Dall'omonima fiction televisiva di grande successo, i sofisticati intrighi della famiglia Crawley. Gli aristocratici padroni di casa si mobilitano per l'imminente visita dei reali d’Inghilterra. In onda su Sky Cinema Uno Lunedì 27 luglio alle 21:15
Ritorniamo nella grande casa con gli ospiti più illustri che la famiglia Crawley avrebbe mai sperato di intrattenere, le loro Maestà Re Giorgio V e la Regina Maria. Con una sfavillante parata e una sontuosa cena da orchestrare, Mary, ora fermamente alle redini della proprietà, come capo di Downton affronta la più grande sfida del suo incarico. La levatura dei visitatori crea scompiglio anche ai piani inferiori e nella macchina di solito ben oliata cominciano a formarsi delle crepe. Mary implora il pensionato Carson di ritornare alla casa, solo per questa volta, per supervisionare questo evento così importante, ma non tutto va come previsto. Il leale staff di Downton deve fare tutto il possibile per assicurare il successo e perché il luogo che sono così fieri di chiamare casa si presenti nella sua luce migliore. Il Re e la Regina portano con loro una dama di corte la cui storia si dimostrerà esplosiva per i Crawley e per il futuro di Downton. L’arrivo dei reali non è però un coup per tutti: da ex irlandese repubblicano, le simpatie politiche di Tom Branson lo mettono nei guai. Traendo ispirazione dalla presa di posizione da repubblicano di Branson, Daisy inizia la sua propria rivolta nelle cucine e quando Thomas è costretto a fare un passo indietro per il ritorno di Carson, le sue debolezze durante il tempo libero appena trovato portano disgrazia. Le sorelle superano questi scombussolamenti dell’ultim’ora come possono, ma quando il Re offre al marito di Edith, Bertie, un’opportunità unica e irripetibile, questo scatena un conflitto tra loro. Quando Violet rivela delle notizie sorprendenti, diventa chiaro che Mary debba prendere delle decisioni importanti per lei stessa, per la sua famiglia e per Downton Abbey.
approfondimento
Downton Abbey, il cast e l'evoluzione dei personaggi
Intervista al produttore di Downton Abbey
“Abbiamo cominciato a parlare del film di Downton intorno alla terza o quarta stagione della serie televisiva. Credo che a quel punto non sapessimo esattamente quante stagioni avremmo realizzato, ma ci eravamo sicuramente resi conto che la serie era molto popolare e che aveva una qualità cinematografica. Abbiamo pensato che avrebbe funzionato e si sarebbe adattata bene al grande schermo. “Piantato il seme, abbiamo iniziato a parlarne seriamente intorno alla quinta e sesta stagione. Abbiamo deciso che avremmo concluso la serie TV dopo la sesta stagione, troppo presto per molte persone. Penso che avremmo certamente potuto fare almeno un’altra stagione ma volevamo fermarci quando eravamo sulla cresta. Il fatto che abbiamo potuto dire ai fan che lo spettacolo sarebbe finito con la sesta serie ma che speravamo di tornare con un film, ha indorato la pillola.”
DIFFERENZE TRA SERIE TV E FILM
“Volevamo fare un passo indietro dal realizzare storie a episodi settimanali e fare qualcosa che fosse più come un evento da grande schermo. La differenza fondamentale è che in una serie televisiva con venti personaggi, ogni personaggio ha un paio di episodi in cui essere alla ribalta e un paio in cui sta un po’ sullo sfondo. Il pubblico riesce a vedere l’intero ensemble e godersi le loro storie nel corso di tutta la serie. Nel film hai solo due ore e quei venti personaggi devono davvero farsi tutti strada. Non molti film hanno così tanti personaggi perciò, scrivere un copione in cui una storia impegnasse tutti i personaggi, è stata una vera sfida. “Avevano tutti dei ruoli significativi da interpretare nella storia. Comporre delle storie per ogni personaggio è stata una vera sfida nella fase di sviluppo della sceneggiatura. “Volevamo assicurare che i personaggi rimanessero insieme. Visto che non siamo andati in onda per tre anni, sentivo fortemente che i fan volevano tornare a quel luogo, si chiama Downton Abbey per una ragione. “È quel distretto ed è molto importante ritornarci ma in scala più grande e, speriamo, più maestosa. Quindi torniamo in quel luogo che la gente ama.” LA VISITA REALE 14 “Abbiamo discusso tante idee diverse per il film ed è stata la decisone finale di Julian a optare per la visita del Re e della Regina a Downton. Sembrava un’impresa semplice e unica nella quale poter coinvolgere tutti i personaggi. Sarebbe stata una sorpresa, un evento e una sfida per i personaggi e questa è la ragione per cui abbiamo velocemente appoggiato quell’idea. Come tema viene introdotto già dalle prime inquadrature e, incontrare la famiglia Reale e vivere il giorno più glorioso della loro vita, comincia come un’opportunità piuttosto eccitante specialmente per la servitù. Diventa presto chiaro poi che i Reali la pensano in maniera diversa, e anche se il Re e la Regina verranno in visita, faranno le cose a modo loro. Lo staff di Buckingham Palace prenderà le redini e questo significa che il momento di gloria per i nostri amatissimi personaggi della servitù andrà perduto. “Vediamo i servitori con il morale veramente a terra quando si rendono conto di essere totalmente superflui e che a malapena vedranno la famiglia Reale, né tantomeno la serviranno o cucineranno per lei. Pian piano però, vediamo i nostri eroi reagire e riuscire a trovare varie distrazioni per lo staff Reale che permettono allo staff di Downton di subentrare e condurre lo show.”
NUOVI PERSONAGGI
“Dato che la nostra storia centrale è l’arrivo del Re e della Regina, era inevitabile che scegliere gli attori per interpretare quei ruoli fosse fondamentale. Legata alla storia del Re e della Regina c’è una storia familiare che riguarda un personaggio che si chiama Lady Bagshaw, interpretato da Imelda Staunton, un’attrice che conosciamo e ammiriamo da tempo e che nella vita vera è sposata con Jim Carter che interpreta Mr Carson. Imelda era quindi già legata ai Crawley, ma ora è davvero parte della famiglia di Downton. Simon Jones interpreta il Re e Geraldine James la Regina. Ai piani inferiosi, David Haig ci regala un fantastico cameo nel ruolo del Maggiordomo Reale. È un attore con il quale non lavoro da tanti, tanti anni ma che ho sempre ammirato. “Abbiamo anche una storia d’amore per Tom Branson che ha uno spazio importante nel copione e si è trasformata in una delle mie scene preferite dell’intero film.”
COSA SIGNIFICA PER TE FARE QUESTO FILM?
Quando la serie televisiva è finita ho fatto molte dichiarazioni sulla possibilità di fare un film e sembrava una sorta di contratto stipulato con i fan. Al tempo non sapevo se questo sarebbe stato possibile. Significava allineare 20 e più agende e avere un copione che ci soddisfacesse, per non parlare del fatto di dover trovare i soldi per farlo. C’erano molti ostacoli lungo la strada, ma io sentivo che se non fossi riuscito a realizzare il film avrei in qualche modo tradito i fan e quindi volevo davvero farlo. “È stato un enorme viaggio per noi; è passato più di un decennio da quando ho proposto l’idea per la serie a Julian Fellowes. Abbiamo cominciato la pre-produzione nel 2009 e nel 2019 vediamo l’uscita del film, questo significa che ho lavorato a Downton Abbey ogni singolo giorno per dieci anni. Realizzare il film e farlo uscire è stata la vera ciliegina sulla torta.”
15 GIORNI MEMORABILI SUL SET
“Non credo che l’Artiglieria a cavallo dell’Esercito Reale abbia mai partecipato a un film prima. Si vede spesso in televisione mentre fa il suo quotidiano lavoro cerimoniale. Nel film Downton interpreta una storica unità di riserva e dato che le armi e le uniformi che portano le truppe del Re oggi sono fondamentalmente identiche a quelle che il Reggimento delle guardie a cavallo avrebbe indossato negli anni ’20, gli Artiglieri erano effettivamente già pronti per girare. Siamo stati in grado di prendere questa unità moderna di cavalleria altamente addestrata e metterla dentro il film ma ci sono volute tante discussioni e negoziazioni per far combaciare la nostra agenda con la loro. “Portare in questo paesino più di cento guardie con i loro cavalli significava dover costruire delle stalle e un accampamento per tutti e questa è stata un’impresa logistica enorme, ma tutto è andato molto bene. Avere tutti i nostri attori nei loro meravigliosi costumi e più di 80 guardie a cavallo in uno dei giorni più belli dell’anno è stata una visione memorabile.”
SCENE MEMORABILI DEL FILM
“Ce ne sono troppe, la scena del ballo, la parata, dei momenti tra Maggie e Michelle, ma una delle scene più divertenti del film è quando Molesley supera il limite con il Re e la Regina quando tutto diventa un po’ troppo per lui. Kevin Doyle che interpreta Molesley è certamente uno dei nostri grandi attori comici. Non che lui sia solo un attore comico, è un attore brillante in ogni campo, ma la sua comicità è sorprendente e Molesley è un personaggio fantastico. Penso che in una scena in particolare, in cui si comporta in maniera disdicevole davanti alla Famiglia Reale, abbia superato se stesso creando un momento molto bello.”
COSA C’E’ IN DOWNTOWN CHE ANCORA AFFASCINA IL PUBBLICO NEL 2019?
“Ho sempre pensato che ci fosse un interesse perenne per le residenze di campagna inglesi. Sono un ambiente unico tipicamente britannico ma che si può esportare facilmente. Quello che abbiamo fatto con Downton è stato prendere quel mondo distinguibile che è davvero solo e tutto inglese e combinare un genere tanto amato con una scrittura molto moderna e contemporanea, quasi ‘stile soap’. Downton non era un adattamento di un libro, come spesso accade con questo tipo di spettacoli. Era un esempio di scrittura originale e contemporaneo di una mente straordinaria e creativa – uno sceneggiatore che conosce molto bene quel mondo, ne è affascinato e ne comprende il funzionamento. “Tutti noi viviamo in una famiglia e ci organizziamo gerarchicamente sia all’interno delle nostre famiglie che nei nostri luoghi di lavoro. Comprendiamo questo aspetto del mondo e anche se Downton è un mondo molto esagerato con regole stringenti e un severo codice di comportamento, come esseri umani di ogni parte del pianeta 16 rispondiamo a queste cose, capiamo il modo in cui i personaggi si comportano e ci godiamo il mondo rarefatto in cui vivono.”
IL SUCCESSO DI DOWNTON
“L’idea di Downton occupava la mia mente da lungo tempo, perché ho sempre creduto che quel mondo fosse davvero interessante. Quando ho visto Gosford Park, per il quale Julian Fellowes aveva vinto l’Oscar per la sceneggiatura, ne sono rimasto incredibilmente colpito. Mi è veramente rimasto in testa. Poi, qualche anno dopo ho collaborato con Julian a un suo romanzo che non è mai stato pubblicato, ma questa idea di fare una serie a episodi ambientata in una dimora di campagna inglese era sempre presente nei recessi della mia mente; prendere l’idea di Gosford Park ma concepirla come uno spettacolo a episodi. “Credo che se non avessi convinto Julian a farla, non sarebbe mai stata fatta. Credo che avrei messo via l’idea senza svilupparla ulteriormente. Come tutto nella vita, è una questione di tempi e una miscela di fortuna e sfortuna. La fortuna è stata che ho proposto l’idea a Julian nel momento giusto e lui ha detto sì. Credo che per ogni impresa creativa ci siano centinaia di decisioni da prendere e che se riesci a prenderne 50 giuste è molto probabile che avrai tra le mani un successo. Se ne prendi meno di 50 giuste, forse no. Quando abbiamo fatto la prima stagione di Downton, ognuna delle decisioni che abbiamo preso, dai partner delle emittenti televisive che avevamo - ITV in Gran Bretagna e PBS negli Stati Uniti - la scelta di attori perfetti, i copioni meravigliosamente scritti e diretti con abilità, le scenografie e la musica… ogni singola decisione, per qualche straordinaria ragione, è stata quella giusta ed è questo che credo abbia fatto di Downton il successo che è. “Ha toccato un punto nevralgico del pubblico. La gente amava quel mondo. Tutto quello che pensavo si è dimostrato vero. Insieme a questo, Julian Fellowes ha creato dei personaggi tratteggiati brillantemente che sono stati interpretati meravigliosamente dagli attori che abbiamo scelto. Abbiamo creato un mondo che il pubblico non voleva mai smettere di guardare. Quando c’erano delle perdite il pubblico le sentiva come proprie e quando abbiamo lasciato la serie alla fine della sesta stagione la gente era in lutto e ne sentiva la mancanza. Negli scorsi due o tre anni, i fan e il pubblico hanno tenuto accesa la speranza di poter tornare a Downton e ora questa è l'occasione.”
LE ASPETTATIVE DEL PUBBLICO
“Voglio che gli spettatori lascino il cinema ricordandosi che amano questo spettacolo e perché. Voglio che escano volendone ancora. È un regalo per i fan in particolare. È un film che tutti possono godere ma se sei un vero fan ti riporta indietro al legame con quel luogo, l’ambiente, quelle persone, quei personaggi con un’intera nuova serie di storie compresse in un film di due ore. Downton è un mondo che ha storie buone e cattive. Ha storie allegre e storie tristi, storie ottimistiche e storie negative, ma quello che ci lascia è sicuramente un senso di ottimismo. Mi piacerebbe che il pubblico 17 lasciasse la sala cinematografica arricchito, felice, e ricordando il suo amore per Downton.”