Nel corso di alcune osservazioni condotte col telescopio Subaru gli esperti hanno scoperto che l’obliquità di questi esopianeti è molto bassa, quasi prossima allo zero
I pianeti del sistema Trappist-1 non sono significativamente disallineati con la rotazione dell’omonima stella. È quanto è emerso nel corso di alcune osservazioni condotte col telescopio Subaru, costruito dall’Osservatorio astronomico nazionale del Giappone sulla cima del vulcano Mauna Kea, alle Hawaii. Questa scoperta, descritta sulle pagine della rivista The Astrophysical Journal Letters, è utile per comprendere l’evoluzione dei pianeti che orbitano attorno alla nana rossa ultrafredda Trappist-1, inclusi quelli situati nelle vicinanze della zona abitabile.
L’allineamento dei sistemi planetari
Le orbite dei pianeti non sono sempre allineate alla rotazione della loro stella, come avviene nel Sistema Solare. Esistono, infatti, vari esopianeti che non seguono questo “schema”. Gli esperti stanno cercando di capire se un sistema planetario può nascere fuori allineamento o se quelli disallineati che sono stati osservati hanno subito un mutamento nel corso del tempo. Le caratteristiche di Trappist-1 potrebbero aiutarli a trovare una risposta. Questo sistema planetario, infatti, è privo di oggetti vicini che potrebbero perturbare le orbite dei pianeti, le quali, di conseguenza, dovrebbero essere prossime a quelle in cui i corpi celesti si sono formati. Ciò potrebbe permettere agli astronomi di studiare le condizioni primordiali del sistema.
L’effetto Rossiter–McLaughlin
Per misurare il disallineamento tra l’orbita di un pianeta e la rotazione della sua stella è possibile basarsi sul cosiddetto effetto Rossiter–McLaughlin. Questo fenomeno spettroscopico si verifica quando la luce proveniente dall’astro e diretta verso la Terra, che è spostata verso il blu quando proviene dal lato in avvicinamento e verso il rosso nel caso opposto, è in parte bloccata da un pianeta in transito. Ciò permette di capire quale bordo della stella il pianeta stia attraversando per primo e di misurare l’eventuale disallineamento tra i due corpi celesti. Grazie al telescopio Subaru, vari ricercatori sono riusciti a condurre una misurazione di Rossiter–McLaughlin sui pianeti del sistema Trappist-1. L’apertura dello strumento e l’elevata risoluzione spettrale dello spettrografo a infrarossi con cui è equipaggiato (Ird) hanno permesso di stabilire che l’obliquità di questi esopianeti è molto bassa, quasi prossima allo zero. “I dati suggeriscono l’allineamento dell’asse di rotazione stellare con gli assi orbitali dei pianeti, ma la precisione delle misurazioni non è abbastanza buona da escludere completamente un piccolo disallineamento delle orbite”, spiega Teruyuki Hirano del Tokyo Institute of Technology, l’autore principale dello studio. “Questa è la prima rilevazione dell’effetto con pianeti simili alla Terra e ulteriori studi caratterizzeranno meglio questo straordinario sistema di esopianeti”.