Mio fratello rincorre i dinosauri: La diversità non è una tragedia, anzi…

Cinema sky cinema

Akim Zejjari

Tra family movie e racconto di formazione, un’opera prima che è un inno gioioso all’imperfezione con una coppia molto affiatata: Isabella Ragonese e Alessandro Gassmann. In onda in Prima tv su Sky Cinema Uno lunedì 20 aprile.

Se amate i “feelgood” movies non perdetevi un piccolo caso Italiano Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani che dopo il successo editoriale dell’omonimo romanzo autobiografico di Giacomo Mazzariol ha conquistato anche il pubblico cinematografico con un incasso all’uscita di più di 2,5 milioni al botteghino. 

La storia è il ritratto di una famiglia semplice ma tutt’altro che banale: una coppia con tre figli, in attesa di un fratellino che si rivelerà molto speciale… infatti Giò, il nuovo arrivato, è affetto dalla sindrome di Down.

Una notizia che non scalfisce l’amore e la vitalità dei genitori, Il problema è il piccolo Jack, al quale viene detto che il fratellino è semplicemente “speciale”.  All’inizio il bambino è convinto che suo fratello minore abbia i superpoteri, quando invece si rende conto che è disabile, entra in crisi.

Mio fratello rincorre i dinosauri è una commedia agrodolce che tocca con grande delicatezza temi come la paura del giudizio altrui e il rifiuto della diversità. Un film in apparenza leggero che è stato ribattezzato dalla stampa “la risposta italiana a Wonder ” durante l’anteprima alle scorse giornate degli autori (Venezia 76).

Stefano Cipani:

Anche il nostro film è un inno alla diversità all’imperfezione in un modo in cui tutti stanno su Instagram a rincorrere il miraggio della perfezione”

Una storia importante da raccontare senza retorica ne pietismo, parola di due genitori molto speciali:

Isabella Ragonese:

“Il cinema ha ancora la capacità di dare voce a dei mondi e a delle realtà sconosciute, ci fa viaggiare da fermi e ci fa incontrare delle persone che in apparenza ci sembrano lontanissime da noi. Il mondo dell’handicap era una realtà completamente sconosciuta per me e mi ci sono avvicinata pensando semplicemente alla famiglia. Ogni nucleo familiare attraversa dei momenti difficili, ogni figlio è diverso e speciale e può metterci in crisi. 

Volevamo raccontare una situazione si, difficile ma anche in cui, come nella vita vera, ci sono dei momenti buffi e emozionanti.

Mi sembrava anche bella l’idea di raccontare una piccola comunità composta da una famiglia numerosa (cosa così rara oggi) che è messa a confronto con un elemento esterno che la destabilizza. L’incontro con l’altro, il “diverso” ci fa scoprire tantissime cose di noi ed è per questo ci fa così paura.”

Alessandro Gassmann

“Mi piaceva l’idea di affrontare un argomento così difficile come quello della diversità in chiave di commedia. Niente patetismi e malinconia volevamo raccontare la reazione vitale di una famiglia semplice ma compatta e forte messa di fronte al mondo dell’handicap. E’ una tipologia di famiglia che si vede troppo raramente nella nostra società e questo film può aiutare ad affrontare queste realtà in modo diverso.

Non si può definire una persona con la sindrome di down in un modo solo, come noi del resto. I down sono completamente diversi gli uni dagli altri. Lavorare con loro era un gioco di attesa, aspettavamo il loro momento e quando arrivava… facevano la scena meglio di chiunque altro perché quello che davano era totalmente vero e inaspettato (bravissimi Antonio Uras e Lorenzo Sisto)  E’ stata una grande lezione per chi invece faceva finta come noi.”  

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