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Svelato il mistero del faro d’ombra generato dal sistema V4046 Sgr

Scienze
Spazio (Getty Images)

La sorgente dell’effetto misterioso non è una sola stella, bensì un sistema binario costituito da due corpi celesti che si muovono l’uno intorno all’altro 

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Gli esperti hanno catturato in uno scatto le ombre rotanti che oscurano il disco di gas e polveri che circonda V4046 Sgr, riuscendo a svelare il mistero relativo al corpo celeste.
 Lo scatto è opera di Sphere, installato sul Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), in Cile. 
V4046 Sgr è in realtà un sistema binario costituito da due stelle che, compiendo il loro moto rotatorio, sono responsabili della creazione di aree meno illuminate sul disco che le circonda.

L’effetto misterioso è opera di due stelle

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, si deve a un team internazionale di ricercatori, coordinato da Valentina D’Orazi dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) di Padova. Gli astronomi, nell’ambito di ‘Sphere infrared survey for exoplanets’, una missione osservativa volta allo studio dei pianeti posti al di fuori del Sistema Solare, hanno deciso di indagare approfonditamente l’origine delle ombre mobili che si proiettano sul disco di gas e di polveri presente attorno a V4046 Sgr. Hanno così scoperto che la sorgente dell’effetto misterioso non è una sola stella, bensì un sistema binario costituito da due corpi celesti che si muovono l’uno intorno all’altro, compiendo una rotazione completa in 2,4 giorni. 
"Una delle due stelle oscura la luce proveniente dall'altra, producendo ombre sul disco, che si spostano seguendo il moto orbitale della coppia", spiegano gli autori della ricerca.

Disco di polveri formato da due anelli

Il disco di polveri e gas, che attornia il sistema binario, è costituito da due differenti anelli posti rispettivamente a circa 14 e 29 unità astronomiche (distanza Terra-Sole) dai due corpi celesti.
 “In pratica abbiamo come una specie di faro al contrario che, oscurando una parte del disco e lasciando illuminata la parte rimanente, ci fa capire come è fatto il sistema”, spiega D'Orazi, coordinatrice dello studio.
 Gli astronomi si augurano che le loro osservazioni siano preziose per lo studio di altri sistemi binari.