando indietro di meno di mezzo secolo, tornando agli anni ’70 e ’80, l'epoca in cui lui riscosse un enorme successo sul set. Proprio grazie a quella fisicità e a quel tipo di cinema action che ne teneva conto.

A quei tempi nei film d'azione si raccontava “qualcosa che poteva essere ottenuto da un normale essere umano”, ha aggiunto Sylvester Stallone a THR.

“I grandi film d’azione sono come quando compri un orologio vintage. Originariamente costava 35 dollari, ora ne vale 35.000. Perché? Perché è fatto a mano. Nulla di esagerato. Niente di sovrannaturale. Era qualcosa che poteva essere ottenuto da un normale essere umano”, sono queste le parole della star.

Stallone: “Ritengo Rambo il primo film d’azione”

Sylvester Stallone ha proseguito sottolineando come negli anni ’70 e ’80 i film d'azione facessero leva sulla fisicità dei propri interpreti per veicolare il racconto. La prestanza fisica era strettamente legata alla narrativa del film.

“C’è un motivo per cui ritengo Rambo il primo film d’azione”, afferma l’attore. “Mi sono affidato alla recitazione del corpo per raccontare la storia. Il personaggio non parla praticamente mai, ma sai quello che accade grazie agli altri personaggi. Sono assimilabili ai narratori delle tragedie greche classiche. Il protagonista non si ferma mai ed è questo elemento che contribuisce alla definizione di film d’azione. Non c’è computer grafica. E il pubblico capisce che è qualcosa di davvero speciale”.

I tre motivi principali per cui Sylvester Stallone non ama particolarmente il genere action di oggi (lo stesso che invece nei Seventies e negli Eighties ha decretato il suo successo) sono i seguenti: troppi effetti speciali, soprattutto di computer grafica; troppi supereroi e troppi soldi.
Di quest'ultimo punto si occupa dicendo che i grandi i film d'azione sono come quando compri un orologio vintage. “Originariamente costava 35 dollari, ora ne vale 35.000. Perché? Perché è fatto a mano”.

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Non solo Stallone. Michael Mann sui film d’azione moderni: “Mi annoiano. Non sono molto interessanti”

Negli ultimi tempi sono tante le voci degli addetti ai lavori che si esprimono in maniera critica a riguardo del cinema d'azione moderno. Prima di questi commenti di Sylvester Stallone, infatti, ci sono state parole dispregiative pronunciate da mostri sacri del genere, stavolta non persone che stanno di fronte all'obiettivo della cinepresa ma semmai dietro. Parliamo di registi del calibro di Michael Mann e Francis Ford Coppola.

Per esempio Michael Mann, trattando degli action movie di oggi, ha affermato: “Mi annoiano. Non sono molto interessanti. Talvolta le coreografie sono talmente esagerate da risultare affascinanti e finiscono per essere mediamente buoni. Ma in linea di massima no. Trovo la situazione del cinema d’azione molto stantia”. Mann si è espresso in questa maniera in occasione di un’intervista promozionale per  il suo sequel letterario di Heat

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Francis Ford Coppola è critico nei confronti dello schema ormai imposto dai cinecomic

In un'intervista concessa a GQ all'inizio del 2022, il regista Francis Ford Coppola ha discusso dello stato attuale dell’industria cinematografica e di come, nello specifico, i Marvel Studios stiano imponendo una sorta di template alle pellicole d'azione ad alto budget. Questa standardizzazione imposta dalla Marvel finisce con il rovinare perfino alcuni blockbuster che potremmo definire d'autore, per esempio Dune di Denis Villeneuve o No Time to Die di Cary Fukunaga (questo secondo Francis Ford Coppola).

“Una volta c’erano i film degli Studios, ora ci sono i film della Marvel”, ha detto Coppola nell’intervista rilasciata a GQ. “E cos’è un film Marvel? Un film Marvel è come un prototipo che viene fatto di continuo, di continuo e di continuo cercando di essere di volta in volta differente. Anche la gente di talento… Puoi prendere un Dune realizzato da Denis Villeneuve che è un artista incredibilmente talentuoso o anche un No Time to Die diretto da Gary? (Il giornalista di GQ gli fa notare che il nome corretto è Cary Fukunaga, ndr). Cary Fukunaga. Un altro artista bravissimo e d’incredibile talento. Puoi prendere entrambi questi film e tu e io potremmo tirare fuori le stesse sequenze da entrambi i film e metterle insieme. Le stesse sequenze con le macchine che si scontrano. Hanno entrambi quel genere di roba e praticamente devono mostrarla per giustificare il loro budget. E stiamo parlando dei buoni film fatti dai registi di talento”.

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