Health, Emergency in Afghanistan: "Sanità al collasso"

Salute e Benessere
Raffaella Cesaroni

Raffaella Cesaroni

La puntata di Health di Sky TG24 del 10 agosto, con Raffaella Cesaroni

A quattro anni dalla presa di Kabul da parte dei Talebani, Health dedica una puntata speciale all’Afghanistan, Paese dove la salute è diventata un privilegio. Lo fa attraverso il nuovo report di EMERGENCY, realizzato con il centro universitario CRIMEDIM, che analizza l’accesso alle cure d’urgenza, critiche e chirurgiche (ECO) in 11 province.

Cure mediche costose

Il quadro è allarmante: 3 afgani su 5 non possono permettersi cure mediche1 su 4 rinuncia a un intervento chirurgico per motivi economici. Il 66% è costretto a vendere beni o indebitarsi per pagare le cure. Le donne sono le più penalizzate: il 40% ha dichiarato di aver avuto paura nel cercare assistenza sanitaria, ostacolate da barriere culturali e dalla mancanza di personale femminile.

Il rapporto

Il report si basa su oltre 1.500 questionari e interviste a medici e pazienti. Solo il 2% degli intervistati ha avuto accesso a un’ambulanza pubblica. La maggior parte ha dovuto spostarsi a piedi o in altre province per ricevere cure. Le strutture sono spesso sovraffollate, prive di triage, ICU funzionanti o protocolli aggiornati. Le cure chirurgiche essenziali non sono disponibili in molte strutture pubbliche.

Dati e storie

In studio, Francesca Bocchini, advocacy manager di EMERGENCY, e Paolo Rodi, chirurgo e ricercatore CRIMEDIM, raccontano i dati e le storie: quelle dei pazienti, dei medici locali, delle donne che partoriscono senza assistenza, dei bambini feriti da mine o incidenti stradali.

Il report si chiude con 10 raccomandazioni rivolte alla comunità internazionale e alle autorità afgane: rendere gratuite le cure ECO, riformare i pacchetti sanitari BPHS/EPHS, investire in formazione, aumentare il numero di operatrici sanitarie, rafforzare la rete di ambulanze e promuovere l’educazione sanitaria.

Una puntata che dà voce a chi spesso non ne ha, e che ricorda che la crisi in Afghanistan non è finita. La salute resta un diritto da difendere, anche – e soprattutto – nei contesti dimenticati.