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Nasa, ottenute le prime mappe satellitari del ghiaccio marino artico. VIDEO

Scienze

E’ stato possibile grazie ai primi dati inviati sulla Terra da ICESat-2, missione satellitare partita nel 2018 per misurare, tra gli altri parametri, anche lo spessore del ghiaccio in quelle aree del pianeta

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La missione della Nasa ICESat-2 è una missione satellitare, lanciata nel 2018, per misurare tra gli altri parametri anche lo spessore della calotta glaciale e del ghiaccio marino artico. Oggi, grazie ai dati inviati sulla Terra, è stato possibile per gli esperti mettere a punto le prime mappe satellitari legate alla profondità della neve presente sul ghiaccio marino artico. I primi risultati, pubblicati sulla rivista scientifica “Journal of Geophysical Research: Oceans”, suggeriscono che il ghiaccio si è assottigliato fino al 20% nell'ultimo decennio.

Uno studio aggiornato

La Nasa, si legge in un articolo pubblicato sul proprio portale, spiega come il ghiaccio marino artico sia importante per mantenere fresco il nostro pianeta, poiché la sua superficie luminosa riflette l'energia del Sole nello spazio. Ogni anno gli scienziati si servono dei dati provenienti da diversi satelliti per tracciare quanta parte dell'Oceano Artico sia ancora coperta di ghiaccio marino, ma il suo spessore non è sempre facile da misurare. I primi risultati della missione ICESat-2, però, sono riusciti a suggerire agli esperti che il ghiaccio marino artico si è ridotto nel corso del tempo, soprattutto prendendo come riferimento la fine della missione precedente (ICESat 2003-2009). La Nasa, con questi dati recenti, va in controtendenza rispetto “agli studi esistenti che indicano come lo spessore del ghiaccio marino artico sia rimasto relativamente costante nell'ultimo decennio”.

Il funzionamento di ICESat-2

Ma come funziona ICESat-2? Il satellite è dotato di un altimetro laser che utilizza impulsi di luce per misurare con precisione l'altezza di un corpo. Ogni secondo, lo strumento emette 10.000 impulsi di luce che rimbalzano sulla superficie della Terra e ritornano al satellite, in modo da consentirgli di registrare il tempo necessario per compiere questo viaggio. La luce si riflette sulla prima sostanza che colpisce, sia che si tratti di acqua, ghiaccio marino nudo o neve che si è accumulata sul ghiaccio, quindi gli scienziati usano una combinazione di misurazioni particolari per calcolare lo spessore del ghiaccio marino. Confrontando i dati di ICESat-2 con le misurazioni di un altro satellite, i ricercatori hanno anche creato le prime mappe satellitari della quantità di neve che si è accumulata sul ghiaccio marino artico, monitorando anche l’attività di questo materiale isolante.

La situazione del ghiaccio artico

"La situazione del ghiaccio artico è cambiata radicalmente da quando il monitoraggio dai satelliti è iniziato più di quattro decenni fa", ha detto Nathan Kurtz, vice responsabile del progetto ICESat-2 presso il Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland. "La straordinaria precisione e la capacità di misurazione di ICESat-2 offre un nuovo strumento entusiasmante che ci consente di comprendere meglio i meccanismi che portano a questi cambiamenti e cosa ciò significa per il futuro”, ha aggiunto l’esperto. Lo spessore del ghiaccio marino artico, continuano gli scienziati, è calato drasticamente nel primo decennio del 21esimo secolo, come misurato anche dalla prima missione ICESat, terminata nel 2009.

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