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Poche nuove uscite, Cineworld annuncia la chiusura di 127 cinema in UK e 536 negli Usa

Cinema
©Getty

La conferma sulla decisione della catena internazionale di sale, seconda al mondo, è stata diffusa su Twitter da Paul Kenso, reporter di Sky News. Nel pomeriggio del 4 ottobre la società aveva annunciato, sempre via Twitter, di aver preso in considerazione la possibilità di chiudere numerose sale dopo che, a causa dell'emergenza coronavirus, per molti film era stata rimandata l'uscita

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Cineworld, la seconda catena internazionale di sale al mondo, ha deciso di chiudere 127 cinema in Gran Bretagna e 536 negli Stati Uniti a causa del rinvio delle nuove uscite cinematografiche. La  notizia è stata diffusa su twitter da Paul Kelso, reporter di Sky News. Nel pomeriggio del 4 ottobre, sul profilo Twitter di Cineworld era stato annunciato che l'azienda stava prendendo in considerazione la possibilità di una chiusura temporanea delle sale in Uk e Usa. Tra i motivi che hanno portato alla decisione c'è il rinvio di "No Time To Die", il 25esimo capitolo di 007, l'ultimo con Daniel Craig, che sarebbe dovuto arrivare a fine novembre e il cui debutto è stato rimandato ad aprile 2021 a causa dell'emergenza sanitaria di Coronavirus. E non è l'unico film di cui, a causa dell'emergenza, è stata rimandata l'uscita.

Il tweet di Paul Kelso

"Cineworld conferma la chiusura di 127 cinema nel Regno Unito e 536 negli Usa - ha scritto il reporter Kelso - l'azienda non è in grado di fornire ai clienti sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, i principali mercati della compagnia, la disponibilità di film commerciali forti necessari per considorare di tornare nelle sale".

 

approfondimento

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Le conseguenze della chiusura delle sale di Cineworld

Nel tweet precedente a quello di Kelso, Cineworld sosteneva di "non aver ancora preso una decisione" riguardo alla chiusura temporanea delle sale in Gran Bretagna e negli Stati Uniti ma che avrebbe informato tutto lo staff e il pubblico appena possibile sulla scelta presa. Le sale potrebbero restare serrate fino ai primi mesi del 2021, ma non ci sono ancora certezze. La chiusura in Gran Bretagna e Irlanda mette a rischio 5.500 posti di lavoro.