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Aldo Fallai per Giorgio Armani, il sodalizio artistico in mostra al Silos

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Gli spazi dell’Armani Silos inaugurano un’altra importante mostra: Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977 – 2021, il racconto di quasi trent’anni di ininterrotto dialogo artistico tra lo stilista piacentino e Aldo Fallai. Una collaborazione unica che ha contribuito a creare l’immagine del brand. Curata da Giorgio Armani, Rosanna Armani e Leo Dell’Orco, l'esposizione sarà visitabile fino all’11 agosto 2024.

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E’ la metà degli anni ’70 quando Re Giorgio, allora giovane stilista freelance incontra Fallai, grafico con una felice inclinazione per la fotografia. L’intesa è immediata. L’obiettivo di Fallai diventa il testimone di una moda che intende riscrivere le regole del vestire e si fa espressione dei cambiamenti sociali, di donne che si fanno spazio nel mondo e acquistano sempre più potere e di uomini che imparano a vestirsi con consapevolezza. Un nuovo stile, o forse sarebbe meglio dire, un vero e proprio lifestyle che Aldo Fallai ha raccontato attraverso la sua macchina fotografica.

Scatti in bianco e nero, messe in scena della vita reale

Immagini di pura invenzione ma come catturate in un istante reale. Fotografie senza tempo, e per questo ancora attuali. Istantanee che raccontano la personalità, come del resto fanno gli abiti di Giorgio Armani. Perché la grande sintonia che si respira osservando queste fotografie è il risultato della straordinaria capacità di Fallai di tradurre in immagini reali la fantasia dello stilista. Messe in scena, ma profondamente autentetiche. Abiti come modi di essere, di vivere, di affrontare il mondo e le sue sfide. Scene di vita nelle quali rispecchiarsi. Perché anche se concepite per mostrare le collezioni, ad emergere è il carattere dei personaggi, quasi a ricordare che l’eleganza, come insegna Giorgio Armani, non è farsi notare ma farsi ricordare.

 

“Lavorare con Aldo mi ha permesso, fin da subito, di trasformare in immagini reali la fantasia che avevo in mente: che i miei abiti non erano soltanto fatti in una certa maniera, con certi colori e materiali, ma rappresentavano un modo di essere, di vivere", racconta Giorgio Armani. "Perché lo stile, per me, è un’espressione totale. Insieme, in un dialogo sempre fluido e concreto, abbiamo creato scene di vita, evocato atmosfere, tratteggiato ritratti pieni di carattere. E rivedendo oggi tutto il lavoro realizzato, sono io stesso colpito dalla forte suggestione che questi scatti sanno ancora emanare, e dalla grande capacità di Aldo di cogliere le sfumature della personalità”.

 

“Il lavoro con Giorgio è stato il frutto di un dialogo naturale e continuo, e di grande fiducia da parte sua", commenta Aldo Fallai. "Entrambi eravamo interessati a mettere in luce un aspetto dello stile legato al caratte- re e alla personalità, e questo si è tradotto in immagini che appaiono attuali oggi come ieri: una qualità resa evidente dall’allestimento della mostra, che non segue una sequenza cronologica. Dei trent’anni della nostra collaborazione ho ricordi vividi. Le produzioni erano sempre agili, snelle: si otteneva il risultato con pochi mezzi e senza effetti speciali. Questo, penso, ha fatto breccia nel pubblico”.

Il percorso espositivo

Circa duecentocinquanta scatti divisi su due piani e in ordine libero, apparsi sulle riviste o trasformati in affissioni dal forte impatto mediatico. Come la foto con il tigrotto, realizzata a Palermo, quando la troupe si rifugia in un giorno di pioggia al circo Togni; oppure la donna in carriera, nel volto di Antonia Dell’Atte, in mezzo alla folla in via Durini. O ancora, la laguna veneta evocata in studio, e le statue del Foro Italico, tradotte in un gioco di ombre nette e grafiche. Un racconto di quasi trent’anni di ininterrotto dialogo artistico, una collaborazione unica che ha creato l'immagine del brand definendone l'estetica ed i valori.