La regista e presidente della Giuria ha criticato il regista polacco, accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 13 anni, che è in concorso con il film J’accuse: "Io non separo l'uomo dall'opera”. Il direttore artistico Barbera: “Non sono un giudice”
''Non ci sarò alla cena di gala di Polanski per non dovermi alzare ed applaudire''. (CHI È ROMAN POLANSKI) Inizia con una polemica al femminile il Festival del cinema di Venezia. A lanciarla è Lucrecia Martel, presidente di Giuria, che alla prima conferenza stampa al Lido ha dichiarato la sua intenzione di non partecipare all’evento dedicato al film J’accuse del regista polacco, accusato a Los Angeles di "violenza sessuale con l'ausilio di sostanze stupefacenti" ai danni di una ragazzina di tredici anni e undici mesi. E scintille di disaccordo volano anche con Alberto Barbera, che la pellicola di Polanski l’ha selezionata per il concorso: ''È un film che mi è piaciuto molto. Non sono un giudice, ma un critico cinematografico, il mio lavoro finisce qui''. (L'ARRIVO DI BRAD PITT - ALESSANDRA MASTRONARDI È LA MADRINA - GLI OSPITI ATTESI - TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE)
Martel: "Io non separo l'uomo dall'opera”
"Io non separo l'uomo dall'opera - ha aggiunto Martel - Ritengo così che ci possa essere disagio per l'eventuale presenza del regista anche se, dopo una piccola ricerca su Google, ho visto che la vittima di Polanski si ritiene ormai soddisfatta e io non sono nessuno per sovrappormi alla volontà della vittima''. Di tutt'altro pensiero invece Barbera: "Non è facile in questo caso dare risposte univoche. Non riesco a fare una distinzione tra artista e uomo. La storia dell'arte è piena di artisti che hanno commesso crimini. Lui resta uno degli ultimi grandi maestri del cinema e non credo si possa aspettare anni per giudicare un suo film''. Poi la presidente della Giuria ha concluso: "Avrei forse preferito stare a casa, visto il problema che ho al braccio, ma è invece bene che io sia qui. Il festival resta un luogo che permette di affrontare insieme questi argomenti".
Il dibattito sulle quote rosa
Ma tra Martel e Barbera non c'è intesa nemmeno sulle quote rosa. Dalla presidente di giuria arriva una provocazione: ''Siamo alla 76/ma edizione del festival perché per due anni non facciamo cinquanta per cento donne e cinquanta per cento donne e vediamo che succede''. Ma il direttore artistico al Lido ribadisce: "Sono contrario all'idea delle quote nella selezione. Unico criterio per me resta la qualità. Bisognerebbe prevedere allora quote per tutte le minoranze meno favorite. Certo ci sono ancora pregiudizi verso le donne, ma la situazione sta cambiando velocemente. Casomai - aggiunge Barbera - il problema può essere l'accesso alle scuole del cinema e quello dei finanziamenti''.