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Squali, identificata la prima specie più vegetariana che carnivora

Scienze
Squalo (Getty Images)

Ribaltata l’immagine dei predatori del mare: i Bonnethead preferiscono la vegetazione marina e riescono a digerirla correttamente 

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Il 60% della dieta dello squalo Bonnethead è composta da alghe marine, solo il restante 40% da pesce, granchi, lumache e gamberetti. È un radicale ‘restyling’ di immagine: contrariamente alla loro fama di animali sanguinari, alcuni di questi pesci non sono irrefrenabili mangiatori di carne, ma preferiscono la vegetazione marina. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.

Esaminata la loro dieta

Lo squalo Bonnethead è presente in grande numero nelle acque dell’Oceano Pacifico orientale, nell'Atlantico occidentale e nel Golfo del Messico, dove si nutre di granchi, gamberetti, lumache e pesci ossei. Sebbene le sue dimensioni siano piccole per gli standard degli squali, alcuni esemplari riescono a raggiungere un metro e mezzo di lunghezza. Gli scienziati dell'Università della California e dell’Università Internazionale della Florida hanno deciso di esaminare le abitudini alimentari degli squali per capire da cosa è composta la loro dieta. “Il consumo di alghe era già stato documentato, – afferma la ricercatrice Samantha Leigh – ma rimaneva da capire in che quantità e come venivano digerite le piante, perché il cibo che un animale consuma non viene necessariamente assorbito nell’organismo e i suoi nutrienti spesso non vengono trattenuti”.

Hanno enzimi che favoriscono la digestione delle alghe

I ricercatori hanno catturato cinque squali Bonnethead e li hanno condotti in laboratorio, nutrendoli con una dieta di tre settimane a base di alghe e calamari. Per constatare quali fossero le loro preferenze alimentari, gli scienziati hanno aggiunto all'acqua polvere di bicarbonato di sodio prodotta con uno specifico isotopo di carbonio, assorbito dalle alghe marine. L’isotopo dava una firma chimica distintiva visibile in laboratorio. Dai test compiuti è stato dimostrato che il pesce digerisce con successo le alghe grazie a enzimi in grado di distruggere componenti ‘ostici’ delle piante come l'amido e la cellulosa. In mancanza del tipo di denti più adatto per la masticazione presente in altri squali, il pesce può contare sugli acidi forti dello stomaco per indebolire le cellule delle piante e permettere agli enzimi di favorire la digestione. In questo modo più della metà del materiale organico delle alghe viene digerito correttamente. Con ulteriori test sono stati riscontrati alti livelli di isotopo di carbonio marino anche nel sangue e nel tessuto epatico. I risultati ottenuti potrebbero aprire una nuova frontiera sulla comprensione delle abitudini alimentari di altre specie, a terra come in mare. “Si dovrebbe dare un'occhiata più da vicino a ciò che gli animali consumano, digeriscono ed espellono nei loro ambienti in tutto il mondo, perché incide sugli habitat in cui vive l’uomo”, conclude Leigh.