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Danny Boyle è tentato di fare un terzo film di "28 giorni dopo"

Cinema

Manuel Santangelo

©Webphoto

In occasione del ventennale del film, Danny Boyle ha aperto alla possibilità di avere in futuro un eventuale capitolo finale. Il progetto si baserebbe una sceneggiatura di cui si parla già da anni e potrebbe contare di nuovo sul coinvolgimento di due perni della prima pellicola: lo sceneggiatore Alex Garland e la star Cillian Murphy

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Alex Garland e Danny Boyle potrebbero non essere d’accordo sul fatto che il loro 28 giorni dopo sia o meno un film di zombie ma, su almeno una cosa, sceneggiatore e regista del film concordano senza dubbio: sarebbe bellissimo girare finalmente quel 28 mesi dopo di cui si parla ormai da tempo. L’autore di The Milionaire ha aperto nuovamente alla possibilità di tornare sulla storia, in occasione di un’intervista rilasciata a NME per celebrare il ventennale dell’opera (di cui esiste già un sequel). Assieme a Boyle era presente per rispondere alle domande anche il protagonista della pellicola del 2002 Cillian Murphy che, a sua volta, ha dato la sua disponibilità a tornare nella Londra post-apocalittica del primo film. Staremo a vedere con le dita incrociate.

Una tragica metafora, quantomai attuale

Boyle ha confessato che è molto tentato di chiudere la trilogia iniziata con 28 giorni dopo, definendo quello attuale “il periodo giusto per farlo”. D’altra parte, la prima pellicola è stata riscoperta soprattutto negli ultimi tempi in concomitanza con la pandemia, quando è stato facile vedere nel virus che svuota Londra una metafora estrema della pandemia che si stava vivendo. Il protagonista di quel lavoro Cillan Murphy ha dichiarato che anche secondo lui l’opera è invecchiata egregiamente e, a supporto della sua tesi, ha raccontato l’entusiasmo dei suoi figli quando hanno visto il film per la prima volta qualche Halloween fa.

In 28 giorni dopo Murphy interpretava il protagonista, costretto a vagare in una metropoli pericolosa e che non riconosce dopo quasi un mese in coma e una terribile epidemia. Quello di Jim è stato uno dei suoi ruoli più amati tanto da mettergli voglia di riprenderlo in mano, magari sotto la direzione di Boyle e Garland con cui è sempre in contatto: “Penso che ci sia un problema: che sono 20 anni più vecchio! Ma ogni volta che incontro Danny o Alex, lo tiro sempre in ballo. L’idea m’intriga e mi piace”.

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20 anni dopo?

Realizzare 28 mesi dopo non sarebbe di fatto così complicato, visto che Garland ha già pronta un’eventuale sceneggiatura che sembra da anni sul punto di venire realizzata. Lo stesso Danny Boyle ha fatto riferimento allo script nell’intervista per i vent’anni, lasciando aperta una possibilità: “È divertente, non ci pensavo fino a che non mi hai menzionato la cosa ma poi mi sono ricordato ‘Bang! Quella sceneggiatura!’. Sai, è ancora una volta ambientata in Inghilterra e ha molto a che fare con il mondo attuale. Staremo a vedere, chi lo sa?”. Prima di alimentare troppo le speranze dei fan è tuttavia bene ricordare che il progetto viene evocato da anni senza essere stato mai davvero messo in cantiere. Qualche tempo fa Alex Garland aveva raccontato: “Io e Danny continuiamo a parlarne. Ogni due anni scappa fuori la cosa, ci domandiamo Ti va di farlo?”. Solo che poi non lo facciamo mai”. Proprio lo sceneggiatore e regista sembra d’altra parte quello che nutre maggiori dubbi sulla sua idea, anche se comunque fa fatica ad abbandonarla: “Fu davvero una bella esperienza da fare ai tempi. Ho anche una idea molto valida per il terzo capitolo ma è adatta a un film più imponente. Uno degli aspetti più interessanti di 28 giorni dopo era proprio il fatto che fosse ‘piccolo e punk’, cosa che non si potrebbe dire del terzo film che ho in testa”. A preoccupare Boyle è invece, più che l’ambizione del lavoro in sé, un mondo del cinema molto cambiato rispetto a un paio di decenni fa. “Oggi devi avere una ragione non indifferente per finire in sala perché ce ne sono sempre meno. È diventato complicato per le compagnie distribuire i film e per i cinema mostrarli. Si fatica a portare gente in sala, a meno che non sia una roba Marvel o un blockbuster tipo Top Gun: Maverick. Ma sono convinto che un terzo capitolo porterebbe la gente al cinema, a patto che sia quantomeno decente”. Vedremo se e quando tutte le parti in causa ci regaleranno un degno epilogo della storia. Certo sarebbe ironico se il cerchio finisse per chiudersi tra qualche tempo, magari 28 anni dopo.

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