Influenza 2023: dai sintomi alla durata della malattia, ecco cosa c'è da sapere. LA GUIDA
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Circa 6 milioni di italiani saranno costretti a letto da febbre, tosse, mal di gola e mal di testa, con il picco di malanni previsto durante le feste natalizie. Ma cosa bisogna fare per ridurre la possibilità di contagio? Chi può vaccinarsi? E in caso di gravidanza? Ecco le indicazioni del Ministero della Salute e i consigli del virologo Fabrizio Pregliasco
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- Con l'arrivo dell'autunno e dell'inverno compaiono i classici malanni di stagione. Febbre, tosse, mal di gola, mal di testa e nausea sono solo alcuni dei sintomi che una persona influenzata può sperimentare, con il rischio di un aggravamento se appartiene a una delle categorie considerate a rischio. Dal picco stagionale alle vaccinazioni, passando per i comportamenti da attuare per evitare il contagio, ecco una breve guida su cosa c'è da sapere sull'influenza 2023-2024
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- "Non è facile individuare il momento in cui la vera influenza si evidenzia dal punto di vista epidemiologico, ma sicuramente è quando la temperatura è bassa e rimane bassa per più giorni", spiega a La Repubblica il virologo Fabrizio Pregliasco. "Mentre la diffusione dei virus respiratori cugini è favorita dagli sbalzi termici, l'influenza arriva tipicamente nella parte principale dell'inverno", sottolinea il virologo. Il picco dovrebbe dunque arrivare "a cavallo delle festività natalizie, perché sono anche complici viaggi, baci e abbracci"
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- Secondo le stime citate da Pregliasco, saranno "5-6 milioni i casi d'influenza" in questa stagione. Durante l'autunno e l'inverno si può anche "stimare 60-80mila casi a settimana di forme parainfluenzali, circa 10 milioni in totale, un terzo delle quali riguardano stomaco e intestino". Come spiega il virologo, esse si originano da virus cugini dell'influenza che sono "262 tra tipi e sottotipi" e che portano a malanni che durano meno "dei classici cinque giorni dell'influenza"
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- Come spiega il Ministero della Salute, anche per la stagione 2023-2024 i sintomi dell'influenza includono come sempre l'insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni sono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini
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- Come spiega il ministero, la maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti - ossia quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche - sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base
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- Il Ministero della Salute evidenzia alcuni comportamenti che, se messi in atto, possono ridurre la trasmissione dell'influenza. La prima indicazione è quella di lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente. Le mani devono essere sciacquate accuratamente con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi, specialmente dopo aver tossito o starnutito. I disinfettanti per le mani a base alcolica riducono la quantità di virus influenzale dalle mani contaminate e possono rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua
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- Va evitato il contatto stretto con persone ammalate, mantenendo ad esempio un distanziamento fisico di almeno un metro da chi ha sintomi dell'influenza ed evitare posti affollati. Quando non è possibile mantenere il distanziamento, bisogna ridurre il tempo di contatto stretto con persone malate. È ovviamente utile isolarsi a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale
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- È inoltre raccomandato osservare una buona igiene respiratoria, ossia coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani. Bisogna poi evitare di toccarsi occhi, naso o bocca: come spiega il ministero, i virus possono appunto diffondersi quando si tocca qualsiasi superficie contaminata e poi ci si tocca occhi, naso o bocca. Le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono ridurre le infezioni tra i contatti stretti
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- E se ci si ammala? Pregliasco indica che per guarire, nella maggior parte dei casi, la strategia è "l'automedicazione responsabile, l'uso di farmaci sintomatici che devono attenuare i disturbi". Attenzione però: i sintomi vanno attenuati e non azzerati, "così da poter monitorare l'andamento della malattia e permettere all'organismo di reagire". Tuttavia, se la febbre è molto alta e persiste da giorni è utile rivolgersi al al medico; allo stesso modo se i sintomi si fanno più gravi o il malato appartiente a una categoria a rischio
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- Al netto dei comportamenti che una persona può assumere autonomamente, il Ministero della Salute sottolinea che è la vaccinazione la forma più efficace di prevenzione dell'influenza. Idealmente, per gli ultra 65enni e i gruppi a rischio, l'obiettivo minimo di copertura per la vaccinazione antinfluenzale è pari al 75% del target; quello ottimale raggiunge invece il 95%. Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati
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- In Italia ci si può vaccinare contro l'influenza dal mese di ottobre: basta una sola dose. Il Ministero della Salute ha esplicitamente raccomandato alle regioni di "anticipare, compatibilmente con la disponibilità, la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall'inizio di ottobre" e di "offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione"
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- La vaccinazione è raccomandata e offerta in modo gratuito agli ultra 60enni, alle donne in gravidanza e post partum, ai ricoverati in lungodegenza, alle persone con malattie croniche e ad alcune categorie di lavoratori (tra cui personale sanitario e socio-sanitario, forze di polizia e vigili del fuoco). È raccomandata anche ai bambini non a rischio nella fascia di età 6 mesi-6 anni. Il vaccino è comunque indicato per tutti coloro che desiderano evitare la malattia e che non hanno specifiche controindicazioni, sentito il parere del medico
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- Il vaccino antinfluenzale è utile anche per le donne in gravidanza: come spiega l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, la vaccinazione riduce di circa la metà il rischio di infezione respiratoria acuta associata all'influenza nelle donne in dolce attesa. Aiuta inoltre a proteggerle sia durante che dopo la gravidanza e protegge altresì i loro bambini nei primi mesi di vita
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- "È chiaro che il Covid ha un po' mescolato le carte perché sappiamo che può manifestarsi in tutte le varianti delle infezioni respiratorie. Può anche essere asintomatico o portare a forme intermedie e proprie, in genere, di altri virus respiratori - dice Pregliasco a La Repubblica -. Quindi rimane l'indicazione, almeno per i fragili, di eseguire il tampone" in modo tale da avere la certezza di quale malattia si tratti, "perché per loro oltre all'automedicazione può essere effettuata un trattamento con antivirali specifici"