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Balenciaga, la borsa da 1700 euro che somiglia a un sacchetto della spazzatura è un must

Spettacolo
Immagine tratta dal profilo Instagram @myfacewheno_o

La Trash Pouch, che ha debuttato in passerella lo scorso inverno a Parigi, è il nuovo oggetto del desiderio per gli estimatori dell'estetica di Demna Gvasalia disposti a spendere qualsiasi cifra per il must have della stagione

a cura di Vittoria Romagnuolo

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Il fatto che nel pieno delle vacanze stiamo discutendo di una borsa di Balenciaga è la prova che Demna Gvasalia, direttore creativo della prestigiosa casa di moda con sede a Parigi, non sbaglia una mossa quando si tratta di lanciare sul mercato una creazione di moda di successo, sia essa un capo d'abbigliamento o un accessorio.

Ultimo oggetto del contendere è la Trash Pouch che è il nome specifico della maxi borsa a mano vista a Parigi nella sfilata della collezione Autunno/inverno 2022-23, un fashion show memorabile svoltosi in concomitanza coi primi drammatici giorni del conflitto tra Russia e Ucraina, evento che ha scioccato la comunità internazionale e, in primis, lo stilista di origini georgiane che ha un passato da rifugiato.

L'accessorio, del tutto simile nel design a un sacco per la spazzatura è ora disponibile al pubblico per millesettecento euro, una cifra che non stupisce gli estimatori dello stile Balenciaga disposti a pagare qualunque somma per avere il pezzo cult della stagione ma che riapre ancora una volta il dibattito sulla creatività del celebre designer per cui la moda non è mai una semplice questione di pura vendita. O forse sì.

La borsa col design del sacchetto della spazzatura

La discussione sui social a proposito dell'ultima provocazione formato borsa di Demna, che come sempre assume i toni della polemica, sembra una copia di quella fatta nel 2017 quando sul mercato arrivò per circa duemila euro la ultra famosa borsa reinterpretazione in pelle azzurra della shopping bag di Ikea.
La Trash Pouch, in pelle di vitello declinata in 3 varianti di colore, nero, bianco e azzurro, è una nuova sfida e il primo ad ammetterlo è il suo ideatore che sta nuovamente monetizzando e ponendo l'attenzione su uno degli oggetti più comuni della quotidianità di chiunque.

Può un sacchetto della spazzatura diventare un oggetto del desiderio? Questa la domanda che lo stilista pone ai consumatori, quesito per il quale, è lecito immaginare, lui abbia già una risposta.

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Assodato che la sua filosofia sulla couture e sul prêt-à-porter si basi sulla necessità di riportare la moda sulla Terra - rendendola accessibile, se non nel prezzo, almeno concettualmente con capi ispirati alla vita pratica di tutti i giorni - lo stilista induce i consumatori a riflettere sull'idea di lusso in maniera onesta pur sapendo che in questo gioco lui è il primo a non rispettare alcuna regola, specie quando propone capi lontani dai concetti classici di accettabilità e bellezza.
Qualunque sia lo scopo, non ultimo quello di ribaltare ogni canone di buon gusto creandone di nuovi, la risposta del pubblico è sempre la stessa: ogni nuova creazione si traduce sempre in un successo di vendita, con o senza polemica.

Questo il destino della borsa sacchetto della spazzatura che già aveva colpito l'immaginario collettivo all'epoca del suo debutto perché troppo simile alle buste e ai bagagli improvvisati stretti nelle mani dei profughi in fuga dall'Est dell'Europa.

Con l'aiuto dei social media, sempre attratti da tutto quello che odora di luxury streetstyle, la Trash Pouch è davvero il nuovo must have, se non altro perché non si tratta solo di moda da fotografare e postare, cosa che, oggi, è già sufficiente per farla apprezzare.

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