Rovazzi e Alessandro Borghi chiacchierano su TwitchTv, tra aneddoti, Il Primo Re e Diavoli. Rovazzi sarà ospite a Sky Tg24 lunedì 1 giugno alle ore 16,45
DIAVOLI, LO SPECIALE
La barba di Alessandro Borghi che prende la forma del dash e Rovazzi in cantiere che sta cambiando casa: inizia così l'incontro tra Rovazzi e Borghi su TwitchTv. Rovazzi ammette subito di non avere visto Diavoli e Borghi gli dice che può recuperare. Aggiunge che ha recitato in inglese, che c’era la finanza e altri elementi coi quali non si era mia confrontato. Rovazzi gli chiede cosa ha pensato quando ha saputo che doveva recitare in inglese con Patrick Dempsey: “La mia perplessità è stata la serie, troppo lunga, preferisco il cinema. Ma poi il team mi ha coinvolto".
La questione è che molti pensano che l'Italia non sia pronta per produzioni internazionali ma, andando al sodo (ironicamente) Rovazzi aggiunge che tutto serve per cuccare. Il tema è che una hit italiana non funziona all'estero indipendentemente dalla lingua. Tornando a Diavoli, la serie originale Sky, Borghi racconta che ha appreso molto sulle dinamiche della finanza. Borghi spiega che guarda tutti i film, quando possibile, in lingua originale "altrimenti ti piace il doppiatore. Sylvester Stallone è stato doppiato da Ferruccio Amendola e senza di lui sarebbe piaciuto a un po' meno persone. A me hanno chiesto un lavoro in inglese e spero che quanto meno meriti di essere giudicato. Io ho sfidato questo sistema facendomi doppiare e se non hanno voluto vedermi in originale va bene lo stesso perché Andrea Mete, che mi ha doppiato, è stato bravissimo. Avrei potuto doppiarmi ma Andrea lo ha fatto meglio perché è il suo lavoro. Se in un gruppo di doppiatori metti un attore a doppiare senti subito la differenza".
Nei suoi sogni più reconditi Borghi, che si dice volubile, confessa che in quarantena ha visto molte cose su processi storici e che "mi piacerebbe trovare un caso giudiziario famoso e svilupparne la storia senza sapere se vorrei fare il giudice, l'imputato o il magistrato. Penso a un ragazzo che è stato ucciso da 41 colpi di pistola mentre cercava i documenti: i poliziotti pensavano fosse una pistola...lui era davanti alla porta di casa. Loro sono stai assolti. In questi casi l'impianto deve esser perfetto per comunicare in modo immediato con lo spettatore".
Il ruolo che gli ha svoltato la vita è il Vittorio di Non Essere Cattivo. Poi ci sono Suburra, Stefano Cucchi e Remo ne Il Primo Re, "il mio ruolo più faticoso perché ero a dieta per fare Cucchi. Dopo il film mi sono trovato in giro per strada in inverno pensando che l'anno prima era lo stesso ma ero in mutande sul set de Il Primo Re. Ogni cosa che non riuscirei a fare mi emoziona, divento curioso e morboso e voglio sapere come si fa. Nonostante sia stato la cosa più faticosa della mia vita lo rifarei centomila volte".
La maggior parte delle volte che Borghi è stato su un set, le ha fatte a Roma "il proto latino de Il Primo Re mi ha annullato. Questo è un mestiere che se non sei perfettamente tarato si insinua dentro di te e ti scombussola". A proposito di aneddoti Rovazzi racconta che "Gianni Morandi ed Eros Ramazzotti vanno a trovare Michael Jackson sul set di Thriller dicendogli che lui non vuole essere toccato: Ramazzotti gli dà una pacca sulla spalla e lui...sbianca". Il discorso scivola sui social e Borghi dice che non condivide (ed è un eufemismo) che esprime le sue opinioni su tutte: "Io ho le ossa dure e mi sono sempre confrontato ad armi pari. C'è chi abusa di chi la schiena dritta non la ha ancora formata. In questi giorni Netflix parla di tre serie i cui protagonisti sono giovanissimi. E' il frutto del loro lavoro eppure sui social di Netflix ci sono venti attori insultati e di questi alcuni non hanno la forza di reagire e magari smetteranno di fare gli attori". Rovazzi chiosa che la ragione la ottieni insultando il personaggio eppure nessuno ricorda il nome di un hater. Riprendendo il caso di George Floyd che sta devastando gli Stati Uniti, Alessandro Borghi dice che per esprimersi bisogna averne le competenze ed è un ragionamento in generale. Poi Borghi ammette amaramente che in Italia "la gente non si attiva, l'importante è che la gente scriva la sua sui social".