Da sabato 30 maggio arriva su Sky Primafila premiere , il remake americano del film della regista danese Susanne Bier
Dopo il Matrimonio, la trama del film
Come sotto la spinta di una forza ineluttabile, Isabel (Michelle Williams), direttrice di un orfanotrofio in un bassofondo di Calcutta, ha dedicato la vita ad aiutare i bambini indigenti. È anche diventata una sorta di madre sostitutiva per un vulnerabile ragazzino di sette anni, Jai (Vir Pachisia): i due hanno un legame così profondo da essere quasi inseparabili. Nonostante Isabel abbia passato anni a lavorare con la collega Preena (Anjula Bedi) per racimolare donazioni, l'orfanotrofio rischia la bancarotta. Proprio quando la situazione sta per precipitare, Preena riceve una lettera da una potenziale finanziatrice facoltosa che esige che Isabel vada a New York a presentarle il progetto di persona. All'inizio Isabel tentenna di fronte alla richiesta della filantropa che non offre garanzie, ma poi si lascia convincere da Preena e torna nella città dove non metteva volutamente piede da più di vent'anni. Una volta a New York, Isabel si trova disorientata tanto dallo sfarzoso hotel che le hanno prenotato, quanto dall'incontro con la potenziale benefattrice, Theresa Young (Julianne Moore), una magnate dei media multimilionaria. Fra lo scintillante grattacielo da cui la businesswoman dirige i proficui affari e la splendida tenuta sulla Oyster Bay dove vive felice con il marito artista, Oscar Carlson (Billy Crudup), la figlia ventunenne, Grace (Abby Quinn), e i gemelli di otto anni Theo e Otto, la vita di Theresa sembra assolutamente perfetta. Ma anche se le loro esistenze in apparenza sono agli antipodi, Isabel e Theresa sono due donne con una forza enorme e hanno più cose in comune di quanto non credano.
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Dopo il matrimonio: le interviste al cast
Julianne Moore aveva adorato il film della Bier. Quando Freundlich, suo marito, ha cominciato ad adattare la storia, l'attrice ha pensato che il ruolo di Theresa costituisse una sfida interessante. Mentre Freundlich sistemava la sceneggiatura, la Moore gli ha dato consigli preziosi, fra cui suggerimenti sui personaggi e sui loro legami. "Adoro le storie sulle famiglie e i film sui legami", spiega, "perché è di questo che è fatta la nostra vita. Credo che tutti noi abbiamo una qualche esperienza di quel mondo e io sono interessata soprattutto alle storie personali." Quando Freundlich ha completato la sceneggiatura, la Moore ha deciso di interpretare Theresa. "Il casting non è mai un processo facile", sottolinea Michaels, "ma avere Julie a bordo ha reso molto più facile trovare gli altri attori. Lei e Bart sono stati fondamentali per scritturare Michelle Williams e Billy Crudup."
Per Freundlich il casting è uno degli aspetti più piacevoli della realizzazione di un film e quello di Dopo il matrimonio è stato particolarmente speciale: è la prima volta che è riuscito a scritturare proprio gli attori che aveva in mente quando scriveva la sceneggiatura. Da tempo apprezzava l'arte e la profondità di interpretazione di Michelle Williams; inoltre aveva già diretto due film con Crudup, di cui è anche amico stretto. Michelle Williams è stata subito attratta dagli alti e bassi emotivi della storia. "Cerco sempre di fare cose che non ho ancora fatto e che non so ancora bene come gestire", spiega l'attrice. "È stato emozionante mettermi alla prova per interpretare Isabel, e anche il fatto che quel processo di crescita sia stato un po' doloroso, perché mi sono ritrovata in situazioni nuove di volta in volta." La Williams ha poi trovato talmente commovente la profonda fedeltà di Isabel ai bambini dell'orfanotrofio che ha detto al produttore Harry Finkel che sarebbe stata disponibile a lavorare in un'istituzione del genere per un po' di tempo prima delle riprese.
Il concetto di cosa rende un uomo un "buon" padre gravava sulle spalle di Crudup, che ha discusso spesso con Freundlich dei rispettivi ruoli come genitori. Entrambi si ritrovavano nei temi del film: ciò che un genitore desidera lasciare ai figli, il modo in cui vuole proteggerli e gli sbagli che ogni tanto gli capita di fare nei loro confronti. Crudup ha dichiarato che durante le riprese gli è venuto naturale esplorare a livello creativo quelle che prima erano state interazioni personali tra amici. "È sempre incredibilmente gratificante lavorare per Bart", racconta Crudup. "Capisce in modo intuitivo che spesso le cose più monumentali si verificano su scala ridotta. Praticamente tutte le nostre conversazioni sul personaggio di Oscar riguardavano il fatto che dovevo mostrare in modo meno evidente il suo tormento interiore. Se l'ho fatto nel modo giusto è stato in larga parte perché Bart sapeva perfettamente come gestire il percorso di Oscar."
Fin dall'inizio la Moore ha caldeggiato la scelta di Abby Quinn per il ruolo di Grace. "È meravigliosa", commenta la Moore con entusiasmo. "E dato che ero coinvolta nel film per via di mio marito, ho visto tutti i provini. Sono rimasta subito colpita da Abby. Recitava in modo perfettamente naturale, aperto e splendido da guardare. Ricordo di aver pensato: 'Oh, per favore, fa che prendano lei.'" Dato che la tabella di marcia era strettissima e c'era poco tempo per le prove prima delle riprese, la Quinn temeva di non riuscire a interpretare efficacemente Grace nel contesto degli stretti legami familiari del personaggio, ma le sue paure si sono dissipate in fretta. "Appena ho conosciuto Julie e Bart, ho capito che sarebbe andato tutto bene", dice la Quinn, ridendo. "Sono stata a casa loro per diverse ore. Abbiamo parlato dei loro figli e di dove sono cresciuti. Anche solo stare lì con loro a parlare della loro vita mi ha permesso di creare un legame con Julie e capire cosa voleva Bart dal mio personaggio, ancora prima di trovarmi davanti alla cinepresa." "Ho scoperto che Billy Crudup, Michelle Williams, Julianne Moore e Abby Quinn sono attori che amano esplorare conflitti e contraddizioni", aggiunge Freundlich. "Erano 'felici' che il film andasse in profondità, cercando sempre un livello successivo di esplorazione di ciò che poteva succedere. Gli attori si sono impegnati per mettere in luce i dettagli che mostravano in che proporzione il comportamento dei personaggi era conscio oppure inconscio."