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Aspettando Gomorra 5, Marco D'Amore parla dell'arte al tempo del covid

Spettacolo

Aspettandolo nel ruolo di Ciro Di Marzio nella quinta stagione di Gomorra, l'attore campano parla de L'Immortale, del mondo dello spettacolo e di #perilcinema, iniziativa di sostegno alle sale, oltre 320 in tutta italia, con preacquisti in sostanza utilizzabili nel 2021

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Dieci anni di vita, stiamo vivendo una grande emozione, siamo a metà percorso, le riprese andranno avanti fino a maggio", Marco D'Amore quasi si strugge ad accennare all'attesissima quinta stagione di Gomorra, in cui torna ad essere Ciro Di Marzio l'Immortale nella sfida finale con Genny (Salvatore Esposito). Il set non si è fermato "siamo controllati ogni giorno e ben attrezzati, sentiamo una grande responsabilità", dice l'attore all'ANSA, diventato anche regista con L'Immortale (sul suo personaggio nella serie Cattleya) e vincendo anche un Nastro d'Argento come miglior regista esordiente.

"L'Immortale - prosegue - è un caso abbastanza unico di crossover sala - tv in salotto, un tema di cui si parla moltissimo in questo momento, condizionato dalla pandemia che ha costretto le sale a chiudere". Per Marco D'Amore, "il cinema deve essere sempre di più un grande evento. La fruizione è cambiata, bisogna dircelo e non nasconderlo, trovare un metodo di convivenza tra sala e piattaforma è la sfida che abbiamo davanti. Secondo me sempre di più andare al cinema, quando si potrà tornare ovviamente, sarà un'occasione preziosa, unica, ma non per questo esclusiva. Detto questo però io resto legato ad una visione molto romantica della sala ammetto, ha una funzione emotiva che non ha pari, è mistica per me: ti ricordi la sala in cui sei stato per un film che ti ha colpito, quella con cui sei andato con il tuo amore e così via. Queste emozioni nessuna piattaforma te le può ridare perché il cinema, come il teatro sono necessari, sono spazi di cui riappropriarsi perché aiutano il cuore e anche fanno campare tante persone, una filiera non indifferente  e ora in grande sofferenza. Sono la potente risposta ai nostri istinti vitali, perché andare al cinema o a teatro comporta azioni precise, scelte, appuntamenti, volontà di vivere la socialità. Tutto questo con le piattaforme non esiste ma i due luoghi di fruizione si completano, uno non esclude l'altro". Semmai, osserva D'Amore, sulle piattaforme c'è troppo "una bulimia di proiezioni, quasi più' non scegli ma sei scelto".  Marco D'Amore, con Edoardo Leo, Carolina Crescentini e molti altri si è esposto personalmente in questi giorni promuovedo #perilcinema l'iniziativa di sostegno alle sale, oltre 320 in tutta italia, di preacquisto in sostanza utilizzabile nel 2021.

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